La Commissione europea ha presentato il pacchetto di riforme che guideranno l’Unione verso la riduzione delle emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050
La Commissione Europea ha presentato l’atteso pacchetto di riforme contro il cambiamento climatico Fit for 55, cioè “Pronti per il 55”. Una volta approvato, avrà l’obiettivo di guidare l’Unione europea verso il taglio del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Pur senza essere innovativo, Fit for 55 rappresenta un’evoluzione dell’attuale politica climatica europea, che dovrebbe assicurare la riduzione della maggior parte delle nostre emissioni di Co2. Senza queste misure, con l’attuale legislazione sul clima, l’Unione potrebbe ridurre le sue emissioni solo del 60% entro il 2050.
Cosa sta facendo l’Unione europea?
Nel 2019, il Parlamento europeo ha dichiarato l’esistenza di una “emergenza climatica e ambientale”. Nel 2020 gli stati membri si sono impegnati a tagliare le emissioni di gas serra del 55% entro la fine del decennio. Il piano di riforme Fit for 55, rappresenta la trasformazione in politiche attive delle promesse fatte finora per frenare il riscaldamento globale e rientrare negli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi.
Il progetto è stato definito da Frans Timmersman, commissario per il Green Deal e principale promotore dell’iniziativa, la “più grande operazione di trasformazione della storia” e paragonato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen allo sbarco “dell’uomo sulla Luna”. Le riforme toccano tutti gli ambiti economici dell’Unione, andando dalla trasformazione del Sistema europeo di scambio di emissioni, alla ristrutturazione della tassazione dell’energia, dall’aumento dell’uso di energie rinnovabili al rimboschimento dei territori europei attraverso la piantumazione di 3 miliardi di alberi.
La riforma principale: il Sistema di scambio delle emissioni
Il punto principale del piano riguarda il rilancio e la trasformazione del Sistema di scambio delle emissioni (Ets). In sintesi, il sistema Ets fissa un tetto alla quantità di gas serra complessiva che può essere emessa da circa 11 mila impianti industriali e centrali energetiche in tutta Europa, istituendo delle “quote” di emissioni che i vari enti possono scambiarsi. In questo modo, le aziende con più emissioni possono acquistare le quote di quelle meno inquinanti e inquinare di più. Il limite complessivo viene ridotto di anno in anno e, qualora venga sforato, gli impianti possono subire multe pesanti. Attivo dal 2004, il sistema è stato molto criticato perché gli stati membri sono riusciti ad aggirarlo in vari modi, ma la Commissione intende renderlo più efficiente, ampliandone il campo d’azione ed eliminando il sistema delle quote. A oggi gli 11 mila impianti soggetti all’Ets producono circa il 40% della Co2 dell’Unione, mentre con la nuova riforma l’Ets coprirà la totalità delle emissioni europee, comprese quelle derivanti dai trasporti e dal riscaldamento delle abitazioni, fissando così un limite per tutti.
Quali sono le altre proposte
Il pacchetto di riforme prevede quindi misure più severe per spingere i governi a ridurre le emissioni di gas serra e l’uso di combustibili fossili, impegnandoli allo stesso tempo ad aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili. L’obiettivo posto dalla Commissione è di ottenere il 40% di tutta l’energia dell’Unione da fonti rinnovabili, entro il 2030.
I governi saranno quindi obbligati a accelerare l’installazione di strutture di ricarica e rifornimento per le auto che non operano con motori a combustibili fossili, con l’obiettivo di avere una colonnina elettrica ogni 60 chilometri e pompe a idrogeno ogni 150, sulle strade principali. Inoltre, entro il 2030 il 55% dei nuovi veicoli prodotti non potrà andare a diesel o benzina ed entro il 2035 nessun nuovo veicolo potrà essere prodotto con motori a combustibili fossili.
Per quanto riguarda il trasporto aereo o navale, verranno gradualmente eliminate tutte le agevolazioni fiscali per l’uso di combustibili fossili in questi settori. Inoltre, le imbarcazioni più grandi di 5mila tonnellate dovranno acquistare permessi speciali in base alle loro emissioni per poter attraccare nei porti europei, mentre i fornitori di carburante di porti e aeroporti saranno obbligati a usare carburanti “sostenibili”.
Verranno posti obiettivi vincolanti per aumentare l’efficienza energetica degli edifici, con lo scopo di spingere i governi a rinnovare il 3% degli edifici pubblici ogni anno. Inoltre, sarà creato un fondo di 144,4 miliardi di euro per ammortizzare i costi sui riscaldamenti, che deriveranno dai nuovi limiti sulle emissioni di Co2 imposti dall’Ets, e sostenere le spese per gli aggiornamenti dell’efficienza energetica delle case private.
Le aziende straniere che importano acciaio, alluminio e altri prodotti ad alto impatto climatico dovranno pagare delle tasse sull’inquinamento per poter vendere le loro merci nel mercato unico europeo, in modo tale da proteggere le aziende europee da rivali soggette a norme climatiche più leggere.
Quali sono le prossime tappe?
Le varie proposte dovranno essere approvate dai leader europei e dai membri del Parlamento, in un processo accelerato che la Commissione punta a concludere nel 2022. Il percorso tuttavia potrebbe essere più complicato di quanto si spera, dovendo passare per l’approvazione di paesi come la Polonia, dipendente dal carbone, e attraversare le resistenze di potenze straniere e grandi aziende che potrebbero sentirsi minacciate dalla nuova politica climatica europea.
Cosa cambierà per i cittadini e le cittadine europee?
Il primo impatto sensibile potrà essere l’aumento dei prezzi dei carburanti e delle bollette. Nello stesso tempo però, verranno istituiti incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e per l’ammodernamento dell’efficienza energetica delle abitazioni, attraverso il Fondo sociale per il clima istituito dall’Unione. In questo modo, tutti i veicoli diventeranno meno inquinanti, diesel e benzina scompariranno dalle strade e la qualità dell’aria dei vari paesi aumenterà sensibilmente.
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