Su una cosa concordiamo io, Marco, e Davide: sia Vivo X200 Pro sia Xiaomi 15 Ultra sono due smartphone che ti fanno dimenticare (quasi) tutti gli altri. Entrambi utilizziamo un iPhone 16 Pro, Davide poco di più io poco di meno (lo uso come videocamera secondaria e lo amo per questo utilizzo, meno per gli altri), ma nel corso del 2024 e 2025 abbiamo utilizzato tantissimo anche Samsung Galaxy S24 Ultra e ora S25 Ultra.
Bene, con questi due smartphone abbiamo messo gli altri nel cassetto e non ne stiamo sentendo la mancanza, che per due smartphone cinesi come Vivo e Xiaomi non è cosa da poco. Tutto quel mischione di super novità hardware è finalmente supportato da un software degno, usabile nel quotidiano anche per chi è abituato al meglio del meglio (iOS e OneUI).
Da quando io ho in mano il Vivo, praticamente ottobre 2024, e da quando Davide ha in mano lo Xiaomi, quasi inizio febbraio 2025, ci stiamo divertendo tantissimo ad utilizzarli. Non ci nascondiamo dietro ad un dito, il motivo principale è chiaramente il comparto fotografico e finalmente anche quello video. Anni fa smartphone di questo tipo generavano incredibili foto ma per i video erano ancora discutibili, ora invece finalmente si sta ponendo attenzione anche su questo fattore! Video Dolby Vision HDR, LOG su tutte le lunghezze focali, LUT dedicate, gestione direzionale dei microfoni, bei bitrate, belle modalità slow motion, 4K/120fps ed una buona “pasta” come si dice in gergo fotografico.
Vivo X200 Pro è uscito a 1299€ per l’unico taglio di memoria 12/512GB mentre lo Xiaomi 15 Ultra sempre nel taglio 12/512GB arriva a costare 1499€ (e ti regalano orologi, kit fotografici, mille coupon per tagliare ancora il prezzo ed un set di materassi in micromolle).
Lo sapete, non siamo amanti di questi super bundle da abbinare poi a mille coupon, svalutano secondo noi il valore di un prodotto e del brand (e anche poi il prezzo dell’usato per eventuali rivendite!!) ma a conti fatti lo Xiaomi 15 Ultra potrebbe arrivare, oggi, ad avere un prezzo di acquisto paradossalmente più conveniente del Vivo e con anche un sacco di omaggi (utili o meno che siano).
In questo contenuto andremo a confrontare un paio di specifiche tecniche, chiaramente le foto ed infine faremo un po’ di ragionamenti di più ampio respiro. Vi invitiamo a recuperare anche il video, un po’ stile “podcast”, dove ragioniamo in termini ancora più ampi sul senso di questi prodotti, sui loro limiti e sulla concorrenza. Purtroppo video così lunghi raramente vengono valorizzati dalle piattaforme, in un mondo dove già tre secondi di Reel o TikTok ci annoiano, ma speriamo possa essere di vostro gradimento!
Non perdiamoci quindi in chiacchiere ed iniziamo subito questo confronto. Vi ricordiamo in ogni caso che stiamo “confrontando” un modello PRO ad uno ULTRA: il Vivo X200 Ultra arriverà chiaramente nel giro di qualche mese ma non è ancora certo che arriverà in Europa, o perlomeno in Italia, quindi andiamo a confrontare oggi due smartphone che comunque occupano la stessa casella sia di prezzo che di interesse (fotografico).
INDICE
ESTETICA E DESIGN
Xiaomi 15 Ultra e Vivo X200 Pro sono smartphone molto simili nel design, tanto che visti da davanti sembrano lo stesso device. Anche il frame è simile: il Vivo è un po’ più spazzolato ma parliamo davvero di virgolette. Lo Xiaomi, nella colorazione in nostro possesso, ha qualcosa di un po’ più personale e che rende forse anche più giustizia all’oblò enorme sul retro.
Il 15 Ultra infatti ricorda nell’estetica una vera e propria fotocamera con una minima parte grigia e l’altra maggiore in simil-pelle nera. Lo Xiaomi è anche leggermente più bilanciato, mentre il Vivo ha un peso maggiore nella zona delle fotocamere. Il peso generale è sovrapponibile.
Discorso oblò delle fotocamere, sembra superfluo affrontare questo discorso ma credo sia lecito: entrambi gli smartphone hanno due spazi circolari dedicati alle fotocamere enormi, ma è impossibile fare diversamente. Se smontate questi due smartphone noterete delle fotocamere zoom come la 3.7X del Vivo e la 4.3X dello Xiaomi enormi. Questo perché sfruttano dei periscopi molto allungati e che alla base hanno un sensore da ben 1/1.4″ di dimensioni. Un iPhone, con una struttura simile, ha un sensore da 1/3″, è ovvio che occupi molto meno spazio. Un S25 Ultra, con una struttura quasi identica del periscopio, ha un sensore da 1/2.5″.
Potrebbe poi essere tutto più minimale? Potrebbero nasconderle dentro alla back cover come iPhone e Samsung, sì e no, chiaramente gli ingombri sarebbero comunque più evidenti portando compromessi al design. Volete un top cameraphone di questo tipo? L’oblò è pressoché obbligatorio. Non lo volete? Comprate altro. Volere le migliori fotocamere e lamentarsi di ciò è contraddittorio.
I DUE DISPLAY AMOLED.. SEMBRANO IDENTICI!
Entrambi gli smartphone hanno display da 6.7″, di pochissimo più grande quello del Vivo (6.78″ contro i 6.73″ dello Xiaomi). Parliamo chiaramente di tecnologie AMOLED alla base ed entrambi sono LTPO con refresh rate dinamico 1-120Hz. Le schede tecniche ci raccontano di uno Xiaomi 15 Ultra con 3200 Nit e Vivo X200 Pro con 4500 Nit ma occhio, questi sono soltanto numeri di facciata, marketing: la realtà dei fatti, gli strumenti professionali, ci raccontato che Vivo X200 Pro nel quotidiano è stabile a 1800-1900 Nit mentre lo Xiaomi è attorno ai 1400-1500 Nit. Il Vivo è più luminoso, non di poco, ma entrambi si vedono molto bene sotto la luce diretta del sole ed entrambi non soffrono di protezione energetica.
Lo Xiaomi ha una risoluzione maggiore del Vivo ed entrambi hanno un PWM Dimming elevato: 2160Hz per il Vivo e 1920Hz per lo Xiaomi! Entrambi hanno un vetro a protezione del display proprietario e di buona efficacia. Vi menzioniamo che lo Xiaomi 15 Ultra usato da Davide si sia micro-graffiato durante l’utilizzo al MWC 2025, in modo abbastanza randomico, ma con lo stesso utilizzo non abbiamo potuto verificare se anche il Vivo si sarebbe potuto graffiare nello stesso modo.
LO SBLOCCO DEL DEVICE
Entrambi si sbloccano con le medesime modalità: sblocco con il riconoscimento del volto 2D e sensore per il riconoscimento di impronte, posto sotto al display, di tipo ultrasonico. Entrambi sono rapidi e reattivi praticamente allo stesso modo.
SONO MIGLIORI QUATTRO FOTOCAMERE O TRE?
Può sembrare una domanda banale quella fatta in questo capitolo ma così non è: Xiaomi 15 Ultra ha quattro fotocamere a disposizione, il Vivo “soltanto” tre. Ad onor del vero potremmo dire che anche sullo Xiaomi alla fine si finisce ad utilizzare tre fotocamere, ignorando la 3X se non per le macro. Come mai? Beh perché la differenza qualitativa fra la 3X e la 4.3X dello Xiaomi è netta, troppo evidente.
Il pro di questi due smartphone, la caratteristica che li rende unici e inarrivabili per gli altri, è il nuovo sensore Isocell HP9 prodotto da Samsung e sfruttato per quelle fotocamere secondarie zoom, la 3.7X per il Vivo e la 4.3X per lo Xiaomi. Parliamo di un sensore enorme, da ben 1/1.4″ come dimensioni e ad oggi non si era mai visto un sensore da quasi 1 pollice per le fotocamere secondarie, se non su Honor Magic 6 Pro (e 7 Pro).
Questi sensori sono stati poi ottimizzati con delle lenti co-ingegnerizzate con Leica per Xiaomi e Zeiss per Vivo. Questo non significa che le lenti, o addirittura le fotocamere, sono prodotte da questi due brand. Leica non riesce quasi ad avere un ritmo di produzione adeguato per le sue prestigiosissime lenti, figuratevi se si mette a produrre lenti in plastica per uno smartphone che ha numeri di vendita enormi.
Quella che viene fatta è per l’appunto una co-ingegnerizzazione: si studiano assieme i progetti per le lenti, che elementi inserire nel blocco ottico, si “creano” come in passato le lenti flottanti per l’effetto telemacro, si consiglia un tipo di vetro rispetto ad un altro, come l’FCD100 nel caso di Vivo e Zeiss, insomma si lavora su tutti questi aspetti secondari.
Quello che apportano poi Zeiss e Leica è un miglioramento dell’esperienza di scatto con una ottimizzazione dell’interfaccia fotografica, con dei profili colore personalizzati, con un tuning dei colori ottimizzato per i tratti del volto e per la calibrazione del display. Questo però non significa che le lenti siano Zeiss o Leica ecco, quello è marketing nudo e crudo.
Ciò che però vorremmo sottolineare è come il filo diretto fra queste aziende sia reale ed i benefici che queste partnership hanno portato a Xiaomi e Vivo sono tangibili, evidenti. Qualche dubbio invece lo abbiamo su Hasselblad con OPPO e OnePlus dal momento che ad oggi sembra giusto un mero utilizzo del logo dello storico brand ed una aggiunta dell’inutile modalità X-PAN, nulla più nulla meno.
Torniamo però a parlare di sostanza: Xiaomi 15 Ultra è l’unico smartphone in commercio, qui in Europa, a montare un sensore da 1″ assieme al Huawei Pura 70 Ultra che però ne ha uno di vecchia generazione. Sia OPPO che Vivo infatti hanno abbandonato quella strada, perlomeno in Europa. Come mai? Vivo ci parla di ottimizzazione, di un sensore poco più piccolo ma più rapido nello scattare e comunque co-ingegnerizzato con Sony, l’esclusivo LYT-818 da 1/1.28″.
Se volete una mia opinione è per un discorso prettamente economico: mettere un sensore da 1″ ha un costo più elevato, sia per l’hardware che per lo spazio che occupa all’interno di un telefono, va completamente stravolto il design se ne inseriamo uno.
Le fotocamere ultrawide sono molto simili, lo Xiaomi ha fatto grandi passi in avanti in questo senso con svariate migliorie e ad oggi i risultati sono pressoché sovrapponibili. Lo Xiaomi ha una 3X con effetto macro (più macro del Vivo a 3.7X) che però è basata sul “vecchio” IMX858 da 1/2.55” e che quindi spesso passa in secondo piano.
A conti fatti, in ogni caso, lo Xiaomi è decisamente più completo: quattro punti di vista sono meglio di tre, ma la qualità? Eh qui il Vivo si esalta, soprattuto in notturna. Le foto di questo confronto sono tutti file JPG elaborati dagli smartphone e in questo scenario, con il profilo colore “Vivid” per entrambi, il Vivo si è dimostrato decisamente preferibile.
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Le foto sono più nitide, il micromosso è pressoché sempre assente, ogni istante viene congelato alla perfezione, non si sbaglia mai uno scatto. Con lo Xiaomi soprattutto in notturna vi potrebbe capitare di ottenere qualche scatto leggermente più mosso, sia con la principale che con le secondarie. Lo Xiaomi ogni tanto esagera con le alte luci, alzandole troppo, rischiando anche di bruciare alcuni colori che quindi potrebbero risultare preferibili sul Vivo.
Lato video invece sono entrambi ottimi, quasi fantastici. Manca davvero poco per arrivare ai livelli di Apple, soprattutto grazie a questo hardware che vuoi o non vuoi da una grandissima mano. Entrambi registrano in LOG con tutte le fotocamere, seppur lo swap in tempo reale non è possibile.
Nel video che vi lascio qui sopra trovate una ampia comparativa con iPhone, anche lato video, e credo sia lampante come ormai il GAP sia ridotto all’osso e spesso uno smartphone di questo tipo, se usato nel giusto modo, può essere addirittura preferibile.
L’ELEFANTE NELLA STANZA: LO SCATTO IN RAW
Credo sia necessario concludere con due righe sullo scatto in RAW e sull’eventuale acquisto di questi due smartphone. Nessuno vi vieta di comprare prodotti simili ed usarli in punta e scatta. Davide ad esempio non ha scattato mezza fotografia in RAW da quando utilizza lo Xiaomi 15 Ultra e ha avuto comunque risultati migliori del suo iPhone in molti casi, ha avvertito un beneficio nel passaggio insomma da un buon hardware ad un eccellente hardware (tralasciando il software).
Se però il vostro utilizzo è il seguente probabilmente l’acquisto è incauto, non consigliabile a scatola chiusa. I benefici da qualunque altro top di gamma sono minimi, sfrutterete il potenziale di questo smartphone per metà, se non ancora meno. Riempire i vostri scatti di fotografia computazionale ed AI, che elimina ogni tipo di dettaglio, sfumatura colore, ombra, tutto in favore di uno scatto “piacione” va contro l’idea di questi smartphone. Non sostituiranno mai “la vostra mirrorless” se con essa scattate in modo professionale, mentre con questo scattate da newbie. Se dovete usarli in punta e scatta tenetevi, o comprate, l’iPhone o il Pixel: avrete una esperienza d’uso più rapida e probabilmente piacevole e con un hardware nettamente peggiore non avrete risultati tanto peggiori.
Non avete le capacità di scattare in RAW? Non sapete colorare una foto? Potrebbe essere il momento di cercare qualche tutorial, seguire qualche videocorso, chiedere a Gemini e farsi un po’ di cultura, così da sfruttare al meglio il vostro smartphone (che se usato davvero al meglio spesso è davvero irriconoscibile da molti usi di una fotocamera “vera”).
LE PRESTAZIONI E L’AUTONOMIA
Xiaomi 15 Ultra e Vivo X200 Pro hanno batterie identiche in Cina, da 6000mAh di capacità massima, ma qui in Europa lo Xiaomi è arrivato in una versione depotenziata con “soli” 5400mAh a bordo. Parliamo di un “downgrade” netto ma non tangibile nella vita quotidiana, sempre che voi non desideriate puntare ai due giorni di autonomia, fattibili in alcuni contesti con il Vivo.
Questo anche grazie al SOC scelto da Vivo, il Mediatek Dimensity 9400, uno dei primi a percorrere la strada degli “All Big Cores” poi inseguita anche da Qualcomm con lo Snapdragon 8 Elite che troviamo a bordo dello Xiaomi. Sulla carta lo Snapdragon è più potente, soprattutto nel gestire l’IA in locale, ma ad oggi l’uso di IA è così limitato e impraticabile, via offline, che parlare di ciò è un po’ come parlare al vento.
Da menzione invece la GPU che sul Mediatek risulta addirittura più potente dello Snapdragon e dell’A18 Pro di Apple. Ok, la CPU è di poco inferiore, ma questo ci racconta finalmente di un terzo competitor che può dare spirito e concorrenza ad un mercato un po’ assopito. Snapdragon 8 Gen 3 era molto simile a Snapdragon 8 Gen 2 che era simile a 8+ Gen 1 ma finalmente con la competitività di Mediatek si è smosso qualcosa ed il risultato è lo Snapdragon 8 Elite, un SOC quasi da Notebook per quanto potente.
La competizione insomma fa bene a tutti, anche ai rivali, e Qualcomm dovrà darsi una bella mossa a colmare il distacco che ora c’è in termini di ottimizzazione con la controparte Mediatek. Eh già perché l’azienda Taiwanese già da un bel po’ lavora sulla struttura “All Big Cores” e sin dal day one di questo 9400 è risultata affidabilissima: tra le mani abbiamo smartphone che scaldano e consumano pochissimo ma molto prestanti.
Tutti gli Snapdragon 8 Elite che abbiamo provato invece, fin ora, hanno avuto sempre bisogno di 1-2 aggiornamenti per tararsi ed iniziare a scaldare meno (ma ogni tanto scaldano, chi più chi meno) e nel caso di Samsung si è dovuti andare ad intervenire proprio direttamente sulla gestione del thottling.
Questo in cosa si traduce nel quotidiano? Nulla. Già, perché questi processori sono così potenti da gestire al meglio applicativi quotidiani come Instagram, WhatsApp, Telegram, le app di shopping o per seguire i risultati di calcio e via dicendo. Anche in thottling probabilmente non si avverte il taglio di frequenze e quindi di potenza, un fattore abbastanza ilare.
Il grande vantaggio di Qualcomm, mesi fa, era il modem e la questioni terze come l’ISP fotografico. Bene, anche in questi aspetti Mediatek si è messa al paro e Vivo ha colmato le poche lacune con co-processori sviluppati internamente. Vivo X200 Pro ha un ISP fotografico dedicato: Il V3+ a 6nm. Con questo ISP dedicato riusciamo ad ottimizzare gli scatti ed i video e probabilmente anche per questo aspetto il Vivo X200 Pro riesce a congelare meglio gli scatti in notturna e ad avere quel pizzico di prestanza in più nell’elaborazione diretta.
Insomma ormai le due scelte, Snapdragon e Dimensity, sono praticamente sullo stesso livello. Non c’è un reale beneficio per scegliere l’uno o l’altro, ma nel caso di questi due smartphone tra batteria più grande, gestione migliore e ISP dedicato potremmo dire che il Vivo vince seppur di poco. Per gli impallinati dei benchmark lo Snapdragon continua a continuerà a dominare. Ah entrambi si ricaricano a 90W ma lo Xiaomi anche a 50W via wireless, dove il Vivo si arresta a 30W.
IL SOFTWARE E GLI AGGIORNAMENTI
Un aspetto chiave e che influisce tantissimo sulla scelta di uno smartphone è certamente il discorso relativo al software, gli aggiornamenti e forse nel 2025 anche all’intelligenza artificiale. Io, seppur cambi uno smartphone al giorno, passi tantissime ore al computer (lavoro o svago che sia) e ultimamente provo a tenere uno smartwatch al polso (detesto un po’ questa tipologia di wearable, ma forse bracciali e orologi in generale) non uso praticamente mai l’IA. Ok, l’ho usata per provare a generare qualche immagine tra Grok e Gemini ma ottenendo sempre dei risultati scadenti, di bassa qualità, usabili perlopiù per qualche presa in giro su Facebook o WhatsApp.
Per lavoro sfrutto l’IA generativa di Lightroom e Photoshop, super efficaci nel cancellare elementi indesiderati dalle proprie foto o cambiare lo sfondo di qualche copertina YouTube. Insomma più che per “generare” le uso per “rimuovere”. Il nostro videomaker ad esempio invece la usa con Premiere Pro per allungare la scrivania, una cosa che anni fa avrebbe richiesto dieci volte quel tempo.
Quelli che vi ho appena raccontato sono utilizzi pratici, volti a risolvere una problematica. Il “problema”, però, dell’IA su mobile è che non nascono per risolvere un vero problema. Il “Cerchia e Cerca” è un Google Lens rimaneggiato, comodo e ora alla portata ma non essenziale. Quasi nessuno usava l’app stock Note e ora che riassume cose e sbobina note vocali sì, la provi una volta ma poi te ne scordi.
La traduzione come “Interprete AI”? Con l’italiano fa un mezzo disastro, appena inizi a mettere in mezzo termini tecnici o inglesi succese un patatrak. Google Gemini? Carino, ma c’è su ogni dispositivo, anche un notebook del 2001 tramite sito web. Ad oggi, su smartphone, c’è poco di IA esclusivo e utile, qualcosa che nasca per risolvere delle mancanze, dei problemi.
Insomma, è molto probabile che ad oggi voi utilizziate sì, magari la gomma magica gratuita, Gemini anziché Google Assistant, ma parliamo di funzioni generiche (e che ad esempio utilizzavo su Xiaomi ben prima che si chiamasse tutto AI, a bordo del 13 Pro). Per questo non metterei l’enfasi su queste funzioni.
Parlarei invece di aggiornamenti: 4 major garantiti da entrambi i brand. Xiaomi però arriva a sei anni di patch di sicurezza, Vivo si arresta a cinque. Differenze non lampanti, ma per nostra esperienza Vivo aggiorna poco di più, pressoché ogni mese, e con changelog più ricchi. Anche i major arrivano in tempo: Vivo è stata la prima azienda ad integrare Android 15 a bordo dei propri dispositivi, addirittura prima dei Google Pixel.
Per il resto è meglio la HyperOS di Xiaomi o la FuntouchOS di Vivo come interfaccia grafica? Dipende, dipende da voi! Io preferisco il Vivo poiché porta una esperienza quasi “AOSP”, stock, con l’aggiunta poi di alcune personalizzazioni grafiche, un po’ come Nothing o Google. Xiaomi invece stravolge completamente la UI che ha sì tantissime animazioni incredibili ma anche un bel po’ di bloatware: non solo app preinstallate ma anche alcune stock con della pubblicità latente. Siete ovviamente voi ad attivare queste pubblicità nella configurazione iniziale ma questo aspetto su uno smartphone da 1500€ non dovrebbe proprio esistere, andrebbe eliminato.
RICEZIONE, SPEAKER E MICROFONI
La ricezione è fantastica per entrambi gli smartphone. Vivo è personalmente uno dei migliori smartphone che io abbia provato sotto questo aspetto ma lo Xiaomi non è da meno, anzi, ipotizzo possa essere anche meglio. Frenquento zone diverse da Davide, che ha provato approfonditamente lo Xiaomi, quindi ci è impossibile fare un paragone 1:1, ma lo Xiaomi integra dei co-processori dedicati e che mirano a migliorare proprio il segnale e la ricezione.
Lo Xiaomi è anche il primo smartphone a sfruttare non solo il Wi-Fi 7 ma anche il nuovissimo Bluetooth 6. Sul Vivo ci fermiamo ad un più modesto “Bluetooth 5.4”. In ogni caso parliamo di due fantastici smartphone per agganciare la rete, ma anche per fare chiamate! I microfoni di questi smartphone sono fantastici, migliori dell’iPhone che spesso viene preso come riferimento da tutti (mentre reputiamo in questo il Galaxy S25u come migliore).
Due parole anche sugli speaker: entrambi hanno un audio stereo ottimale, leggermente sbilanciato ma di ottima qualità. Il Vivo sembra avere un po’ più di corposità, ma in ogni caso parliamo di due smartphone d’altissimo livello. In questo frangente però l’Honor Magic 7 Pro rimane lo smartphone da battere.
CONCLUSIONI E.. PREZZI!
Meglio il Vivo X200 Pro o lo Xiaomi 15 Ultra.. in conclusione? Una risposta precisa non c’è, dipende tutto da che priorità date a certe specifiche tecniche o alle piccole cose che differenziano questi due smartphone. Dal punto di vista fotografico abbiamo notato come il Vivo sia più “affidabile”, perlomeno nel punta e scatta, non sbagliando pressoché nessuno scatto. Lo Xiaomi ha un software invece ancora migliorabile, soprattutto nella gestione delle alte luci e del micromosso, ma è decisamente più completo. Avere quattro fotocamere, con una zoom dedicata solo alle macro e ai ritratti e una principale con sensore da un pollice, fa sicuramente la differenza.
Io in primis, che ho amato e amo il Vivo, probabilmente reputo lo Xiaomi più rotondo a 360°. Considerando che scatto foto soltanto in RAW preferirei avere quindi quattro ottime fotocamere a disposizione. Ad onor del vero però qui parliamo di un modello PRO contro un modello ULTRA, anche il Vivo arriverà con la variante X200 Ultra, a breve, ma probabilmente non in Italia. In quel caso sicuramente si avrà un confronto più paritario, ma ad oggi i prezzi ci indicano comunque che il Vivo X200 Pro e lo Xiaomi 15 Ultra competono sulla stessa fascia di prezzo: 1000-1200 euro. Pagare questi smartphone di più, con tutte le offerte che ci sono, è pressoché impossibile.
Il Vivo, al netto di una fotocamera in meno, ha un software più ottimizzato, ha comunque un display più luminoso, una batteria più capiente ed un software sì più scarno ma anche privo di pubblicità e praticamente bloatware. Xiaomi 15 Ultra ha qualche perla al suo arco, come i co-processori per la parte di ricezione, il bluetooth 6.0, la ricarica wireless più rapida ma su un telefono di questo tipo un qualcosa come il chip V3+ potrebbe essere più gradito ai molti, come le specifiche hardware elencate poco sopra.
La scelta finale può quindi essere soltanto vostra, ma una cosa è certa: Vivo X200 Pro e Xiaomi 15 Ultra sono due signori smartphone, completissimi e che finalmente possono farci abbandonare Apple e Samsung senza sentirne troppo la mancanza. Finalmente a quel grandissimo potenziale hardware stiamo accorpando anche un software degno, ricco di funzioni e che si aggiorni. E voi, cosa ne pensate?
Xiaomi 15 Ultra
vivo X200 Pro
VIDEO
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(aggiornamento del 24 marzo 2025, ore 18:12)