«È ormai da un po’ che stiamo spendendo più soldi di quelli che guadagniamo. Per parecchio tempo ho conservato l’ottimismo di pensare che avremmo potuto affrontare la transizione senza licenziamenti, ma in retrospettiva ora mi sembra irrealizzabile».
Con queste parole Tim Sweeney, CEO di Epic Games, ha annunciato il licenziamento di quasi 900 dipendenti, ai quali spetteranno sei mesi di indennità di licenziamento, durante i quali potranno ancora godere delle convenzioni sanitarie dell’azienda.
Oltre a lasciare a casa circa il 16% dei propri dipendenti, Epic venderà anche Bandcamp, il servizio musicale dedicato agli artisti indipendenti che aveva acquisito appena nel marzo del 2022, e la piattaforma SuperAwesome, dedicata alla gestione dei dati personali in ambito pubblicitario degli utenti più giovani.
Perché mai l’azienda che detiene proprietà importanti come l’Unreal Engine e Fortnite si trova in difficoltà economiche (e, a sentire il CEO, non da poco tempo)? Il problema a quanto pare è proprio Fortnite, che non genera più tanti introiti quanto un tempo.
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In realtà, dopo un periodo di decrescita, al momento il popolare videogioco «è tornato a crescere» ma i guadagni devono ora essere divisi con diversi «creatori di contenuti» cui spetta una parte importante delle entrate.
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