L’Europa lo aveva anticipato e la proposta è puntualmente arrivata: la Commissione ha avviato la procedura volta ad introdurre a livello comunitario il cosiddetto certificato verde digitale, vale a dire una sorta di passaporto vaccinale introdotto con l’obiettivo di rendere più sicuri gli spostamenti delle persone in Europa. Il certificato attesterà infatti che una persona è stata vaccinata contro la malattia causata dal Sars-Cov-2 consentendogli di muoversi con meno limitazioni all’interno dell’Unione:
Con il certificato verde digitale, stiamo adottando un approccio europeo per garantire che quest’estate i cittadini dell’UE e i loro familiari possano viaggiare in sicurezza e con restrizioni minime – Didier Reynders, Commissario per la Giustizia.
Il certificato sarà disponibile gratuitamente (anche in forma cartacea) e abbinato ad un codice QR che ne attesterà la validità. È prevista inoltre la costituzione di un centro coordinamento che si occuperà di garantire che tutti i certificati possano essere verificati in ogni Stato dell’Unione e di fornire supporto ai Governi per l’attuazione tecnica dei certificati.
Il valore aggiunto rispetto alle singole iniziative nazionali sta nel fatto che si tratta di un sistema standardizzato tra tutti gli Stati membri che servirà anche a contrastare la diffusione di certificati di vaccinazione falsi o comunque non riconosciuti a livello europeo.
NON SARÀ INDISPENSABILE PER VIAGGIARE NÈ DISCRIMINATORIO
Una delle domande che l’introduzione di uno strumento come il certificato verde digitale solleva riguarda eventuali limiti alla circolazione delle persone disposte in base alle informazioni riportate nel certificato o al suo stesso possesso: per dirla diversamente, c’è il timore che vaccinarsi o non vaccinarsi possa segnare la differenza tra poter viaggiare o meno all’interno dell’Unione Europea, o poterlo fare con più o meno limitazioni.
È bene precisare subito che la Commissione rassicura: il certificato non sarà essenziale per viaggiare, eloquenti le parole del Commissario alla Giustizia:
Il certificato verde digitale non sarà una conditio sine qua non per la libera circolazione e non sarà in alcun modo discriminatorio.
I VANTAGGI PER IL CITTADINO EUROPEO: MENO RESTRIZIONI
Vero è che chi dimostrerà di essersi vaccinato potrà andare incontro a meno restrizioni (es. obblighi di sottoporsi a test o a quarantena), ma la decisione ultima viene demandata dalla Commissione ai singoli Stati membri.
Spetterà sempre agli Stati membri decidere da quali restrizioni sanitarie possano essere esentati i viaggiatori.
Per evitare però che i Governi si muovano in maniera caotica e scoordinata la Commissione aggiunge:
Gli Stati membri dovranno però applicare tali esenzioni allo stesso modo ai viaggiatori titolari di un certificato verde digitale.
Vale a dire che tutti i cittadini europei in possesso di un certificato verde saranno certi di andare incontro alle stesse esenzioni in uno Stato membro dell’Unione – non ci saranno discriminazioni in base al Paese (europeo) di provenienza.
LE INFORMAZIONI CONTENUTE NEL CERTIFICATO VERDE DIGITALE
L’informazioni sullo stato di vaccinazione contro il virus Sars-Cov-2 è una delle principali informazioni contenute nel certificato verde digitale ma non l’unica. Il certificato verde digitale infatti racchiude tre tipi di certificati:
- Certificati di vaccinazione
- Certificati dei test (test NAAT/RT-PCR o test rapido antigenico)
- Certificati per le persone guarite dalla Covid-19
Appare quindi chiaro perché possedere il certificato verde digitale sarà utile anche a persone non ancora vaccinate, che potranno però dimostrare rapidamente di essersi sottoposte ad un test con esito negativo o di essere guarite dalla malattia (e quindi, in base alla data di guarigione, anche di avere anticorpi residui).
E la privacy? Anche su questo punto la Commissione rassicura sottolineando che il certificato conterrà esclusivamente informazioni essenziali che verranno sottoposte a controllo solo per confermare e verificare l’autenticità e la validità dei certificati:
- nome
- data di nascita
- data di rilascio
- informazioni sui vaccini, sui test e sulla guarigione
- codice identificativo univoco del certificato
Tutte le informazioni saranno redatte nella lingua dello Stato membro di rilascio e in inglese.
TITOLARI, VALIDITÀ E DURATA
Il certificato verde digitale può essere rilasciato ai cittadini dell’Unione Europea e ai loro familiari, indipendentemente dalla loro nazionalità. La Commissione prospetta che possa essere anche concesso ai cittadini non europei ma che risiedono nell’Unione e ai visitatori che hanno diritto a raggiungere negli Stati membri.
La validità sarà estesa a tutti gli Stati membri dell’Unione e aperta a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Ultimo aspetto da segnalare riguarda il fatto che si tratta di una misura temporanea: sarà utilizzato sino a quando continuerà l’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia. Sul punto la Commissione è esplicita:
Il sistema del certificato verde digitale è una misura temporanea. Sarà sospeso una volta che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) avrà dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria internazionale COVID-19.
QUANDO ENTRA IN VIGORE
La Commissione chiarisce che per essere completamente approvata prima dell’estate la proposta sul certificato verde digitale deve essere rapidamente approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo. Anche gli Stati membri dovranno fare la loro parte nel frattempo, adottando le norme tecniche attuative per assicurare che i certificati verdi digitali siano interoperabili in tutta l’Unione e rispettosi delle norme per la tutela dei dati personali. Ci vorranno quindi ancora diversi mesi prima che il sistema entri a regime.
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Articolo aggiornato il 18 marzo con l’aggiunta del video approfondimento
Immagine in apertura: credits Maridav @Shutterstock