Con i suoi 3,83 km, il circuito ricavato tra i viali dell’Eur a Roma è uno dei più lunghi ed impegnativi del Mondiale di Formula E. 19 curve a velocità variabile con molteplici possibilità di sorpasso che richiedono monoposto con un setup perfetto per consentire di ottenere le migliori prestazioni possibili. Grazie a Jaguar siamo potuti andare a seguire da vicino una delle due gare dell’E-Prix di Roma. Un’occasione per dare uno sguardo anche al “dietro le quinte” per capire meglio questo ambiente.
La Formula E nasce con l’obiettivo di creare una serie ad emissioni zero in grado di sensibilizzare le persone sul tema della sostenibilità e mostrare le potenzialità della mobilità elettrica. Un campionato che vuole lanciare un importante messaggio per accelerare il passaggio ad una nuova forma di mobilità più sostenibile.
Ma questa serie è anche un grande laboratorio dove le case automobilistiche possono sperimentare tutte quelle soluzioni che poi porteranno all’interno delle loro vetture di serie. Del resto, da sempre, il motorsport è considerato un luogo perfetto in cui testare nuove idee e tecnologie. Su queste monoposto, dunque, potremo trovare quelle soluzioni tecniche che in futuro vedremo anche sulle normali auto a batteria vendute nelle concessionarie.
Oltre agli aspetti della sostenibilità e dello sviluppo, la Formula E è anche competizione vera, con gare piacevoli da seguire, dove lo spettacolo non manca.
C’ERA UNA VOLTA IL 2011
La Formula E è nata concettualmente una sera del 3 marzo del 2011 quando Jean Todt – che tutti noi ben conosciamo – si incontrò con Alejandro Agag che oggi è il CEO della Formula E. Durante l’incontro, furono messe insieme alcune idee che poi portarono alla creazione di questa serie.
Il debutto ufficiale è poi avvenuto nel 2014 con il via della prima stagione. Da allora sono passati 8 anni e il campionato è arrivato alla sua ottava stagione. Tanta strada è stata fatta e le monoposto hanno fatto importanti passi avanti diventando progressivamente più veloci e competitive. Un ulteriore importante salto avanti sarà fatto il prossimo anno con l’arrivo della Gen3 delle monoposto elettriche. Ci saranno diverse novità tra cui la possibilità di disporre di maggiore potenza rispetto ad oggi. Dunque, il prossimo anno dovrebbe migliorare ulteriormente lo spettacolo grazie alle migliori prestazioni.
AMBIENTE APERTO E DISPONIBILE
Una cosa che abbiamo notato e che è ci ha colpito positivamente è l’ambiente. Il motorsport può essere un ambiente elitario. La Formula E, invece, è molto più aperta agli appassionati con piloti e membri del team disponibili ad uno scambio di battute. Il giorno prima della gara, per esempio, abbiamo avuto modo di fare due chiacchiere con alcuni membri del team Jaguar in maniera del tutto informale, parlando non solo delle auto e della gara ma anche di altre cose.
Proprio questa facilità di approccio appassiona ancora di più all’ambiente della Formula E che in Italia, probabilmente, avrebbe bisogno di un po’ più di visibilità per farsi conoscere meglio da parte degli appassionati del motorsport.
LA QUESTIONE DEL SUONO DEL MOTORE
Perché parlando di Formula E si va a sempre a finire sulla questione del sound del motore. Per diverse persone, l’assenza del motore endotermico è imperdonabile e senza questo sound le gare non sono vere gare. Sicuramente, questo va detto, la Formula E non è adatta a chi cerca dalle monoposto anche un’emozione sonora in vecchio stile.
Ma ciò non significa che le competizioni non possano essere divertenti. La gara a cui abbiamo assistito è stata davvero piacevole con diversi sorpassi e battaglie in pista. Rispetto alle prime stagioni, anche dal punto di vista dello spettacolo molti passi avanti sono stati fatti e il prossimo anno, come detto, ci si aspetta molto di più grazie alle nuove monoposto.
Poi ognuno la può pensare come meglio crede. Leggendo i commenti mi rendo conto che molti non hanno un buon giudizio su questa serie ma io ho voluto dargli una possibilità senza partire prevenuto e mi sono divertito. Chiaro che non è la Formula 1 ma non mi aspettavo nemmeno qualcosa di simile.
Il fatto che ogni gara si svolga lungo un’unica giornata con le qualifiche alla mattina e la gara al pomeriggio rende il tutto più avvincente. Bello per gli spettatori che possono seguire l’intera gara nell’arco di poche ore e sicuramente complesso per i team e i piloti che devono mettere a punto l’auto e gestire tutti i problemi in poco tempo.
JAGUAR E LA SOSTENIBILITÀ
La Formula E è un appuntamento perfetto per le case automobilistiche per portare novità in tema di auto elettriche. Al riguardo, non possiamo non ricordare che ci siamo imbattuti nella Maserati Grecale Folgore, di cui via abbiamo mostrato una serie di immagini.
Le gare sono anche l’occasione per approfondire ulteriormente il tema della sostenibilità. Tra la fine delle prove dell’E-Prix di sabato e la gara abbiamo avuto modo di parlare con Rossella Cardone, responsabile sostenibilità di Jaguar Land Rover, sugli obiettivi del Gruppo per cui lavora.
Abbiamo chiesto quale sia la ricetta di Jaguar Land Rover per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Come potrete presto vedere all’interno del video dell’intervista, Rossella Cardone ci ha raccontato come l’obiettivo finale del Gruppo sia quello di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2039.
Ma prima di allora già entro il 2030 intendono arrivare ad abbattere del 46% la CO2 prodotta a livello di produzione e del 54% lungo la catena di valore. Non si poteva non approfondire poi il tema del second life e del riciclo delle batterie, di cui oggi si discute sempre di più.
Il Gruppo inglese sta lavorando per allungare il ciclo di vita delle batterie, per poter essere riutilizzabili in altri settori come in quelli dell’energia. Quando l’auto termina il suo ciclo di vita, la batteria può essere ancora utilizzata. Per questo hanno realizzato dei progetti che dimostrano che la batteria può avere un secondo ciclo di vita come soluzione per lo storage. Per esempio, in collaborazione con Pramac hanno realizzato un sistema chiamata Off Grid Battery Energy Storage System (ESS) che è stato utilizzato come unità di accumulo per alimentare le apparecchiature del team Jaguar TCS Racing di Formula E in alcuni circuiti.
Abbiamo poi chiesto se sostenibilità e lusso possono andare d’accordo. Per Rossella Cardone, la sostenibilità è un elemento che deve fare parte del brand del marchio dei veicoli di lusso. Come azienda si sentono responsabili e vogliono ispirare il settore ad andare in questa direzione. La sostenibilità è un elemento di qualità e di efficienza.
Per abbattere le emissioni di CO2, il Gruppo lavorerà anche per migliorare l’efficienza dei processi produttivi e ridurre i consumi di energia all’interno delle fabbriche. Inoltre, sulle auto saranno utilizzati materiali di lusso e di qualità ma anche riciclati. Il tutto senza dimenticarsi del progetto di elettrificazione dei veicoli. Le auto saranno progettate sin dal principio per poter essere riutilizzate facilmente e per poter riciclare ogni singolo componente una volta che giungono alla fine della loro vita.
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