Sotto accusa le rimodulazioni dei contratti ricaricabili.
Oltre due milioni di euro: a tanto ammontano complessivamente le multe che l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ha inflitto ai tre maggiori operatori telefonici.
Tim, Vodafone e Wind Tre dovranno sborsare ciascuna 696.000 euro per aver posto in essere per anni una pratica odiata dagli utenti: la rimodulazione dei contratti ricaricabili introducendo servizi (e costi) aggiuntivi senza avvisare preventivamente gli utenti.
In particolare, nel mirino dell’Autorità c’è la pratica di far scattare un addebito aggiuntivo quando l’utente esaurisce il credito e pertanto non è in grado di sostenere il costo del rinnovo mensile del piano.
In origine, quando il credito presente sulla Sim non era sufficiente per coprire il costo del rinnovo periodico del piano. semplicemente i servizi venivano sospesi: niente più telefonate, né Sms, né Internet.
Da qualche tempo in qua, invece, i maggiori operatori hanno deciso unilateralmente di rimodulare i contratti.
Così, gli utenti che non hanno credito sufficiente possono ancora continuare a telefonare e navigare, ma alla prima ricarica devono pagare dei costi aggiuntivi: 0,90 euro al giorno per due giorni se clienti Tim; 0,99 euro per due giorni se clienti Vodafone o Wind Tre.
Secondo l’Agcom tale addebito aggiuntivo non rientra nell’articolo 70 del Codice delle Comunicazioni, secondo il quale non serviva l’accettazione esplicita da parte dei clienti in caso di rimodulazioni.
Inoltre, l’Autorità ha fatto sapere che, sebbene il caso attuale sia molto specifico, lo stesso criterio verrà applicato ora per indagare su altri tipi di rimodulazione.
Dalla reprimenda dell’Agcom resta escluso Iliad, l’operatore francese che un buon successo ha riscosso in Italia, in quanto le condizioni proposte sono state ritenute ben chiare sin dall’inizio, e finora non c’è stata alcuna rimodulazione né costo nascosto.