Dalla regolazione a distanza di un pacemaker a quella della temperatura di casa, passando per il controllo remoto delle auto autonome: siamo alla vigilia della sesta generazione degli attacchi informatici, legati all’internet delle cose. È la nuova frontiera della cybersicurezza, illustrata nella conferenza Cybertech Europe 2019, la kermesse internazionale dedicata alla sicurezza digitale inaugurata a Roma.
Presenti l’Amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, il sottosegretario al ministero della Difesa, Angelo Tofalo, il vicedirettore generale, con delega alla cyber-security, del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) presso la presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Baldoni, e il presidente della Repubblica di Armenia, Armen Sarkissian.
“Stiamo andando verso la sesta generazione di attacchi informatici, in cui tutti i dispositivi connessi alla rete possono diventare veicoli di infezione ed essere quindi vulnerabili ad attacchi informatici, se non sono integrati con sistemi di sicurezza adeguati”, ha spiegato all’ANSA, Marco Urciuoli, responsabile della sede italiana della Check Point, azienda israeliana fondata da Gil Shwed, inventore del firewall moderno.
Siamo passati dalla minaccia a singoli computer a quella alle reti e alle applicazioni, fino ad arrivare ad attacchi multipli su larga scala a diversi sistemi insieme, dagli smarphone ai pc portatili, fino ai dati archiviati su cloud. “In un mondo sempre più connesso, in cui sarà sempre più possibile ad esempio controllare da remoto un pacemaker o la temperatura di casa, o la nostra automobile – chiarisce Urciuoli – occorre affinare le nostre strategie di protezione, a partire dalla prevenzione. In futuro – ha concluso – un ruolo chiave sarà giocato dall’intelligenza artificiale, in grado di controllare in tempo reale il funzionamento di ogni dispositivo e modificarlo in presenza di un attacco informatico”.