Ma non chiamateli così. Anzi, non nominate Facebook.
Formalmente si chiamano Ray-Ban Stories, ma sono gli occhiali “smart” di Facebook. Sono stati presentati ieri (9 settembre) e ne parlano un po’ tutti, per cui la faccio breve: non sono occhiali a realtà aumentata. Non mostrano immagini sulle lenti.
Sono semplicemente degli occhiali che hanno due fotocamere, altoparlanti, tre microfoni, una memoria da alcuni GB e una batteria che dura circa sei ore e si collegano senza fili allo smartphone. Fanno foto e video (massimo 30 secondi) e possono riprodurre musica o l’audio di una telefonata. Costano da 330 euro in su a seconda delle lenti (anche correttive) che vengono montate.
Tecnologicamente sono un capolavoro di miniaturizzazione, visto che hanno l’aspetto di normali occhiali con frontale e astine leggermente spesse (sono molto più eleganti e discreti dei primi Spectacles di SnapChat di cinque anni fa), ma la domanda che viene spontanea a molti è se il loro aspetto così normale non li renda un nuovo modo per fare i ficcanaso.
In fin dei conti, se oggi una persona vuole fotografare qualcuno deve prendere in mano il telefonino (o la fotocamera, per chi ancora la usa) e puntarla verso il soggetto, con un gesto abbastanza vistoso. Se la fotocamera è integrata negli occhiali, fare una foto o un video di nascosto diventa molto più facile.
Facebook dice di aver pensato a questo problema limitando la durata dei video e obbligando gli utenti a fare un gesto piuttosto visibile anche per azionare gli occhiali: per scattare una foto o registrare un video bisogna infatti toccare una delle astine o dare un comando vocale (al momento soltanto in inglese; sarà divertente sentire gli strafalcioni e i tentativi falliti). Inoltre sul frontale ci sono due piccoli LED bianchi che si accendono durante le riprese. Infine le foto e i video non vengono pubblicati direttamente su Facebook: restano sul dispositivo e spetta all’utente decidere se pubblicarli o no.
Tuttavia questi LED sono poco visibili e facilissimi da coprire, e lo stesso vale per le due telecamerine, per cui è facile non accorgersi che qualcuno vicino a noi ha due fotocamere sulla faccia. Buzzfeed nota che secondo Facebook coprire i LED è una violazione delle condizioni d’uso (sì, viviamo in un’epoca in cui gli occhiali hanno un regolamento di utilizzo). Questo sicuramente impedirà a chiunque di coprire le due lucette.
È presto per dire se avranno successo come gadget realmente utile o se verranno bocciati come accessori per molestatori: notate che Facebook, che già ha i suoi problemi con la privacy e le molestie, ha preso le distanze dal prodotto già nel nome. In effetti ci sono delle situazioni nelle quali può essere utile poter rispondere a una telefonata o scattare una foto immediatamente senza frugare nella borsa per trovare il telefonino e senza perdere l’attimo fuggente.
Resta anche la questione della legalità di portare occhiali con telecamera e microfono in ambienti privati, per esempio a scuola o in altri luoghi nei quali normalmente c’è il divieto di portare dispositivi di ripresa, e della difficoltà dei controlli per evitare violazioni e abusi.
Staremo a vedere, e soprattutto impareremo a guardare chi ci sta vicino non solo negli occhi, ma anche negli occhiali.
Fonti aggiuntive: Punto Informatico, BBC, ANSA, The Verge, PCMag, Facebook.