Dopo il sisma e le forti scosse di assestamento causati dai dazi USA di Donald Trump, la corte federale di New York specializzata in commercio, e cioè la US Court of International Trade, potrebbe aver neutralizzato la principale arma con cui il Presidente a stelle e strisce ha agitato i mercati e le cancellerie di tutto il mondo. La corte infatti ha stabilito che i dazi commerciali sono illegali, che il tycoon americano ha abusato dei poteri presidenziali in materia commerciale.
Non è ancora game over per il provvedimento di Trump, ma è certo una batosta per la politica economica dell’amministrazione repubblicana. Nello specifico infatti la sentenza della corte ha ordinato lo stop immediato a due categorie dei dazi USA di questi mesi.
I dazi globali, annunciati a inizio aprile durante quello che è passato alle cronache come il Liberation Day, con una quota base del 10% caricata su tutte le merci provenienti da quasi qualsiasi altro Paese. Al 10% imposto un po’ a tutti, Trump aveva sovrapposto delle tariffe più alte per decine di nazioni, salvo poi rinviare tutto a luglio per lasciar spazio ai negoziati con i singoli stati, vero obiettivo della misura.
E devono venir meno, per decisione della corte, anche i dazi al 25% imposti a Canada e Messico che erano stati caricati come una sorta di ritorsione per l’immigrazione clandestina e il traffico di droga, e quelli del 20% alla Cina per la questione del fentanyl, la droga che sta flagellando gli USA. La corte federale di New York motiva la sua decisione indicando un abuso dei poteri attribuiti al Presidente dall’Emergency Economic Powers Act (Ieepa), una legge del 1977 che gli dà la facoltà, in situazioni di emergenza, di imporre sanzioni ed embarghi per ragioni di sicurezza nazionale. Finora non era mai stata usata per imporre dei dazi.
Gli unici dazi che la sentenza della US Court of International Trade non ha bloccato sono quelli che riguardano acciaio, alluminio e automobili provenienti dall’estero, perché non sono stati partoriti usando dei poteri di emergenza ma facendo leva su una legge commerciale degli anni 60.
NO AI DAZI: COSA PUÒ SUCCEDERE ADESSO
La pronuncia della corte newyorkese ha provocato, com’era prevedibile, alcune reazioni entusiaste, ma parecchi esperti hanno suggerito cautela. Il dipartimento di Giustizia americano infatti ha subito fatto ricorso presso la corte d’appello del distretto federale, e se dovesse andar male c’è comunque la possibilità di rimettersi alle valutazioni della Corte Suprema.
Insomma, l’amministrazione Trump mantiene delle concrete possibilità di annullare il “no” della US Court of International Trade e far valere la sua linea, e comunque nel peggiore dei casi, quindi con un ricorso in appello non accolto, il tycoon e i suoi potrebbero trovare altre vie meno attaccabili per imporre i dazi.
L’ira dell’amministrazione, del resto, non si è fatta attendere:
Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale – ha dichiarato un portavoce della Casa Bianca, commentando la sentenza – . Il Presidente Trump si è impegnato a mettere l’America al primo posto e l’amministrazione si impegna a utilizzare ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi e ripristinare la grandezza dell’America.
Insomma: sarà battaglia.