Oggi vi propongo un piccolo rompicapo:
Mettiamo il caso di trovarci di fronte a una stanza ermetica con un indicatore di ossigeno all’esterno della porta. Questo strumento rileva il livello medio di ossigeno all’interno della stanza, che è del 20%. Il valore corrisponde alla concentrazione di ossigeno nell’ambiente esterno, quindi in condizioni di vita perfette. Aprendo la porta, si trova però una persona distesa sul pavimento e di colore bluastro, evidentemente morta per soffocamento. Che cosa le sarà successo?
La stanza era stata inizialmente riempita di ossigeno puro – è possibile viverci, anche se a lungo andare non è molto salutare -. Ma dopo qualche ora, tutto l’ossigeno presente nella stanza era stato consumato e sostituito dalla CO2 nell’aria esalata. A quel punto la respirazione è diventata molto faticosa.
La cosa interessante però è questa: tutto sommato, in termini di bilancio complessivo il contenuto medio di ossigeno per l’intero periodo di tempo era ok, si è mantenuto sempre nei livelli di sicurezza. Ma questo non ha aiutato affatto il poveretto, perché “bilancio complessivo” è una considerazione puramente statistica che nella pratica non funziona.
QUANDO L’ENERGIA È DAVVERO VERDE?
Questo è esattamente quello che accade con l’energia elettrica a basse emissioni di carbonio – l’elettricità verde. Ancora oggi, nella quasi totalità dei casi si tratta di una truffa di etichettatura a basso costo, perché è verde solo in termini di bilancio complessivo, e di solito solo in termini di “bilancio complessivo annuale”. Ciò diventa particolarmente evidente se prendiamo in considerazione, ad esempio, un impianto solare alle nostre latitudini europee. In estate, durante le ore di luce, l’impianto fornirà molta più energia di quanta ne possiamo utilizzare, mentre a febbraio i pannelli sul tetto non producono quasi nulla e di notte non producono affatto. Possiamo continuare a mentire a noi stessi sul fatto che riforniamo la nostra auto elettrica con l’energia verde prodotta in casa. In realtà, però, durante le ore diurne contribuiamo a immettere troppa energia nella rete elettrica, mentre di notte ricarichiamo la nostra auto, ovviamente con energia tutt’altro che pulita.
Ciò che molti ancora non sanno è che l’energia autoprodotta deve essere immessa in rete nello stesso momento in cui viene consumata. Quindi, se vogliamo ricaricare la nostra auto in modo ecologico, dobbiamo ricorrere a fonti di energia verde controllabili, come l’energia idroelettrica, o immagazzinare in modo intelligente la nostra elettricità proveniente da fonti rinnovabili. Questo può essere fatto su base giornaliera con un accumulatore di energia ad uso domestico, ma stagionalmente solo con un impianto di stoccaggio centrale, ad esempio convertendo l’energia in idrogeno.
Il fattore decisivo, tuttavia, è che la popolazione acquisisca prima la consapevolezza che la simultaneità di immissione e consumo di energia è ciò che rende l’elettricità davvero verde. Per rendere visibile e verificabile questo processo, è stato recentemente introdotto un certificato per le centrali elettriche e i fornitori di energia: www.truetime-certificate.com. È stato istituito come organizzazione non profit ed è finalmente un primo passo nella giusta direzione, che sostengo anche personalmente.
Se anche voi pensate che la transizione energetica avrà successo solo se smetteremo di ingannare noi stessi, allora vi prego di unirvi a noi e di contribuire a far sì che sempre più persone si impegnino per raggiungere la simultaneità.
Questa rubrica è curata da Christoph Erni, fondatore e CEO di Juice Technology AG, produttore svizzero di stazioni e soluzioni di ricarica. Ha sempre avuto un’inclinazione pratica, tanto che ha lasciato la scuola poco prima del diploma di maturità per seguire un corso di economia aziendale all’università, per poi passare al settore informatico subito dopo. Ma a Christoph Erni questo non bastava: voleva di più! Circa 20 anni fa ha fondato la sua società di consulenza aziendale, la Erni Associates AG.
Nel 2014, notando la mancanza di soluzioni di ricarica adeguate, ha deciso di entrare nel settore della produzione e ha fondato Juice Technology AG. Nel suo primo anno di attività, l’azienda si è assicurata la pole position in questo segmento con la stazione di ricarica portatile Juice Booster 1 da 22 kW, e da allora è rimasta lì.
Christoph Erni, fondatore e CEO di Juice Technology