Calano drasticamente i consumi rispetto ai chip M1, e le prestazioni aumentano del 30% – 50%.
Al di là delle varie caratteristiche dei dispositivi presentati da Apple nel corso dell’evento Scary Fast, tenutosi il 30 ottobre, la vera star è il chip M3, che proprio in quell’occasione ha fatto il suo debutto.
Come il nome lascia chiaramente intuire, si tratta della terza generazione di chip ARM creati da Apple e basati sull’architettura Apple Silicon, che l’azienda di Cupertino adopera sin dall’abbandono completo di Intel non solo su iPhone e iPad, ma anche su MacBook e iMac.
Bisogna dare atto a Apple di essere riuscita a creare, con la serie M, chip che offrono notevoli prestazioni e allo stesso tempo sono estremamente efficienti dal punto di vista energetico.
La terza generazione di questi chip si presenta in tre versioni: M3, M3 Pro e M3 Max; se la gamma completa seguirà le solite regole, all’appello manca solo la versione M3 Ultra, che potrebbe arrivare prossimamente.
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Sono i primi chip M realizzati a 3 nanometri e sono anche i primi a integrare tecnologie di ray tracing hardware e dynamic caching (ossia la capacità di allocare la quantità di memoria necessaria in tempo reale), oltre all’accelerazione hardware per il Mesh Shading: Apple ha non a caso tenuto a sottolineare che i più grandi progressi riguardano la GPU integrata, basata sull’architettura dei chip A17 Pro degli iPhone 15 Pro e Pro Max.
Il risultato di tutto ciò è la capacità di offrire prestazioni del 65% superiori e realizzare rendering 2,5 volte più velocemente di quanto facessero i chip M1, con un consumo energetico pari a circa la metà.
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L’aumento delle prestazioni è generalizzato. Sappiamo che i chip M contengono due diversi tipi di core: quelli ad alte prestazioni e quelli ad alta efficienza, una soluzione che anche i produttori di processori concorrenti stanno adottando da qualche tempo.
I chip M3, rispetto ai chip M1, sono il 30% più veloci per quanto riguarda i core ad alte prestazioni e il 50% più veloci per quanto riguarda i core ad alta efficienza; per quanto riguarda i consumi, inoltre, Apple si limita a dire che il MacBook Pro 14 con chip M3 può arrivare a un’autonomia di 22 ore.
Per quanto riguarda il supporto alla memoria RAM, ora il massimo quantitativo gestibile è pari a 128 Gbyte: ciò, secondo quanto ha dichiarato Apple, consentirà di adoperare i computer portatili come i nuovi MacBook per compiti finora per loro impossibili proprio a causa delle elevate richieste di memoria, come l’addestramento dei modelli di IA. A questo scopo, inoltre, il Neural Engine rinnovato integrato negli M3 offre prestazioni del 60% superiori a quelle degli M1.
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Miglioramenti sono dunque presenti in tutti i campi, anche se è difficile non notare come Apple durante la presentazione abbia portato paragoni relativi quasi soltanto ai chip M1, e non ai più recenti M2.
Al momento possiamo solo speculare che ciò sia dovuto al fatto che i progressi, rispetto agli M2, siano meno spettacolari; quando arriveranno i risultati dei primi test condotti sul campo sapremo se l’ipotesi corrisponda alla realtà.
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