E morto all’età di 73 anni Tullio Pozzan, uno dei Nobel mancati dell’Italia e pioniere nello studio dei messaggeri delle cellule. Le sue ricerche sulla fluorescenza avevano dato un contributo fondamentale agli studi premiati nel 2008 con il Nobel per la Chimica a Robert Tsien e Osamui Shimomura.
Nato a Venezia il 22 febbraio 1949 in una famiglia di medici, Pozzan si è laureato in medicina nell’università di Padova nel 1973 e, dopo un periodo di lavoro in Gran Bretagna, nell’Università di Cambridge, nel 1986 è diventato professore ordinario di Patologia Generale nell’Università di Padova, dove per 12 anni è stato direttore di dipartimento. Al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) ha diretto l’Istituto di neuroscienze dal 2009 al 2013 e il Dipartimento di scienze biomediche dal 2013 al 2019.
Con Pozzan “scompare non solo un grande scienziato, curioso e appassionato nei suoi studi, ma anche una persona veramente speciale, la cui grande umanità ricorderemo sempre”, osservano Roberto Antonelli e Giorgio Parisi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della quale Pozzan era socio.
Per la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Maria Chiara Carrozza,”la scomparsa del professor Tullio Pozzan lascia un grande vuoto nella comunità scientifica internazionale”, rileva Carrozza. Al Cnr, prosegue la presidente, Pozzan “ha contribuito con i suoi studi, tra le altre cose, alla comprensione dei meccanismi patogenetici delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Il professor Pozzan era uno studioso conosciuto in tutto il mondo e anche una persona estremamente gentile. Non era solo un grande scienziato ma aveva anche una grande umanità”.
Il principale interesse scientifico di Pozzan è stato lo studio del calcio in biologia e il suo ruolo nei sistemi di segnalazione interni alle cellule. Le sue prime ricerche hanno riguardato l’assorbimento e il rilascio del calcio nelle centraline energetiche delle cellule, i mitocondri. Con Tsien, Pozzan aveva partecipato allo sviluppo degli indicatori di calcio interni alle cellule per mezzo della fluorescenza. Il suo gruppo di ricerca ha inoltre sviluppato le prime sonde codificate geneticamente, aprendo la strada a scoperte importanti sui meccanismi del metabolismo del calcio e rivoluzionando la comprensione del ruolo dei mitocondri nel mantenere l’equilibrio del calcio all’interno delle cellule.
Il suo gruppo di ricerca ha inoltre studiato il prodotto del metabolismo cellulare chiamato adenosina monofosfato ciclico (cAMP), mettendo a punto la prima sonda fluorescente geneticamente codificata, stabilendo il concetto di microdomini e descrivendo il meccanismo di omeostasi all’interno dei mitocondri.
Autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste internazionali, era membro dell’Istituto di Lettere, Scienze ed Arti, dell’Organizzazione europea di biologia molecolare (EMBO), dell’Accademia nazionale delle science degli Stati Uniti, fellow della Royal Society of Canada (FRSC), e membro straniero della Royal Society (ForMemRS)