La digitalizzazione della pubblica amministrazione in Italia procede ancora a rilento nella sua corsa ad ostacoli. Nonostante l’impulso della pandemia, gli esiti positivi dei progetti ammiragli e gli ingenti fondi predisposti, il ritratto che emerge dagli ultimi studi, come quello divulgato dall’Osservatorio Agenda digitale del Politecnico di Milano e ContrattiPubblici.org, è ancora lontano dall’assumere i connotati ideali, in particolare se si considerano gli obiettivi del PNRR (che ha destinato alla trasformazione digitale della PA quasi 10 miliardi di euro).
Eppure, i numeri del 2021 non appaiono così scoraggianti: i 12 milioni di identità SPID attivate, i 7,5 milioni di carte d’identità elettroniche rilasciate e i 15,3 milioni di download dell’App IO sembrerebbero tratteggiare scenari futuri più promettenti. Anche l’elenco dei servizi della PA che hanno trovato nuova dimora in Rete si sta rimpolpando a ritmo sostenuto.
A dimostrarlo è una delle ultime iniziative introdotte in Italia, posizionata ancora troppo in basso nella classifica sul livello di digitalizzazione degli Stati europei (nel 2021 era al ventesimo posto su 27, secondo il DESI, l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società della Commissione Europea): dal 1 febbraio è infatti possibile richiedere il cambio di residenza o dimora online attraverso l’Anagrafe Nazionale Popolare Residente (ANPR), il registro unico digitale contenente i dati anagrafici di oltre 67 milioni di italiani, prima gestiti da ciascun comune di appartenenza.
In quest’articolo proviamo a fare chiarezza su come effettuare il cambio di residenza online e sul ruolo cruciale ricoperto dall’ANPR.
SOMMARIO
DOV’È LA NOVITÀ?
Prima, però, una puntualizzazione: la legge 4 aprile 2012 n. 35 aveva già in parte sfoltito le tempistiche e le modalità delle procedure anagrafiche, introducendo, tra gli altri punti, la possibilità di inoltrare – per i cittadini dei comuni più virtuosi – le dichiarazioni anche per via telematica. Per quanto più immediata della fila agli sportelli, si tratta tuttavia di una prassi differente da quella recentemente introdotta, in quanto ancora saldamente legata alla gestione comunale – dunque parcellizzata – e di diversi gradi di efficienza a seconda delle realtà comunali.
CAMBIO DI RESIDENZA ONLINE PER 31 COMUNI
Come spiegato in apertura, per i cittadini di 31 comuni apripista, protagonisti di una prima fase sperimentale della durata di due mesi, è adesso possibile effettuare due importanti dichiarazioni anagrafiche interamente online attraverso il portale dell’ANPR:
- Il cambio di residenza per il trasferimento in qualsiasi comune (o dall’estero per gli italiani iscritti all’AIRE, il registro degli italiani residenti all’estero);
- Il cambio di abitazione in uno dei comuni prescelti.
Al termine del periodo di test, il servizio verrà progressivamente esteso a tutte le altre città dello Stivale.
Tra i comuni che hanno aderito al primo round, selezionati in squadra con l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) troviamo Bologna, Bergamo, Brescia, Bari, Lecco, Firenze, Venezia e molti altri. Di seguito la lista completa:
- Alessandria
- Altamura
- Bagnacavallo
- Bari
- Bergamo
- Bologna
- Brescia
- Carbonia
- Castel San Pietro Terme
- Cesena
- Cuneo
- Firenze
- Forlì
- Laives
- Latina
- Lecco
- Lierna
- Livorno
- Oristano
- Pesaro
- Potenza
- Prato
- Rosignano Marittimo
- San Lazzaro di Savena
- San Severino Marche
- Teramo
- Trani
- Treia
- Trento
- Valsamoggia
- Venezia
COME RICHIEDERLO
Richiedere il cambio di residenza o abitazione online è un processo semplice e intuitivo: dopo aver fatto accesso al portale dell’Anagrafe attraverso la propria identità digitale – le credenziali ammesse sono il Sistema pubblico d’identità digitale (SPID), la Carta d’identità elettronica (CIE) o la Carta nazionale dei servizi (CNS) – si potranno inserire o modificare i propri dati anagrafici all’interno dell’area riservata dei servizi del cittadino.
Al termine del processo, che al contrario di procedure simili si basa su pochi click, si potrà procedere con l’invio della domanda. I giorni successivi, il comune invierà al cittadino richiedente un feedback sullo stato di lavorazione della proposta.
I comuni possono invece gestire le dichiarazioni online utilizzando l’applicazione web di ANPR, oppure attraverso i propri applicativi gestionali, una volta aggiornati con le modifiche o integrazioni richieste.
IL RUOLO DELL’ANPR
Se prima le identità dei cittadini italiani erano disperse nei 7.904 comuni del Paese, oggi sono quindi raccolte in un’unica anagrafe nazionale. La banca dati centralizzata del Ministero dell’interno, cui fanno riferimento la PA, le società partecipate e i gestori dei servizi pubblici, è stata introdotta con l’intento di semplificare e standardizzare questi ultimi, rendendoli più accessibili, sicuri ed efficienti per i cittadini. Procedure che fino a poco tempo fa non potevano prescindere dalle interminabili file agli sportelli possono ora essere comodamente eseguite utilizzando il PC di casa.
L’istituzione di un’anagrafe nazionale rappresenta un passo obbligato nell’agenda digitale del Paese, uno dei tasselli cardine su cui si impernia l’intero processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Partito inizialmente a rilento, il progetto negli ultimi anni ha ingranato la marcia e dal 2016, anno dell’ingresso del primo comune italiano sul database (Bagnacavallo, in provincia di Ravenna), si è arrivati, lo scorso 18 gennaio, al trasferimento completo di tutti i comuni italiani.
Il numero di servizi veicolati dalla piattaforma è ancora al momento ridotto, ma il ventaglio di possibilità è destinato ad ampliarsi nel prossimo futuro, come assicura lo stesso Ministero dell’interno. Attualmente, oltre al cambio di residenza, il portale dell’ANPR permette di scaricare 14 certificati digitali diversi – come il certificato di cittadinanza o di stato civile – autonomamente e gratuitamente.
I VANTAGGI DELL’ANPR
Sono innumerevoli i vantaggi derivanti dall’introduzione di un database nazionale in cui confluiscano tutti i dati della popolazione, in primis l’inevitabile snellimento della burocrazia e la maggior accessibilità ai servizi pubblici, che diventano usufruibili e consultabili in qualsiasi momento, oltre che fondati su informazioni condivise in continuo aggiornamento. Per i cittadini, accedere ai propri dati in tempo reale e integrarli o modificarli in pochi passaggi comporta un prezioso risparmio di tempo e risorse, dunque un indiscusso aumento della qualità della vita. Una banca dati uniforme aggira inoltre gli errori e le duplicazioni dei dati, un fenomeno provocato, fino a prima del suo avvento, da una gestione frammentaria e decentralizzata. L’anagrafe unica digitale è inoltre un’infrastruttura sicura, che poggia su rigidi sistemi di sicurezza che garantiscono la protezione dei dati dei cittadini.
Sebbene i traguardi da raggiungere siano ancora diversi, un plauso va quindi alla Pubblica Amministrazione per essere riuscita nel difficile intento di digitalizzare un servizio così articolato.
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