Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di assistere ad una presentazione esclusiva di Ghostwire: Tokyo, il prossimo titolo di Tango Gameworks in arrivo su PlayStation 5 e PC. Questa è stata l’occasione per approfondire meglio alcuni aspetti e meccaniche del gioco nato dallo studio di Shinji Mikami, il creatore della serie Resident Evil e The Evil Within. Andiamo quindi a scoprire cosa ci aspetta.
TRAMA ED ESPLORAZIONE
L’evento realizzato da Tango Gameworks ci ha permesso di scoprire qualche dettaglio in più sulla trama e le meccaniche alla base del titolo, oltre a vederlo finalmente in azione in una lunga sessione di gameplay. Il gioco è ambientato in una Shibuya completamente trasformata dalla comparsa di una misteriosa e letale nebbia, che causa una vera e propria scomposizione di chiunque ne entri in contatto: il corpo materiale scompare e al suo posto resta solo una traccia dell’anima.
Le vittime del fenomeno sono oltre 100.000, ma tra queste non è presente il protagonista della storia che impersoneremo durante la campagna, Akito. Misteriosamente protetto dagli effetti della nebbia, Akito si ritroverà a collaborare con lo spirito di una sorta di medium, chiamato KK. KK avrà il ruolo di vera e propria guida spirituale per Akito grazie alla sua conoscenza del paranormale e dei misteriosi poteri che si sono risvegliati nel protagonista (il nome è Ethereal Weaving), grazie ai quali c’è una speranza di poter riportare la situazione alla normalità.
Dal lato opposto dello schieramento troviamo il misterioso Hannya, probabilmente responsabile dell’attacco a Shibuya e in qualche modo collegato sia con KK che con Akito; sarà lui – almeno a quanto emerso sino ad ora – l’antagonista principale. Per tutta la città troveremo anche i cosiddetti Visitors, delle creature spirituali provenienti dall’underworld che hanno imprigionato le anime delle persone toccate dalla nebbia. I Visitors assumono diverse fattezze, tra cui quella del più classico slender man e di versioni distorte degli yokai tipicamente giapponesi.
L’obiettivo generale di Akito è quello di liberare Shibuya da queste presenze e portare al sicuro le anime delle persone coinvolte (utilizzando un misterioso telefono pubblico!) e per fare ciò sarà necessario esorcizzare le diverse aree della città – andando quindi a sbloccare nuove zone -, più precisamente i portali Torii che adornano i vari templi sparsi per la cittadina. Esorcizzare una zona non la rende del tutto sicura, ma permetterà ad Akito di esplorarla e combattere tutti i Visitors presenti al suo interno.
La mappa di gioco si svelerà quindi gradualmente agli occhi del giocatore, andando ad espandersi sempre di più con il procedere della trama. Da quello che ci è parso di capire, ogni zona è liberamente esplorabile ma permane una certa linearità di fondo che mantiene l’esplorazione entro certi limiti, quindi non ci troviamo affatto davanti ad una struttura particolarmente aperta. Gli espedienti narrativi utilizzati per giustificare il campo d’azione limitato a Shibuya riguardano la presenza di una misteriosa barriera che circonda la città (quartiere è riduttivo) e la già citata nebbia che impedisce di accedere a zone non esorcizzate in precedenza.
Molto interessante, invece, l’approccio con la verticalità, dal momento che nello spezzone di gameplay che abbiamo visto ci è parso che anche i tetti di Shibuya ospiteranno nemici e collezionabili da scoprire. Lo spostamento verticale è affidato all’interazione con degli yokai benevoli o neutrali; non tutte le creature presenti, infatti, sono malvagie visto che alcune svolgeranno ruoli di supporto (ad esempio, potete agganciarvi ad un Tengu per volare), mentre altre gestiranno dei veri e propri negozi.
Abbiamo parlato di collezionabili in quanto il titolo sembra essere ricco di elementi secondari da raccogliere, oltre a presentare più di 240.000 spiriti da salvare. Sia chiaro, il numero di spiriti non equivale al numero di missioni o NPC con cui interagire, visto che un nemico sconfitto può rilasciare diverse decine di spiriti in un colpo solo.
COMBATTIMENTO: IL DOCTOR STRANGE DI SHIBUYA
Il risveglio dell’ Ethereal Weaving in Akito ha permesso al protagonista di padroneggiare diversi attacchi spirituali eseguibili tramite i mudra (le posizioni delle mani; avete mai visto Naruto?). Ogni attacco dispone anche di una determinata affinità elementale (tipo fuoco, vento, acqua e così via) che determina sia il tipo di effetto che di danno causato ai Visitors presenti a Shibuya e consuma una carica dell’elemento corrispondente.
In pratica le cariche corrispondono ai proiettili a disposizione di Akito, che vengono rilasciati dai nemici sconfitti ed è quindi possibile restare costantemente riforniti. Oltre ai semplici attacchi elementali, Akito dispone anche di una particolare mossa che genera dei fili spirituali (qui sembra quasi di controllare Doctor Strange) che permettono di imbrigliare ed esorcizzare gli spiriti maligni; questi possono essere utilizzati sia come colpo finale (ed è possibile concatenarli), sia per effettuare degli attacchi furtivi che portano all’esorcismo istantaneo dell’avversario. Per finire, nei primi momenti della campagna Akito entrerà anche in possesso di un arco, andando quindi ad espandere ulteriormente le sue capacità offensive.
Da quello che abbiamo avuto modo di vedere, il sistema di combattimento di Ghostwire: Tokyo trasmette una piacevolissima sensazione di fluidità, specialmente nell’alternanza tra i vari attacchi di Akito, le movenze delle mani e i gesti finali che provocano la distruzione degli spiriti. L’impostazione è quella tipica di un FPS, ma non mancano elementi come la parata e la schivata da utilizzare con il giusto tempismo.
Il flusso degli scontri è sempre costante e l’alternanza tra i vari poteri spirituali – incluso l’utilizzo dell’arco – ci sembra offrire una sensazione molto appagante; dobbiamo testarlo pad alla mano, ma le premesse per un gameplay soddisfacente ci sono tutte. Siamo anche curiosi di capire in che modo sono stati supportati i grilletti ad intensità variabile e la vibrazione aptica: Tango Gameworks ha infatti confermato che il titolo sfrutta tutte le caratteristiche del DualSense (abbiamo visto che durante l’esplorazione si possono rompere alcuni sigilli disegnando dei segni sul touch pad del controller).
CONCLUSIONI E ASPETTATIVE
Ghostwire Tokyo sarà disponibile su PS5 e PC a partire dal 25 marzo (dal 22 per chi ordinerà l’Edizione Deluxe su PS5) e questo primo contatto con il titolo di Tango Gameworks e Bethesda Softworks ci ha colpito positivamente. L’ambientazione di Shibuya si è rivelata particolarmente convincente, specialmente quando questa viene contaminata e distorta dagli effetti malevoli dell’underworld, che creano degli effetti molto simili a quelli di The Medium, senza però avere quel passaggio immediato tra due mondi. In questo caso è l’ambientazione attorno a noi a cambiare in maniera volutamente caotica.
Resta da capire la longevità complessiva della trama – al netto delle quest secondarie – e come evolverà il sistema di combattimento nelle fasi più avanzate del gioco, dal momento che lo sblocco delle abilità di Akito è graduale (troviamo anche un albero delle abilità), quindi non tutti gli attacchi elementali sono disponibili da subito.
Il comparto tecnico ci ha convinto in questo primo approccio su PS5, considerando la mole di effetti in azione durante le battaglie e la presenza di quello che ci è sembrato essere un frame rate solidamente ancorato ai 60 fps. Non sappiamo se il gioco offrirà altre modalità sotto questo fronte, ma la pulizia degli ambienti e la presenza di tantissimi dettagli ci sono parsi di ottimo livello.
Ghostwire: Tokyo si presenta quindi come un titolo davvero unico all’interno di un panorama che tende molto spesso a ricorrere alle stesse formule. La volontà di Tango Gameworks di emergere con una proposta originale è senza dubbio da apprezzare, specialmente quando le premesse paiono così solide. Ora non ci resta che attendere il lancio del titolo per la recensione completa, ma nel mentre potete dare uno sguardo al nuovo video di approfondimento pubblicato nelle scorse ore.
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