Birò Share, il servizio di car sharing elettrico, nasce a Procida, vuole conquistare altre città e borghi d’Italia e ha un obiettivo ambizioso: eliminare il traffico. Ecco perché può essere una rivoluzione, ma richiede un cambio totale di paradigma e deve superare la prova più ardua: l’accettazione da parte di una popolazione, quella italiana, nata con il boom dell’auto di proprietà, quella che nel dopoguerra diede la libertà di movimento a tutte le classi sociali.
PROCIDA HA UN PROBLEMA
Parlando con gli abitanti di Procida si scopre che l’isola ha un grosso problema, quello del traffico. Bella scoperta direte voi, non è certo la sola. Però con 7.500 auto private, più di 3.000 scooter e un imprecisato numero di veicoli commerciali leggeri (tutto per 10.000 abitanti), il problema di Procida (3,3 km quadrati) è paradossalmente più complesso di città che si estendono su una superficie maggiore.
La combinazione è di quelle letali: la maggior parte delle auto a Procida sono utilitarie compatte utilizzate per le commissioni quotidiane. La maggior parte delle auto a Procida, poi, fa parte di un parco circolante vecchio e più inquinante delle vetture di ultima generazione. D’altronde non ha senso investire in auto nuove per spostarsi sull’isola: parcheggiare è impossibile, bisogna letteralmente strisciare sui muri delle case e ogni veicolo a bordo strada porta i segni di battaglie quotidiane per il parcheggio.
Si entra quindi in un circolo vizioso dove gli abitanti non vogliono rinunciare alla comodità dell’auto per muoversi sull’isola, ma allo stesso tempo non ha senso aggiornare i mezzi in circolazione perché sono vere e proprie vetture da battaglia. Il traffico nelle ore di punta è invivibile, gli incentivi per la popolazione non bastano (autobus gratuiti) ed è necessario un cambio di approccio.
BIRÒ SHARE: ELETTRICO E CONDIVISO
Nasce proprio da un imprenditore locale, Nicola Ambrosino con Green Way, l’idea di salvare l’isola tramite la sharing economy. Si tratta del primo caso di car sharing con il Birò di Estrima, un quadriciclo leggero che proietta a terra la stessa impronta di un maxi-scooter quando parcheggiato (1,03 x 1,74 metri), beneficia delle quattro ruote, ha una cella di sicurezza identica a quella dei mezzi commerciali di piccola taglia e, negli ultimi tempi, integra di serie l’hardware per abilitare la condivisione, sia pubblica, sia privata.
Birò raggiunge i 45 o 60 km/h a seconda della versione (50ino elettrico o equivalente di un 125 cc), si guida con il patentino a partire dai 13 anni, è disponibile con batteria removibile da 3 kWh o fissa da 5 kWh. L’autonomia è di 100 km grazie al peso ridotto.
Piccolissimo significa scomodo: la posizione di guida costringe a qualche sacrificio con le gambe se siete alti, non si possono distendere. Eppure chi lo acquista solitamente si innamora, perché gli cambia la vita. All’inizio stento a crederci, poi mi ricordo dello stress di muovermi a Milano, parcheggiare i miei 4,7 metri di auto elettrica, preoccuparmi di trovare un posto lontano dagli incapaci che non sanno fare manovra e potrebbero danneggiarmela. E allora capisco, e rivaluto l’idea di stare scomodo per qualche chilometro per poi parcheggiare a cuor leggero.
Duretto di sospensioni, non climatizzato ma con il tetto apribile (in Estate è d’obbligo aprire anche le portiere quando fermi al semaforo), Birò è un kart senza il vantaggio del baricentro basso e con uno sterzo poco preciso. Eppure viaggia che è un piacere (per l’animo): quasi divertente, sguscia con uno scatto nel traffico (nonostante soli 4 kW di potenza) e si fa perdonare i suoi difetti perché, anche paragonandolo ad auto come Amì e Smart, si può parcheggiare davvero ovunque.
La flotta ha preso il via con 10 veicoli a disposizione di abitanti e turisti, ma l‘obiettivo è proprio quello di convincere gli abitanti a togliere dall’equazione l’automobile di proprietà, almeno in un contesto in cui questo è possibile come un isola. Infatti non stiamo parlando di vetture che servono al procidano anche per muoversi sulla terraferma, ma di vecchie utilitarie piazzate sull’isola solo per le esigenze locali, che possono essere soddisfatte benissimo con un mezzo in condivisione.
MOBILITÀ A ZERO EMISSIONI
Non si tratta solo di un progetto di car sharing ma l’obiettivo è anche quello di incidere positivamente sulle emissioni di CO2 sull’isola. Il primo vantaggio è intrinseco nella condivisione: meno veicoli in circolazione significa auto che si muovono con maggior fluidità, e quindi meno emissioni.
Il secondo è nella tecnologia: utilizzare auto elettriche sposta l’emissione di CO2 anche se l’elettricità generata è prodotta con fonti non rinnovabili. Senza dimenticare che una vettura a due posti leggera ed elettrica è molto più efficiente di un’auto vera che deve trascinarsi dietro un peso enorme per trasportare una o due persone.
Il terzo riguarda il progetto che prevede di alimentare i Birò in condivisione con un impianto fotovoltaico. Al momento basta un’infrastruttura da 6 kW per ricaricare la piccola flotta di 10 unità, tutte caratterizzate dalla ricarica lenta (1/1,2 kW) apposta per assicurare la compatibilità con qualsiasi presa, senza installare necessariamente colonnine costose e più complicate a causa delle autorizzazioni necessarie.
Produzione e consumo di energia sull’isola creano quindi un’economia circolare che, a regime, sarà davvero in grado di impattare sia sulla CO2, sia sul territorio.
COME FUNZIONA, QUANTO COSTA
Il funzionamento è semplice: l’app è fatta bene, la procedura è guidata in tutti i passaggi e l’intuitività permette di spiegare facilmente come utilizzarla anche a chi non fa parte della generazione di nativi digitali. Dopo la registrazione basta inquadrare un mezzo nella vita reale (o individuarlo sulla mappa virtuale e prenotarlo) e il gioco è fatto.
Il sistema è keyless, Birò si apre e non servono tasti di accensione: tolto il freno a mano siamo pronti a partire. Per terminare il noleggio c’è un tasto ben visibile nell’app. Si clicca, il software ci chiede di scattare una foto al veicolo parcheggiato e Birò è pronta per il prossimo cliente.
I residenti pagheranno 0,2€ al minuto più 0,8€ per l’attivazione mentre il costo per i turisti è di 0,5€ al minuto con 2€ di attivazione. Queste sono le cifre di avvio, ma non è da escludere la possibilità di rimodulazioni, tariffe speciali e abbonamenti se e quando il servizio prenderà piede e verrà potenziato. Estrima Birò si può guidare da 14 anni con il patentino, ma, per il momento, il servizio di sharing è abilitato solo ai maggiorenni.
UTOPIA?
Secondo uno studio, finora teorico, con una flotta di 50 Birò in condivisione si potranno soddisfare le esigenze di mobilità di gran parte dei 10.000 abitanti di Procida. Sulla carta è una bellissima utopia: 50 mezzi ne sostituiranno migliaia.
Una piccola conferma del fatto che siamo sulla buona strada è arrivata dal numero di monopattini e biciclette elettriche in forte crescita a Procida. È la prova, non che ce ne fosse bisogno, che erano in tanti a prendere l’auto per piccoli spostamenti perché colpiti dalla “sindrome del deretano gravoso“, e l’arrivo della micro-mobilità elettrica ha rappresentato un’alternativa.
Ora, con delle piccole quattro ruote che offrono protezione dalle intemperie e un minimo di bagagliaio, si potrebbe pensare alla quadratura del cerchio. Sarà davvero così?
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