Una causa che concorre all’inquinamento dell’aria, oltre alla deforestazione, ai rifiuti, agli allevamenti intensivi e i combustibili fossili, è la combustione del tabacco. Essa genera, infatti, tre tipologie di gas serra, ossia CO2, metano e ossidi di azoto. Secondo l’OMS un fumatore è in grado di produrre 5 tonnellate di anidride carbonica nell’arco della vita.
Inoltre, l’insieme delle esalazioni annuali prodotte dalle sigarette sono equivalenti a 1,5 milioni di veicoli a motore. Ecco perché sta proseguendo l’impegno del Comune di Milano per la tutela della qualità dell’aria e la salvaguardia della salute dei cittadini. Dal 1° gennaio 2025 il divieto di fumo nella metropoli sarà esteso a tutte le aree pubbliche all’aperto, incluse vie e strade, a eccezione delle apposite aree isolate in cui è possibile rispettare la distanza di 10 metri dalle persone.
Il divieto di fumo riguarda solo i prodotti del tabacco, sono quindi escluse le sigarette elettroniche. Nei parchi, nelle aree verdi (aree cani e gioco), nei cimiteri, nelle strutture sportive e nelle fermate dei mezzi pubblici il divieto è già attivo dal 2021. L’obiettivo è quello di ridurre i PM10, ovvero le particelle nocive per i polmoni.
Il provvedimento è volto a migliorare la qualità dell’aria della città e tutelare la salute dei cittadini, proteggendo altresì i luoghi pubblici dal fumo passivo. L’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi spiega:
Questo secondo step riguardante il divieto di fumo inserito nel Regolamento per la Qualità dell’Aria che estende, di fatto, a tutta la città il divieto già in vigore in diverse aree e zone, è in primis un’azione di sensibilizzazione che punta a scoraggiare stili di vita che sappiamo essere dannosi per la salute di tutte le persone, non solo dei fumatori. Il fumo di sigaretta, secondo i dati di Arpa Lombardia, è infatti responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili. Stiamo parlando, quindi, di un provvedimento che vuole essere un’azione concreta di cui potranno beneficiare tutti, sia in termini di salute personale che di benessere generale. I comportamenti dei singoli possono fare la differenza e contribuire al miglioramento della qualità dell’aria della nostra città, quindi, da fumatrice, sarò la prima a cambiare le mie abitudini: sono consapevole che fare rispettare questo provvedimento non sarà semplice né immediato, ma sono anche convinta che sarà uno strumento per avviare un vero cambio culturale. Ecco perché contiamo sulla collaborazione di tutte e tutti. Sono felice che questa misura stia trovando l’appoggio del mondo scientifico e ci auguriamo che tutta la comunità scientifica, condividendo questo provvedimento, possa contribuire e aiutarci nell’opera di sensibilizzazione riguardo ai danni del fumo.
PRODUZIONE DI TABACCO
Secondo il rapporto dell’OMS “Tobacco: poisoning our planet”, la produzione e la distribuzione di prodotti del tabacco provocano gravi danni all’ambiente, dovuti principalmente al loro ampio utilizzo di energia, acqua e altre risorse. Anche la logistica dell’importazione, tramite navi o camion, crea ulteriori emissioni di CO2.
Infatti, sempre secondo l’OMS, il particolato derivante dal traffico di furgoni e camion è una delle prime cause di malattie legate all’inquinamento dell’aria. In particolare, il ciclo di produzione dei prodotti del tabacco produce quasi 84 milioni di tonnellate di CO2, con la fase di lavorazione che ne genera più della metà (45 milioni). Il tabacco viene prodotto solo in alcuni Paesi e poi commercializzato in tutto il mondo e il suo trasporto pesa sul totale delle emissioni.
Per non parlare della deforestazione: un gran numero di alberi vengono abbattuti ogni anno per far spazio alle coltivazioni di tabacco, o bruciati per essiccare le foglie di tabacco dopo il raccolto. Pensate che per fare 15 pacchetti di sigarette è necessario un albero intero.
RIFIUTI DELLE SIGARETTE
Alcune indagini hanno evidenziato che il 65% dei fumatori getta i mozziconi in modo inappropriato: sulle spiagge, sui marciapiedi e dal finestrino della macchina. I filtri impiegati per le sigarette non sono biodegradabili, rimangono nell’ambiente per molti anni e formano microplastiche, causando gravi danni agli ecosistemi.
Inoltre, i filtri rilasciano tutte le sostanze che hanno assorbito durante la combustione, come la nicotina e le sostanze chimiche. Oltre ai filtri, anche i pacchetti di sigarette, che contengono alluminio, carta e plastica, se non riciclati correttamente incidono sull’inquinamento atmosferico.
Infine, anche i rifiuti delle sigarette elettroniche contribuiscono all’inquinamento.I materiali con cui sono realizzate sono potenzialmente più pericolosi dei mozziconi. In questo contesto, è bene che i comuni vietino non solo il fumo nelle aree urbane, ma altresì di buttare i mozziconi per terra. In Italia esiste già una legge che lo vieta, in cui i comuni devono provvedere all’installazione di appositi raccoglitori per mozziconi.