Tra il 2009 e il 2015 14.000 ricercatori hanno lasciato l’Italia, mentre il nostro Paese è tra gli ultimi in Europa per numero di laureati: per questo, ha rilevato il presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, la fuga dei ricercatori è uno sperpero. “Migliaia di giovani talenti sono costretti in questi anni a lavorare all’estero”, ha detto nella Cerimonia di Inaugurazione dell’anno accademico. “È necessario – ha aggiunto – un investimento straordinario e soprattutto continuo per sottrarre la ricerca italiana e l’Italia a un inevitabile declino, malgrado il gran numero di eccellenze che si riesce ancora ad esprimere”.
Proprio in quest’ottica, secondo Antonelli, il meritato Nobel 2021 a Giorgio Parisi non è stato un miracolo, ma la conferma delle eccellenze italiane, che sono poco sostenute dal Paese.
“Dovremmo riflettere – ha detto Antonelli – sulle modalità con cui è stato salutato il Nobel in Italia, quasi fosse un miracolo e non la conferma delle tante eccellenze che illustrano il nostro Paese nella ricerca scientifica e che purtroppo spesso non sono adeguatamente sostenute dal sistema Italia”.
Va difesa l’autonomia della ricerca
L’utonomia della ricerca è vitale, lo è stata in momenti bui nella storia e lo è ora, ha detto il presidente dei Lincei. L’indipendenza “è una chiave identitaria tanto più impegnativa e da rivendicare ogg, quando la scienza ha conseguito risultati determinanti nella lotta contro il Covid 19”, ha osservato. L’autonomia, ha aggiunto è “necessaria quando ogni grande questione scientifica, perfino la più evidente, è soggetta a contestazioni”, ha detto riferendosi anche alla citazione della biodinamica nella legge sull’agricoltura biologica e alla gestione dei fondi dell’Ingv
Lincei puntano ad accogliere più donne e giovani
Più donne e più giovani per rinnovare l’Accademia scientifica più antica del mondo. Questo uno degli obiettivi presentati da Antonelli, all’Inaugurazione del nuovo anno accademico.
“Negli anni recenti – ha detto Antonelli – si è verificato un aumento significativo della presenza delle donne nell’Accademia: la percentuale fra i soci è aumentata, dal 5, 7 % al 9, 6%, fino al 2019, ma rimane estremamente bassa quella complessiva, ben lontana dall’auspicata parità di genere”. Su un totale di 530 soci, nazionali, corrispondenti e stranieri, si registra la presenza di sole 51 socie. Una questione su cui i Lincei devono intervenire e alcune iniziative sono già state deliberate, come il patrocinio a borse di studio istituite dalle università Sapienza e Bicocca per il sostegno alle ricercatrici prima e dopo il congedo per maternità.
Ma secondo Antonelli c’è anche l’urgenza per l’inserimento di giovani: “dovremo realizzare un vero e proprio patto generazionale linceo per assicurare la presenza dei talenti scientifici più giovani all’interno dell’Accademia, anche mediante soluzioni nuove che non richiedano il lungo e complesso percorso delle modificazioni statutarie”.