Puntuale a sette secoli dalla morte di Dante, l’asteroide Divinacommedia ha salutato la Terra e a fotografarlo è stato l’astrofisico che lo aveva scoperto 20 anni fa, Gianluca Masi, responsabile scientifico del progetto Virtual Telescope e coordinatore per l’Italia dell’Asteroid Day.
Nel giugno scorso l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) aveva assegnato ufficialmente all’asteroide (65487) 2003 CD20 il nome “Divinacommedia” su proposta di Masi, che lo aveva scoperto il 9 febbraio 2003 con il collega René Michelsen. “Una denominazione – osserva Masi – che celebra il capolavoro universale di Dante Alighieri a 700 anni dalla morte”,, riferita a “un’opera che include molte delle più raffinate conoscenze astronomiche al tempo del Sommo Poeta, i cui riferimenti al cosmo sono protagonisti in alcuni dei versi più alti della Commedia”.
Curiosamente, prosegue l’astrofisico, “(65487) Divinacommedia è visibile nel cielo proprio in corrispondenza di questa importante ricorrenza dantesca”. Per Masi “rivedere dopo così tanti anni quel ‘sasso cosmico’, allora anonimo e oggi legato ad una delle più importanti opere letterarie della storia dell’uomo, mi ha emozionato moltissimo”.
L’asteroide (65487) 2003 CD20 è stato scoperto la notte del 9 febbraio 2003, mentre Masi si trovava in Cile,. 2003 CD20 veniva subito notato da Masi in alcune immagini ottenute per misurare la posizione di un altro asteroide, quest’ultimo di tipo near-Earth. L’intruso risultava nuovo e riceveva così dal Minor Planet Center la designazione provvisoria 2003 CD20. Qualche anno dopo, raggiunta una buona conoscenza della sua orbita attorno al Sole, otteneva un numero definitivo, pronto a ricevere un nome.