Tra gli addetti ai lavori la notizia circolava da tempo: Facebook lancerà una propria valuta in una dozzina di Paesi entro la fine del prossimo anno. Si chiamerà Libra ed è il risultato di un anno di lavoro di Calibra, una società che il numero uno dei social network aveva creato a questo scopo.
Nelle ultime settimane Mark Zuckerberg ha incontrato il Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, alcuni rappresentanti del Tesoro americano e i manager di Western Union, società specializzata nel trasferimento a basso costo di somme di denaro tra privati.
Criptosocial. Secondo quanto reso noto fino ad oggi, la moneta di Facebook sarà una criptovaluta, sarà solo digitale e sarà garantita dalla blockchain, la stessa tecnologia utilizzata per la gestione delle transazioni in bitcoin e di cui abbiamo parlato diffusamente.
Gli utenti di Facebook potranno quindi acquistare direttamente online la valuta di Zuckerberg ed utilizzarla per fare shopping all’interno del social network: con la nuova moneta si potranno pagare i beni e i servizi messi in vendita online da privati e aziende, ma anche, per dire, mandare dei soldi a un figlio che studia all’estero o fare una donazione a un ente benefico. I pagamenti avverranno attraverso Messenger, Whatsapp e una app dedicata che sarà sviluppata allo scopo.
Sicuri che sia sicuro? Funzionerà? Chi lo sa: Facebook dovrà prima di tutto guadagnarsi la fiducia degli utenti e convincerli che cambiare il proprio denaro in Libra non è, e non sarà, una fregatura.
E poi dovrà garantire la sicurezza dei portafogli: il “wallet” (borsellino virtuale) di Facebook sarà davvero a prova di hacker? La cronaca degli ultimi anni riporta diversi casi di operatori dell’ecosistema bitcoin “bucati” da pirati informatici che in pochi minuti hanno fatto sparire milioni di dollari dai conti di ignari utenti.
Cosa dice la legge. Tra le difficoltà che Zuck dovrà affrontare ci saranno anche quelle legali: in diversi Paesi per poter emettere una criptovaluta che abbia valore legale, che sia cioè utilizzabile per perfezionare scambi validi a norma di legge, serve l’autorizzazione ad operare come banca. E non è detto che le Banche Centrali siano disposte a rinunciare al monopolio sulla moneta a vantaggio di un operatore che, di fatto, è in tutti gli smartphone e in tutti i PC del mondo.
Un paio di numeri possono dare un’idea del potenziale di Libra: secondo le più recenti stime, nel mondo le criptovalute sono utilizzate da circa 30 milioni di persone. Pochine se paragonate ai 2,4 miliardi di utenti unici mensili dichiarati da Facebook.
Potere al conio. Lord King, ex Governatore della Banca d’Inghilterra, già vent’anni fa aveva messo in guardia le banche sul rischio di diventare irrilevanti se le valute digitali avessero iniziato a diffondersi.
Infine ci sarà da capire se e come l’azienda di Mountain View riuscirà a proteggere la propria moneta dalle fluttuazioni che hanno caratterizzato il bitcoin e le altre criptovalute: il rischio è che pochi investitori riescano a speculare sulla nuova valuta facendone oscillare il prezzo e innescando così fenomeni di inflazione digitale che porterebbero ad una perdita di potere d’acquisto da parte degli utenti.
Dati contro Moneta. Ma perché Facebook è così interessata a battere moneta? Poter seguire direttamente, senza intermediari, le transazioni dei propri utenti consentirebbe a Facebook di avere un punto di vista privilegiato su ciò che succede all’interno dei social network. L’azienda potrà così raccogliere nuove e preziose informazioni sul comportamento di consumo e di acquisto dei propri utenti ed arricchire ulteriormente i suoi già enormi database.
Garrick Hileman ricercatore alla London School of Economics, recentemente ha dichiarato alla BBC che l’emissione della “valuta di Facebook” potrebbe essere l’evento più significativo nella storia delle valute digitali.