Domani possiamo dare ufficialmente il benvenuto all’estate: il 21 giugno alle ore 17,54 (italiane) è il solstizio d’estate, che è anche il giorno più lungo dell’anno. In quel momento il Sole “raggiunge il punto più a Nord dall’equatore celeste, che è la proiezione in cielo dell’equatore della Terra” ha detto all’ANSA l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope.
Per noi che abitiamo nell’emisfero boreale è anche il giorno più lungo dell’anno perché, ha spiegato l’astrofisico “la posizione del Sole così settentrionale nel cielo fa in modo che il suo percorso diurno si svolga principalmente al di sopra dell’orizzonte”. Per l’emisfero australe, invece, in questo giorno cade il solstizio invernale.
La parola solstizio, che viene dal latino solstitium, composto da sol, ‘Sole’, e sistere, ‘fermarsi’, svela già il fenomeno astronomico perché “con il suo significato – ha osservato Masi – ci ricorda che il Sole nel suo movimento apparente lungo le costellazioni dello Zodiaco sembra fermare la sua ascesa (d’estate), e dunque sostare nel cielo, prima di cominciare la discesa che toccherà il punto più a Sud il giorno del solstizio d’inverno”.
La data del solstizio d’estate non cade sempre il 21 giugno, ma oscilla tra il 20 e il 22 giugno, per ‘colpa’ del calendario e in particolare degli anni bisestili: ”La Terra – ha spiegato l’astrofisico – impiega 365 giorni e circa sei ore per compiere un’orbita completa intorno al Sole”. Le sei ore, ha proseguito, vengono recuperate ogni quattro anni con l’introduzione degli anni bisestili, che hanno 366 giorni. Per lo stesso meccanismo oscillano anche le date del solstizio d’inverno e dell’equinozio di primavera e autunno, che si verificano rispettivamente tra il 20 e 22 dicembre, fra il 19 e il 21 marzo e fra il 21 e 24 settembre.