Nella laguna di Venezia il livello del mare potrebbe salire fino a 108 centimetri entro il 2100 per l’effetto combinato di cambiamento climatico abbassamento del suolo. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Water da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e della Radboud Universiteit dei Paesi Bassi.
“Il risultato è importante per Venezia, che il 12 novembre 2019 ha conosciuto la seconda marea più alta mai registrata (188 centimetri) dopo quella disastrosa del 1966. Nel 2100 un’acqua granda, come la chiamano i veneziani, potrebbe fare alzare il livello fin quasi a tre metri nelle condizioni peggiori”, spiega Marco Anzidei, dell’Ingv e coordinatore dei progetti europei Savemedcoasts e Savemedcoasts-2, che si occupano dell’aumento del livello del Mediterraneo.
Tuttavia, aggiunge, “si deve considerare che il livello marino ha sempre oscillato per cause naturali e continuerà a farlo. Studiarne le cause e gli effetti attesi nei prossimi anni è di fondamentale importanza per un approccio consapevole nella gestione del fenomeno”.
L’analisi si è basata sui dati forniti dalle stazioni mareografiche nell’Adriatico e nel Tirreno, e sulle misure relative alla subsidenza, “ovvero – spiega Anzidei – il lento movimento verso il basso della superficie terrestre, legato a cause naturali e legate alle attività umane. Tale movimento ha per effetto l’accelerazione dell’aumento del livello marino locale”.
La ricerca indica inoltre, entro il 2100, un aumento medio dell’acqua di 82 centimetri nella laguna veneta, ma con un’incertezza nella previsione di 25 centimetri in più o in meno, mentre considerando tutto il Mediterraneo le aree maggiormente esposte al rischio di allagamento marino nel 2100, corrispondono a un’area pari a circa 5,5 milioni di campi da calcio.