Dopo Monaco, un’altra città tedesca punta all”’indipendenza digitale”.
È indipendenza digitale (o anche sovranità digitale) il motto che sta prendendo piede in Germania nel campo dell’Ict.
Il significato di questa espressione non è difficile da capire: si tratta di una crescente diffidenza verso i software sviluppati all’estero (Usa e Cina, per lo più) e del conseguente desiderio di sostituirli con alternative che siano, se non proprio locali, almeno completamente sotto il controllo di chi le utilizza.
Questo atteggiamento ha portato a una nuova considerazione verso l’open source, dato che la disponibilità dei sorgenti di quanto viene rilasciato con licenze compatibili con questa filosofia soddisfa i requisiti dell’indipendenza digitale.
Abbiamo quindi assistito non molto tempo fa alla decisione di tornare a Linux (e in generale ai software a sorgente aperto) presa dalla città di Monaco di Baviera. Ora nella stessa direzione si muove Amburgo.
Una coalizione composta dal Partito Socialdemocratico e dai Verdi ha portato alla stesura di un piano lungo ben 200 pagine in cui vengono presentati i piani per la gestione cittadina nei prossimi cinque anni. Tra questi, c’è anche il passaggio all’open source, abbandonando Microsoft.
«Per il futuro, noi puntiamo ad avere sempre più software open source e vogliamo anche sviluppare il nostro codice, che resterà aperto» ha spiegato Farid Mueller, dei Verdi.
La filiale tedesca di Microsoft ha commentato la vicenda con una certa serenità, sostenendo che «l’azienda non vede il desiderio di un maggiore quantitativo di software open source come un attacco. Anche Microsoft, ora, usa e sviluppa molto software open source, e accoglie volentieri una competizione leale».