L’Unione Europea sta valutando di vietare l’ingresso negli Stati membri ai viaggiatori provenienti dagli USA, secondo fonti del New York Times. La motivazione sarebbe l’incapacità dimostrata dal governo di contenere la pandemia di COVID-19, la malattia causata dal coronavirus SARS-CoV-2: secondo gli ultimi dati dell’OMS, i contagi accertati sfiorano i 2,3 milioni, e i morti i 120.000.
Per avere un metro di paragone, il secondo nella triste classifica è il Brasile, con quasi 1,1 milioni di casi e oltre 50.000 morti. L’Italia conta quasi 239.000 casi accertati e oltre 34.600 decessi. Il problema principale, tuttavia, è che da noi nuovi casi e nuovi morti giornalieri sono pochi (ieri per esempio secondo la Protezione Civile sono stati 122 e 18, le cifre più basse da quando abbiamo iniziato a tenerne traccia), mentre in USA continuano a essere molti (27.500 nuovi casi e circa 308 morti l’altro ieri. Dati più recenti disponibili sempre dell’OMS). Segno che la pandemia non si sta fermando.
Il provvedimento potrebbe coinvolgere altre nazioni in cui la risposta alla pandemia è stata inefficace, come appunto il Brasile e la Russia (attualmente 599.000 contagi e 8.359 morti). A quanto pare l’UE starebbe stilando due liste di Paesi ammessi, non è chiaro in base a quale parametri; ma si sa che gli USA sarebbero esclusi da entrambe. La Cina invece sarebbe inclusa in entrambe.
È importante precisare che le liste visionate dal Times sono bozze non definitive: c’è ancora tempo perché le cose cambino, insomma, ma la direzione pare chiara. È probabile che la scelta genererà polemiche, visto che come abbiamo visto finora i dati di contagi e decessi sono precisi fino a un certo punto: il numero di test per ogni Paese varia molto, così come variano i parametri di determinazione della causa del decesso.