Dopo appena tre giorni dalla sua riaccensione, il più grande acceleratore di particelle al mondo ha già conquistato un nuovo record: grazie agli aggiornamenti apportati in questi tre anni di stop programmato, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra – al quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) – ha accelerato i suoi due fasci pilota di protoni a un’energia mai raggiunta prima, pari a 6,8 TeV (Teraelettronvolt). Lo ha fatto durante le attività preparatorie alla prossima presa di dati ‘Run 3’, che dovrebbe partire in estate. Lo comunica il Cern su Twitter.
“La storia dei record di Lhc è iniziata nel 2009, quando abbiamo portato il nostro primo fascio a un’energia di 1,18 TeV, superiore al precedente record di Tevatron pari a 1 TeV”, ricorda Jorg Wenninger, coordinatore delle operazione di Lhc. “Nel 2010 ci siamo spinti a 3,5 TeV, mentre due anni dopo siamo arrivati a 4 TeV, il valore più alto nella prima fase operativa di Lhc”. Questa sequenza è stata interrotta da un prima lunga pausa tecnica volta a riconsolidare alcune parti dei magneti.
“Questo – prosegue Wenninger – ci ha permesso nel 2015 di raggiungere i 6,5 TeV, ancora un nuovo record mondiale. Abbiamo lavorato così per tre anni fino a un nuovo stop per un ulteriore consolidamento del sistema di sicurezza dei magneti, che ci ha portato oggi a fare un ulteriore passo fino a 6,8 TeV, molto vicino all’energia di 7 TeV per cui Lhc è stato progettato. Questo è ovviamente un giorno importante per noi, perché un fascio ha raggiunto questa energia per la prima volta, ma è solo l’inizio di un lungo periodo di riavvio che ci porterà ad avere le collisioni alla più alta energia fra 6-8 settimane”.