Una perdita di gpl, da cui è scaturito un incendio che ha coinvolto impianti e cisterna che è poi terminato nell’esplosione che sconvolto il distributore in provincia di Rieti. “Al momento e’ ancora molto complicato stabilire con esattezza quello che e’ successo, vista la mancanza di dettagli e testimonianze”, spiega all’ANSA Andrea Rotella, esperto e consulente in materia di sicurezza sul lavoro e autore delle diverse edizioni del Manuale sulla Sicurezza sul Lavoro. “Dai primi filmati però, spiega Rotella, si intravede un incendio al di fuori dell’autocisterna che investe il distributore e la cisterna: è probabile che sia nato da una perdita di gpl, la quale comporta una emissione di vapori che per essere innescati necessitano anche solo di una carica elettrostatica”.
“Una volta partito l’incendio”, sottolinea Rotella, “è necessario un intervento rapido per spegnerlo” altrimenti le conseguenze rischiano di diventare disastrose. “All’interno dell’autocisterna, il GPL è presente contemporaneamente in fase liquida ed in fase vapore. Se la cisterna è esposta al calore di un incendio esterno, il GPL al suo interno si riscalda e la pressione interna della cisterna aumenta. Se la cisterna non viene raffreddata con abbondanti getti d’acqua – ed è proprio quello che sembra stessero facendo i Vigili del fuoco intervenuti sul posto – il GPL potrebbe superare la sua temperatura critica, oltre la quale la fase liquida evapora quasi istantaneamente”.
Ed a Rieti “è possibile che sia successo proprio questo: poiché ogni litro di GPL in fase liquida produce circa 250 litri di vapore (un’autocisterna contiene migliaia di litri di GPL in fase liquida), l’enorme incremento di pressione determina un fenomeno denominato BLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapour Explosion)” afferma Rotella, “ovvero il cedimento delle pareti della cisterna, la proiezione violenta di frammenti della stessa seguiti dall’esplosione dei vapori di GPL rilasciati nell’aria, che genera una gigantesca fireball (palla di fuoco) con gravi conseguenze per tutte le persone che si trovano nel raggio di molte decine di metri”.