Un’organizzazione non-profit di nativi americani pretende che la Fondazione Apache cambi nome, accusandola di appropriazione culturale.
La Apache Foundation è probabilmente uno dei nomi più noti del mondo open source: sotto il suo ombrello si raccolgono progetti come OpenOffice, la licenza Apache e, naturalmente, il web server Apache.
Ora però qualcuno ha da dire non tanto sull’operato della Fondazione, quanto piuttosto sul suo nome: secondo l’organizzazione non-profit americana Natives in Tech, infatti, esso non rispetta il nome delle tribù di nativi americani che formano la Nazione Apache.
Con un post intitolato Apache Appropriation, l’organizzazione argomenta che la Fondazione Apache dovrebbe cambiare nome in quanto esso sarebbe una prova evidente di «appropriazione di culture indigene» da parte dei fondatori.
Il nome del popolare web server, da cui poi è nata la fondazione, deriva, secondo il suo creatore Brian Behlendorf, semplicemente dal fatto che egli intendeva dare al proprio progetto un nome che non fosse allineato a quelli che andavano di moda al tempo, «cyber questo o spider quello o qualcosa di questo tipo», come spiega Behlendorf stesso nel documentario Trillions and Trillions Served.
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«Avevo appena visto un documentario su Geronimo e sugli ultimi giorni della tribù nativa americana chiamata Apache […] e loro furono l’ultima tribù a dover cedere il proprio territorio e per me ciò, quasi romanticamente, rappresentava quel che mi pare stessimo facendo con il progetto del web server» racconta ancora Behlendorf.
È proprio questa frase a mandare su tutte le furie Natives in Tech, che ritiene questa presentazione «romantica» di «una comunità viva e vitale come ormai morta e tramontata al fine di fondare un’azienda tecnologica» un residuo di una ormai passata visione da «spaghetti western» che è «tanto ignorante quanto offensiva».
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Il post si dilunga poi sulla «cancellazione» delle culture indigene e sulla loro «romanticizzazione», affermando poi che la mancanza dell’elenco di tutte le nazioni Apache nelle pagine del sito ufficiale delle Fondazione è una «mancanza di rispetto verso la provenienza e l’origine del nome, evitando qualsiasi responsabilità la fondazione abbia nei loro confronti».
La Fondazione Apache, dal canto proprio, per ora ha fatto sapere di «essere in ascolto» di quanto Natives in Tech ha da dire, ricordando allo stesso tempo che «poiché siamo un’organizzazione non-profit gestita da volontari, i cambiamenti richiederanno tempo per essere valutati attentamente dai membri, dai dirigenti, e dal team legale. I nostri membri stanno esaminando modi alternativi di affrontare la questione, ma per ora non abbiamo nulla da condividere».
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