Sono tanti gli strumenti tecnologici che utilizziamo nel nostro lavoro, ognuno in redazione ha le proprie preferenze e difficilmente ci si incontra sugli stessi punti, ma su una cosa siamo ormai d’accordo: le mirrorless full frame di Sony sono una certezza. Sarà per questo che negli anni ne abbiamo acquistate diverse e da tempo aspettavamo il lancio della nuova Alpha 7S III, specializzata nella realizzazione dei video e con un sensore Exmor R CMOS da 12,1 MP che, associato al processore Bionz XR, promette faville.
Tanta la voglia di sperimentare e poco il tempo a disposizione, Sony infatti ci ha dato l’opportunità di utilizzarla un paio di settimane e noi non abbiamo certo perso tempo prima di metterla a lavoro. Abbiamo così realizzato diversi dei nostri video con questa piccola bestiolina – nel senso buono del termine – e raccolto i primi feedback che oggi vi raccontiamo in un primo capitolo.
Non la chiamate recensione perché non lo è, due settimane non bastano neanche lontanamente per provare a dovere tutte le novità, scovare all’interno dei rinnovati menu ed avere la “presunzione” di poter dare un giudizio a 360 gradi. Rinviamo quindi questo momento a più in avanti, oggi è comunque il momento adatto per raccontare a caldo le nostre impressioni d’utilizzo, ciò che ci è piaciuto e cosa invece ci ha lasciati perplessi.
CORPO GENEROSO, MUSCOLARE E FUNZIONALE
Ci piace pensare alla Sony Alpha 7S III come una macchina di rottura, una mirrorless completa e un po’ più generosa con i suoi 699g di peso (con batteria e scheda di memoria inclusa) e presa salda, ber più decisa di quanto non sia sulla A7 III. Diciamo che si avvicina molto all’ammiraglia Alpha 9 II e la supera perfino in alcuni punti (vedi mirino, display e protocollo USB, adesso arrivato alla 3.2). Tralasciando i dettagli tecnici già discussi, è importante sottolineare il lavoro di ottimizzazione degli spazi e le scelte che hanno cambiato l’approccio alla fotocamera. Ah, dimenticavo, dietro uno degli sportellini c’è una HDMI a pieno formato!
Partiamo dai tasti, con quello REC che trova finalmente spazio sulla parte superiore ed è adesso più accessibile, facile da pigiare mentre impugnamo la macchina. Peccato manchi ancora una volta un LED rosso che comunichi la registrazione in corso dei video, un dettaglio certamente utile per chi come noi sfrutta spesso queste macchine in mobilità e senza il supporto di un collega. Sony ha aggiunto un’opzione software che attiva una cornice rossa durante la registrazione, cosa che facilità la vista su display in esterna.
A fare davvero la differenza è tuttavia lui, il monitor, adesso capace di ruotare grazie alla cerniera laterale così da esser ribaltato e sistemato nelle angolazioni più disparate. Probabilmente una delle variazioni fisiche più richieste in assoluto, qui ben implementata e senza pesare in alcun modo sugli ingombri, per questo fin troppo vicina alle porte sul fianco sinistro e quindi a volte passibile di “blocchi” quando si utilizzano microfoni esterni e cuffie o cavetti USB Type-C.
Ecco qualche scatto realizzato con la Sony Alpha 7S III
Bisogna anche dire che Sony, rispetto alla diretta concorrenza, ha puntato tutto sul 4K ad altro frame rate e risparmiato così degli inevitabili compromessi costruttivi: non ci sono ad esempio ventole perché non c’è né bisogno, si riesce a registrare per lunghi periodi (anche oltre i 45 minuti) senza che le temperature raggiungano una soglia critica.
E poi cambia il mirino elettronico, altro elemento che anche i critici delle mirrorless – ed affezionati alle reflex – dovrebbero provare dal vivo; Sony ha spinto su un pannellino da 1,6 cm di diagonale (0,64″) da 9,4 milioni di punti e frequenza massima di 120fps. Due passi in avanti rispetto al mirino della A7 III ed una copertura campo del 100%, risulta davvero difficile distinguere le immagini riprodotte da quelle “reali” visibili tramite le specchio di una DSLR.
IL 4K CHE ABBIAMO SEMPRE DESIDERATO
Per la sua A7S III Sony aveva due possibilità: creare una macchina con soglie di risoluzione altissime oppure insistere sull’attuale standard de facto, il 4K, opportunamente “rifinito” secondo le istruzioni degli utenti. Ha scelto la seconda strada, una decisione che ci sentiamo di condividere a pieno per un sacco di buoni motivi che potremmo riassumere in un unico concetto: il 4K generato da questa A7S III è decisamente migliore rispetto a quello che abbiamo estratto finora da tutte le altre mirrorless full frame, per qualità, formati, sensibilità alle basse luci, range dinamico e molto altro ancora.
La possibilità di lavorare a 60p in 10 bit 422 senza registratore esterno basterebbe già di per sé a giustificare la precedente affermazione. Ma non è tutto. La A7S III permette di filmare a 4K 120 fps con un crop davvero minimo (1.1x) mantenendo audio e autofocus attivo o rallentare ulteriormente a 240 fps in Full HD.
Ciò che ci ha colpito maggiormente di questa macchina è però il suo range dinamico. Al di là dei 15 stop dichiarati da Sony, quel che si può dire senza timore di smentita è che la A7S III sia una fotocamera che si adatta a tutte, ma davvero tutte le condizioni di luce. La nostra esperienza in controluce ci ha regalato un risultato inaspettato, anche rispetto alle altre mirrorless full frame della casa (è il caso della A7III): la A7SIII è riuscita a conservare un sacco di informazioni su tutto il gradiente e senza fare miracoli in post produzione. Va da sé che lavorando in S-Log2 o in S-Log3 il margine sia ancora più ampio.
Pienamente condivisibile anche la scelta di puntare su un sensore da 12 megapixel, una risoluzione perfetta per chi ha bisogno di lavorare (anche) di sera, o con poca luce, con un file facile da leggere e gestire. Il rumore è davvero contenuto anche a 12800 e 25600 ISO (il fondoscala, per inciso, è 409,600), il rolling shutter impercettibile. In tutto questo anche la resa cromatica ci è parsa eccellente. Non siamo ai livelli delle “cinema camera” ma il passo in avanti rispetto al passato è evidente: per fedeltà cromatica e qualità degli incarnati la A7S III è la miglior mirrorless full frame mai sfornata da Sony.
SD CARD RAPIDE E DOPPIO FORMATO
Non diamo solitamente molto spazio ai supporti di memoria ma questa è l’occasione buone per farlo. La novità è il supporto alle rapidissime CFexpress tipo A che possono essere alloggiate al posto delle SD card tradizionali in ognuno dei due slot, vi ricordo che questi supporti promettono velocità di scrittura fino a 700 MB/s!
Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di provarle e per questo ci siamo infatti procurati una delle nuovissime SD card Kingston Canvas React Plus da 256GB, compatibili con lo standard UHS-II U3 in classe 10, con prestazioni di 300MB/s in lettura e 260MB/s in scrittura. Insomma una delle migliori in circolazione e capace di supportare i formati più pesanti.
Tanto spazio di archiviazione è fondamentale quando si lavora con file video di enormi dimensioni, spesso ad esempio terminiamo le nostre sessioni di riprese con 50-60GB di file da trasferire. D’altro canto Sony assicura poi con questa macchina la registrazione senza limiti di tempo in 4K a 24/25/30p, mentre non si può andare oltre 1 ora se saliamo sul 4K a 60p.
AUTOFOCUS E STABILIZZAZIONE DA 10 E LODE
Poter offrire il massimo della potenza a volte non basta, ai cavalli del motore bisogna necessariamente associare il giusto telaio e le ruote migliori, altrimenti è facile che si sbandi. Sony su questo ha dimostrato di aver trovato le giuste chiavi hardware e software, tanto che le sta riproponendo in formato ridotto anche sui propri smartphone come Xperia 1 II e Xperia 5 II. Parlo del suo acclamato sistema Eye AF che in foto promette una messa a fuoco accurata sia su umani sia su animali, con tanto di selezione dell’occhio sinistro o destro per i primi.
Stessa cosa che fa poi la differenza anche in video, con il riconoscimento del volto e l’Eye AF che non sbaglia praticamente un colpo e anche quando perde il punto è in grado di recuperarlo istantaneamente non appena disponibile. Il sistema Hybrid AF (rilevamento di fase sul piano focale e AF a rilevamento di contrasto) è simile a quello visto sull’Alpha 9 II, con qualche compromesso e il nuovo processore Bionz XR che spinge le prestazioni fino ai livelli appena citati nel capitolo precedente.
Piccoli cambiamenti anche nella stabilizzazione ottica, che resta fondamentalmente quella eccellente già assicurata da Sony anche su altre macchine e migliora ulteriormente; quindi meccanismo a 5 assi, SteadyShot anche per video 4K e 5,5 stop dichiarati. Si possono tranquillamente fare riprese a mano libera con le giuste ottiche, limitando tremolii e fastidiosi micro movimenti.
Bella anche la possibilità di regolare le transizioni dell’autofocus via software, scegliendo il valore più adeguato a seconda delle proprie esigenze. Velocità che si cambia da una delle nuove impostazioni, Sony ha infatti rivoluzionato il suo caotico menu realizzando un restyling grafico molto più funzionale e intuitivo. Servono pochi giorni per prendere confidenza con le nuove suddivisioni; la buona notizia è quindi che Sony ha ascoltato le nostre preghiere, quella brutta è che il nuovo menù non arriverà sulle precedenti macchine perché – a detta loro – l’hardware non lo supporterebbe.
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Sensore d’immagine retroilluminato full-frame Exmor R CMOS da 12.1 MP
- Processore Bionz XR
- Registrazione video in 4K 120 fps 10bit 4:2:2 e 4K 120 fps raw tramite HDMI
- Sensibilità max fino a ISO 409600 (video)
- Fast Hybrid AF a 759 punti a rilevamento di fase
- Real time Eye AF
- Bitrate 600 Mbps
- 16bit RAW output
- 15 stop di range dinamico
- Mirino elettronico da 9.44 milioni di punti (QXGA)
- Doppio slot per schede UHS-I/UHS-II e per CFexpress Type A
- Display touch orientabile su due assi da 3 pollici
- Raffica fino a 10 fps (fino a oltre 1.000 immagini RAW consecutive non compresse con tracking completo AF/AE)
CI RIVEDREMO PRESTO
Come detto non è questa la conclusione della nostra storia con l’Alpha 7S III, ci torneremo presto per approfondire; la produzione dei video è ormai entrata in “tutte le case” grazie agli smartphone ma, come è ovvio, i dispositivi mobili arrivano fino ad un certo punto ed è fondamentale conoscere e parlare dei balzi tecnologici che si fanno in ambito prosumer.
Non è una macchina per tutti, anzi, a causa del prezzo del solo corpo che tocca i 4.200 euro circa dialoga principalmente con appassionati e professionisti che desiderano un 4K pieno, completo e limpido, anche ad alto frame rate. Una categoria in cui noi rientriamo in pieno in quanto creator che lavorano a questa risoluzione, siamo piuttosto certi che in breve diverrà la prima scelta di tanti altri.
Per il resto è la solita egregia Sony che ha ormai imboccato la giusta strada e da anni migliora pian piano le sue mirrorless full frame, lasciando poco spazio sul podio delle migliori alla diretta concorrenza.
Pochi i difetti rilevati e raccontati, è vero, ma il tempo non è bastato per scontrarsi con eventuali problemi d’uso che, spesso, si palesano nell’utilizzo continuativo di questi strumenti. E adesso arriva la malinconia, dopo averla restituita ci sentiamo tutti un po’ più soli…
VIDEO
[embedded content]
Contenuto realizzato in collaborazione con Roberto Catania