Anche in Italia il mercato della serialità audio sta crescendo in modo molto veloce. Eppure, ci sono ancora dubbi sul funzionamento e sulla distribuzione. Ecco le risposte che cercate
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È un dato di fatto: viviamo nell’epoca della serialità. Quella delle serie tv, ma anche delle serie audio, esplose negli ultimi anni. L’ultimo trend in fatto di contenuti d’approfondimento, intrattenimento e informazione sono, infatti, i podcast. Secondo una recente ricerca Nielsen, infatti, 12,1 milioni di persone hanno ascoltato almeno un episodio di un podcast nel 2019, e molte delle quali li fruiscono sia in ambiente domestico sia in mobilità (in auto, in bus, soprattutto nei momenti di pendolarismo). Eppure, quasi il 50% degli intervistati dice di non ascoltarli, perché non sa che esistono, altri ancora perché non sanno bene come funzionano o dove si trovano. Ecco allora una guida tanto pratica quanto sintetica a tutto ciò che bisogna sapere in fatto di podcast.
Che cosa sono
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Diffusasi all’inizio degli anni Duemila, la parola podcast (per alcuni una crasi fra iPod, ovvero il supporto su cui si sono sviluppati per primi, e broadcast, trasmissione) sta a indicare in genere una serie di file audio digitali, ordinati e coerenti, che approfondiscono o sviluppano un tema oppure una storia, la cui fruizione avviene per lo più via download/in streaming. A partire dal 2004, con la diffusione appunto dei lettori mp3, dei blog e dei feed Rss, c’è stata una prima ondata di podcast, spesso amatoriali o comunque creati dal basso, ma anche legati alla produzione di certi artisti oppure allo “spacchettamento” di alcuni programmi radiofonici. La tendenza delle radio di riproporre come podcast segmenti o intere puntate delle proprie trasmissioni è continuata, mentre la produzione originale dei podcast veri e propri è via via scemata, pur riducendosi a una nicchia piccola, specializzata e agguerrita.
La svolta: dieci anni dopo l’enorme successo riscontrato da Serial, un prodotto statunitense di giornalismo investigativo pubblicato a partire dal 2014: creato da Sarah Koenig, che ne è anche la narratrice, e Julie Snyder, è il racconto episodico dell’assassinio della studentessa Hae Min Lee, avvenuto nel 1999, e poi di altri crimini realmente accaduti nelle stagioni successive (che ora diventeranno una serie tv Hbo). Il riscontro ottenuto da Serial ha riacceso l’attenzione sulle potenzialità dei podcast dedicati al genere true crime (ma non solo), cercando di creare un vero e proprio mercato. Anche la loro fattura può essere molto varia (si va dall’improvvisazione alla registrazione di altri spettacoli, dall’alternanza di voci al monologo più o meno recitato, ecc…). In generale, oggi come oggi si associa ai podcast contemporanei una produzione audio piuttosto articolata, che comporta un lavoro di montaggio e sound editing.
Dove trovarli
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La rinascita dei podcast è sostanzialmente legata al boom degli smartphone, che sono il mezzo più immediato per ascoltarli. Ci sono diverse applicazioni per fruirli, per lo più gratuitamente: alcune sono già presenti sui telefonini, altre si devono scaricare. Per esempio: i device Apple ospitano di default l’app Podcast, mentre su Android si possono scegliere Google Podcast o Castbox. Esistono anche Stitcher o Spreaker, che funzionano come piattaforme trasversali accessibili pure da computer e, soprattutto nel caso di Spreaker, capaci di creare e diffondere facilmente podcast personali.
Ci sono, poi, servizi in abbonamento mensile che, con un meccanismo simile a quello di Netflix, permettono di accedere a un catalogo illimitato di podcast e serie audio. I principali player in questo segmento di mercato sono Audible e Storytel, entrambe società nate per la diffusione di audiolibri ma che si stanno specializzando sempre più nella diffusione e produzione di contenuti audio originali. Ulteriore impulso al mercato viene da Spotify che, dopo aver assorbito in tempi recenti realtà come Anchor e Gimlet, punta sulla diffusione di podcast, sia gratuiti sia compresi nella propria fee mensile, che si affiancano così alla sterminata offerta musicale.
I podcast in Italia
Anche l’Italia si sta accodando, pur con qualche ritardo, al successo dei podcast, già radicati da alcuni anni in mercati più maturi. Da noi lo slancio è arrivato nel 2017, grazie a una produzione true crime dichiaratamente ispirata a Serial, cioè la serie audio Veleno di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli, un’inchiesta prodotta da Repubblica sul terribile caso di cronaca dei diavoli della Bassa Modenese. L’ottimo riscontro di pubblico e critica ha fatto sì che in questo settore si concentrassero numerosi investimenti e sforzi creativi, che ora compongono un panorama di grande vitalità e soprattutto di varietà tematica e autoriale. Sono nate molte realtà produttive specializzate in narrazioni audio complesse, come Storielibere.fm, Piano P, Querty, Gli Ascoltabili….
Dopo Veleno, tra i primi podcast di successo ci sono stati Da Costa a Costa, approfondimento di Piano P sulle elezioni americane nato dalla newsletter omonima del vicedirettore del Post Francesco Costa; Morgana, il podcast di Storielibere.fm firmato dalla scrittrice Michela Murgia e dedicato a donne eretiche, rivoluzionarie, straordinarie. Fra gli altri titoli femministi di rilievo ci sono Ordinary Girls, produzione Storytel di Florencia Di Stefano-Abichain ed Elena Mariani, Senza Rossetto di Giulia Cuter e Giulia Perona. Ma i temi affrontati sono davvero i più svariati: dalla sorprendente cronaca vera de La piena, progetto originale Audible di Matteo Caccia, all’etologia con Il gorilla ce l’ha piccolo di Vincenzo Venuto, dalla letteratura con Copertina di Matteo B. Bianchi alla scienza del collettivo Scientificast, fino allo sport (La Riserva, Cronache dei ’90, Pallone criminale) e la politica (Risciò, Bestiario Politico di Gianluca Briguglia).
Anche Wired, insieme alle altre testate del gruppo Condé Nast, esplora le potenzialità di racconto dei podcast e finora ha proposto tre titoli che potete ascoltare gratuitamente su queste pagine: Wired Play, RetroWired e Wired Future.
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