La novità arriva dal Governo francese, ma anche in Italia è stato trattato l’argomento: l’obiettivo è quello di proteggere gli adolescenti dai social.
Una tematica delicata è stata affrontata in Francia all’Assemblée nationale. Durante una discussione è emersa una realtà secondo la quale i 15enni che utilizzano i social network debbano essere più controllati. Una proposta che non è passata inosservata neanche in Italia, dove da tempo si sta sviando la questione.
Il deputato centrista francese Laurent Marcangeli ha espresso che gli utenti che hanno meno di 16 anni devono essere tutelati dalle insidie e dai pericoli delle piattaforme social. “Nessuno ha detto di voler censurare la libertà d’espressione – hanno precisato i deputati – ma di proteggere i ragazzi da tutti quegli effetti collaterali negativi, fisici e psicologici che derivano dall’uso di applicazioni come Instagram, Whatsapp e TikTok (ma anche Twitter e Facebook)”.
La proposta di Marcangeli è dettata dall’istinto di padre di due bambine, una di 10 e una di 8 anni. I giovani tuttavia, saranno comunque liberi di aprire il proprio account personale, previa autorizzazione di genitori o tutori.
La violazione di tale procedimento prevede una sanzione che tuttavia, preoccupa non poco lo Stato francese; questo è uno dei motivi per cui la proposta va valutata con attenzione.
Restrizioni dei profili social degli adolescenti
La proposta è al vaglio dei deputati francesi, ma ci vorrà anche l’approvazione del Senato. Già da tempo si è parlato di una legge suggerita dall’Unione Europea, che prevede l’introduzione di una sorta di patentino digitale per chi ha meno di 17 anni (soglia 13/16 anni); suggerimenti finiti da lì a poco nel dimenticatoio. La questione tuttavia, si fa sempre più importante, visto che i social rappresentano un vero e proprio rischio per i più giovani.
Sotto la lente d’ingrandimento troviamo anche l’uso delle chat, dove i malintenzionati per mezzo di profili falsi, possono raggirare gli utenti più giovani per i loro scopi. La proposta di legge prevede infatti che siano le piattaforme stesse a monitorare e utilizzare tecniche di controllo previste dall’Agcom (l’Autorità di regolamento della comunicazione audiovisiva). L’ammontare della sanzione prevede un massimo dell’1% del volume d’affari dell’azienda, nulla di gravoso per un colosso come Meta: Zuckerberg potrebbe decidere di pagare la multa piuttosto che inserire limitazioni ai suoi iscritti.
In Italia lo Spid
Carla Galletti, titolare dell’Autorità garante per l’infanzia e adolescenza in Italia, ha valutato e commentato con entusiasmo la proposta francese: “Un’idea che va nella giusta direzione, speriamo che il legislatore e il governo italiano trovino lo stesso spirito di iniziativa, ma riteniamo sia più giusto alzare la soglia ai 16 anni. La norma di per sé rischia inoltre di non bastare perché, per effettuare un’attenta verifica dei singoli account, la soluzione migliore sarebbe quella di realizzare prima una sorta di Spid per minorenni, in modo tale che i provider non abbiano alcun dubbio circa la correttezza dei dati forniti dai singoli utenti”.