Lo ha creato Michele Hiki Falcone, lo stesso di Plaguemon. Ecco cosa ci ha raccontato
È nato il Tamagotchi più maledetto di sempre: ti sveglierà di notte e ti obbligherà a giocarci perché non muoia. Sono questi i presupposti del nuovo progetto videoludico di Plaguelabs, dietro cui c’è Michele Hiki Falcone, colui che ha creato Plaguemon, il gioco dei Pokémon a base di sesso, satanismo e droga che vi avevamo presentato tempo fa. Inoltre Michele è stato ospite anche al Wired Next Fest di Milano, dove ci aveva raccontato un po’ delle sue creazioni.
C’è però in arrivo un nuovo progetto che ha a che fare con il Tamagotchi – che peraltro dopo vent’anni è tornato in auge, insieme ad altre versioni ad alto tasso alcolemico. Si chiama Plaguemon Breeder ma nei primi tempi il nome (poco convincente) che girava nella testa di Michele era Plague-Gotchi. Infine le correzioni linguistiche del giapponese e la natura del graffittaro death metal hanno prevalso arrivando a Plaguemon Breeder, ma nel logo c’è scritto Plaguemon Bredeer come se fosse un’autocontraffazione.
Michele ci ha anticipato alcuni dettagli del progetto: “Mi girava in testa l’idea di un plaguegotchi da sempre, alimentata dall’amore per i Game & Watch Tiger e Nintendo. Inutile ribadirlo all’infinito, è chiaro che la mia estetica si rifà ai ruggenti 90. Avendo sviluppato una generica conoscenza di tutti i device ho dovuto selezionare quale avrebbe fatto al caso mio, per i motivi più vari, dalla reperibilità dell’oggetto stesso, alle potenzialità che poteva offrirmi. Poi, ho deciso di adoperare la Sony PocketStation per un’ infinità di motivi, ne citerò solo alcuni ma sono davvero tantissimi”.
Questa microconsole portatile ormai dimenticata ha molte caratteristiche ancora da sfruttare e Michele ha qualche idea in merito: “Il primo, il più geek, è un handheld con grafica ad 1bit (il nome del tipo di periferiche tamagotchi et similia) con uno dei processori più potenti montati su questo genere di device, un processore Risc a 32-bit, un mostro senza senso per un tamagotchi (solitamente con cpu a 4bit), questo perché la periferica, distribuita solo in Giappone, doveva comunicare con un altra periferica a 32-bit. Ciò permette anche di avere un suono a 10bit-Pcm, quasi qualità cd quindi, e una fluidità di gioco lontana dalle animazioni dei più noti omini virtuali. In più, oltre ad avere gli infrarossi per duelli all’ultimo sangue, comunicando con la navicella madre PlayStation uno, può essere aggiornato ed aggiornare eventuali progetti futuri (si inserisce nello slot delle memory card.) Di giochi per PocketStation non ne sono stati fatti una ventina, la maggior parte riempiono 2-4 blocchi di memoria rispetto ai 15 disponibili sulla console, io conto di riempirli tutti“.
Se la realizzazione del gadget ci è abbastanza chiara, l’altra parte interessante di questo Tamagotchi alternativo è capire le potenzialità: “È ancora in sviluppo, sto cercando di scoprirne tutte le funzionalità nella maniera più precisa possibile, m’incuriosisce tantissimo di come possa incastrarsi nella normale quotidianità di una persona e come possa rendere l’esperienza di questa persona, esattamente come si aspetta che sia un prodotto Plague, un pò horror. Sto studiando le fasi lunari ad esempio, come esse si rapportano col mondo degli incubi e come un oggettino piccolo come un grinder possa ricordarti alle 3:00 di notte di un martedì insonne che devi battere un minigioco in cui non devi addormentarti per un ora altrimenti il tuo pet muore e lo fa urlando in 10bit Pcm da uno speaker da un pollice. Lo vedo anche come un grimorio demoniaco tascabile, mi piacerebbe che la nostalgica angoscia che hanno apprezzato i giocatori in Plaguemon, possano portarla sempre con se con il Plaguegotchi, ops, Plaguemon Breeder“.
Plaguemon Breeder viene presentato all’atelier Plague Gallery di Cosenza, il 30 settembre, con artisti di spicco, italiani ed internazionali, tra cui Arturo Lauria, TurboGamma, TommyGun, Marie Cecile ed 3Land dal Giappone.
Per ora ne esistono solo 10 di pezzi e man mano sarà interessante capire gli sviluppi di quello che si appresta ad essere, come dichiarato dal suo creatore “il tamagotchi più maledetto di sempre“.
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