Ascoltare la sinfonia dei buchi neri: è il prossimo obiettivo dell’astronomia multimessaggera, intenzionata a individuare, tra le onde gravitazionali, i segnali che hanno le frequenze tipiche di questi misteriosi cannibali cosmici che ingoiano ogni cosa capiti loro a tiro, luce compresa. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Astronomy dal gruppo dell’Università americana Vanderbilt coordinato dall’astrofisico Karan Jani, condotta in collaborazione con California Instite of Technology (Caltech), Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e Istituto di Tecnologia americano della Georgia (Georgiatech).
I ricercatori si metteranno in ascolto sia dei buchi neri dalla massa confrontabile a quella del Sole, due dei quali fondendosi hanno permesso di catturare nel settembre 2015 il primo segnale di un’onda gravitazionale, sia dei mostri cosmici che hanno una massa che supera milioni di volte quella del Sole e che abitano al centro delle galassie, Via Lattea compresa.
Grazie ai cacciatori di onde gravitazionali Virgo e Ligo, che dall’aprile 2019 scrutano il cielo con una maggiore risoluzione e al loro successore Lisa, che lavorerà dallo spazio dal 2034, i ricercatori prevedono di catturare ogni anno da 4 a 10 segnali di buchi neri di massa intermedia. “Come un’orchestra che emette suoni distinti, allo stesso modo ci aspettiamo di catturare dalle collisioni tra buchi neri onde gravitazionali a diverse frequenze, per poter ricostruire la musica dei buchi neri”, ha spiegato Jani, che si autodefinisce ‘cacciatore di buchi neri’.