“Elon Musk non ha gli strumenti culturali per gestire una piattaforma social, e non ha le idee chiare sulle difficoltà che questo comporti, soprattutto sulla libertà di parola. E’ sempre stato vago e ha sempre tagliato con l’accetta temi che invece sono stati affrontati in anni e anni di dibattito. L’interesse di Twitter per lui nasce come un gioco, se riesce a delegare potrà andare bene e riuscire a gestire anche le altre sue aziende”: è il parere all’ANSA di Vincenzo Cosenza, esperto di social media e autore del blog Vincos, dopo l’acquisto di Twitter da parte del patron di Tesla e Space X, che ha già provocato il richiamo del Commissario Ue Breton, al Digital Service Act varato la scorsa primavera. “Penso Breton si riferisca alla responsabilità del proprietario della piattaforma di garantire la correttezza delle conversazioni in rete, altrimenti viene sanzionato”, aggiunge l’esperto.
Per Cosenza, “Musk è più abituato a gestire aziende che ha creato, in maniera ingegneristica, con Twitter parliamo più di ambienti sociali dove ci vuole un approccio più ampio, più umanistico, non semplice e sempre entro le linee guida di leggi nazionali o internazionali”. “Musk ha voluto rassicurare gli inserzionisti con una lettera per far capire che l’azienda non sarà un far west sulla libertà di parola ma un posto sicuro dove potranno intercettare il pubblico che vogliono – spiega Cosenza – ai marchi non fa comodo avere i loro tweet affianco a post inadeguati o che incitano all’odio e alla violenza ma questo si sposa poco con l’idea di riammettere Trump o nell’aver subito licenziato il responsabile degli affari legali e della ‘policiy’ Vijaya Gadde. Musk non ha le idee chiare sulle difficoltà che ha una piattaforma social. I temi sulla libertà di parola si risolvono mettendosi di fronte a casi concreti non con proclami”.
“Sarà importante per Elon Musk anche capire come tenere a galla la barca dal punto di vista economico, fondamentale sarà per lui circondarsi delle persone giuste. Speriamo che se assume l’interim di Ceo, come dicono alcune indiscrezioni, lo tenga per poco tempo. Twitter è un po’ di anni che galleggia ma non eccelle, forse ha anche un numero di dipendenti elevato rispetto al fatturato. E probabile che Musk possa spingere sugli abbonamenti che consentono funzioni particolari, come sta già facendo in alcuni paesi”, aggiunge Cosenza.
Nei giorni scorsi Musk ha spiegato che con l’acquisizione di Twitter vuole creare una super app, un’app X, in grado di avere più funzioni, vuole emulare TikTok? “Anche sotto questo punto di vista non ho visto grandi segnali. Al momento manca l’idea di prodotto, Musk non l’ha fatta capire a nessuno – osserva l’esperto – Non so se vuole decentralizzare la piattaforma, come aveva iniziato a pensare il vecchio amministratore delgato e co-fondatore di Twitter Jack Dorsey, nel senso che un utente può scegliere l’algoritmo che vuole, il che permette agli utenti più libertà”. “Se riesce a delegare – conclude l’esperto – le sue aziende potranno andare bene, dividersi tra tre diverse aziende non è semplice, anche questo è un motivo di preoccupazione economica. Dorsey fu buttato fuori dagli investitori perchè si divideva tra Square e Twitter”.