La curva dell’epidemia di Covid-19 sta oscillando in tutta l’Europa, Italia compresa, con impennate alle quali seguono discese spesso di breve durata: “sta accadendo negli ultimi due mesi, nei quali ci sono state enormi oscillazioni in tutti i Paesi, non ben comprese”, dice all’ANSA il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma e dell’istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). L’indice era stato puntato inizialmente sugli assembramenti per gli Europei di calcio, poi sulle riaperture, ma nessuna di queste possibili cause sembra sufficiente a spiegare lo strano fenomeno in corso. Intanto, prosegue Parisi, arrivano da Israele i primi dati che indicano come la protezione dei vaccini si riduca nel tempo.
Le oscillazioni dell’epidemia lasciano i ricercatori confusi e frastornati, come ha osservato recentemente anche la rivista Nature sul suo sito. Per avere un’idea guardiamo ai Paesi Bassi, dice Parisi, dove “in una settimana i casi sono aumentati di quasi sette volte e poi sono diminuiti; l’Islanda è passata velocemente da 6 a oltre 100 casi al giorno e da una settimana è stabile su 100 casi al giorno; anche in Gran Bretagna i casi sono aumentati rapidamente fino a 50.000 e da una settimana la situazione è stabile a 30.000”.
Oltre agli eventi che agiscono come ‘super diffusori’ dell’infezione, “verrebbe da pensare – dice il fisico – che sia in atto una tendenza dovuta al fatto che quando i casi aumentano le persone si spaventano e fanno più attenzione”. Nel nostro Paese “c’è stato aumento impetuoso all’inizio di luglio, con un raddoppio dei casi ogni 3 giorni seguito da un fortissimo rallentamento, al punto che ora si registra una crescita lenta, con un aumento medio del 10% rispetto alla settimana precedente”. Per Parisi è “molto difficile individuare una logica precisa in queste oscillazioni” e la “situazione non è affatto chiara”.
Se questo è vero per quanto riguarda i nuovi casi, la situazione è meno confusa sul fronte dei ricoveri ordinari e in terapia intensiva: in Italia “entrambi stanno aumentando al ritmo sostenuto del 40% a settimana, probabilmente perché si sta scontando l’alto numero di casi di luglio, e anche i decessi sono in aumento”, osserva. “Certamente – aggiunge – abbiamo un’ottima protezione da parte dei vaccini per quanto riguarda la forma grave della malattia”.
Resta da capire quanto a lungo possa durare. I dati di Israele, che ha cominciato a vaccinare la popolazione in gennaio, indicano che la protezione tende a diminuire: mentre nei vaccinati in aprile è ancora del 75%, nei vaccinati in gennaio è scesa al 16%. Di qui la decisione di Israele di somministrare la terza dose di vaccino anti Covid-19 agli over 60.
In Italia i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) indicano che la protezione dalla malattia sintomatica è del 60%, mostra cioè un calo, mentre quella dai ricoveri supera il 90%.
La Gran Bretagna, che fino a poche settimane fa pubblicava regolarmente i dati sull’efficacia è recentemente silenziosa, rileva Parisi. Per il fisico la possibile riduzione nel tempo dell’efficacia dei vaccini anti Covid-19 è un aspetto da considerare fin da adesso perché, “se fosse confermata la tendenza che Israele ha cominciato a osservare, fra due o tre mesi potremmo trovarci ad affrontare un aumento dei contagi”