Xiaomi non teme certo di ampliare il suo portfolio, al contrario risulta difficile anche per noi che seguiamo il settore stare al passo con i tantissimi modelli commercializzati, ma ogni tanto qualche chicca non supera i confini asiatici e ci lascia con l’acquolina in bocca. Capisco il motivo guardando il Mi 10 Ultra, dispositivo con cui la casa cinese ha voluto festeggiare il suo decennale e in cui ha integrato alcune delle tecnologie più recenti.
Una sorta di campo di prova su cui sperimentare senza il rischio di troppi giudizi, anche perché tutte le novità costano e Xiaomi non è certo tra le più accreditate quando si supera la soglia più alta del mercato mobile. I grandi volumi si fanno con la fascia media, ormai predominante, ma è inevitabile che ci siano queste “ammiraglie” capaci di segnare la strada del prossimo futuro e, perché no, stuzzicare i più impazienti che vogliono tutto e subito, senza badare alle spese.
In questi giorni ho avuto modo di provare il Mi 10 Ultra in versione 8/128GB e quella che segue non è certo una recensione, anche perché si tratta di uno smartphone che in Europa non viene venduto e per questo arriva con una versione internazionale del software con tutti i limiti (anche linguistici) del caso. Mi concentrerò quindi sugli aspetti salienti che caratterizzano questo dispositivo, una sbirciatina di come saranno i prossimi Xiaomi, seppur li vedremo con forme e colori diversi.
SMARTPHONE A NUDO, NEL VERO SENSO DELLA PAROLA
Bianco? Nero? Colorato o specchiato? Quali che siano i vostri gusti in fatto di smartphone poco importa quando ci si trova davanti alla variante che Xiaomi ha messo a disposizione: il retro in vetro trasparente fa infatti la differenza e rende un simile dispositivo infinitamente più interessante ai miei occhi. Non è certo il primo che vedo con back cover “vedo non vedo”, ma sono sempre stato abituato ad osservare una simile finitura su prototipi e mockup che le case poi non commercializzano.
Sarà per l’ottima resa di questa soluzione, con disegni delicati che ricalcano i principali componenti lungo tutta la parte posteriore dello smartphone dando un’idea precisa di “cosa sta sotto”, ma ritengo che abbia un carattere distintivo forte e capace di smuovere la mia curiosità più geek. Non si ha tuttavia una vista completa su tutto, anche perché sia il chip NFC sia quello della ricarica wireless sono coperti adeguatamente, ma è divertente seguire le linee bianche che completano il quadro, compresa l’ottica periscopica che si sviluppa anche orizzontalmente.
RICARICA FLASH
Gli smartphone cominciano a pesare tanto, sarà per le dimensioni e per tutti i componenti stipati all’interno che ormai permettono di superare agevolmente i 200 grammi, come avviene per lo stesso Mi 10 Ultra (222g). Se lo si guarda da più vicino si notano poi somiglianze con tutti i Mi 10 e con il cugino prossimo Mi 10T Pro: stessa diagonale del display (6,67 pollici), simili dimensioni, peso e spessore, ma c’è un dettaglio in cui differiscono ed è la batteria.
Il più esclusivo dei due vanta infatti un totale di 4.500mAh, qualcosa in meno del Mi 10T Pro che sul biglietto da visita ha stampato una bella unità da 5.000mAh. Le apparenze però ingannano, l’Ultra ha infatti un sistema ben più complesso che comprende l’implementazione di due batterie da 2.250mAh che si caricano contemporaneamente tramite l’inedito adattatore presente in confezione (20V 6A max). Sto parlando di un accessorio capace di sprigionare 120W e portare le due unità da 0 a 100 in circa 25 minuti, stima verificata in redazione secondo questa progressione:
- 10% in 2 min
- 20% in 3 min e 20s
- 50% in 12 min
- 75% in 22 min
- 99% in 25 min e 25s (per qualche bug non tocca mai il 100%, almeno nel contatore)
Non ho purtroppo potuto testare poi la ricarica wireless a 50W che promette anch’essa faville, ma è chiaro che Xiaomi punterà forte sulla ricarica rapidissima il prossimo anno, in tutte le sue forme. D’altronde non è credibile pensare a batterie sempre più capienti e tempi fin troppo lunghi per ricaricarle, potersi affidare a simili soluzioni fa davvero la differenza.
Importante sottolineare che durante i miei test le temperature sono rimaste sempre sotto i limiti consentiti, nessun particolare riscaldamento e ricarica che avviene con il cavo in un batter d’occhio. Il compromesso sta nel caricabatterie che pesa davvero tantissimo, un piccolo mattoncino che non farà troppo piacere portar con sé in una borsetta.
SPECIFICHE TECNICHE
- display: AMOLED da 6,67″ con refresh rate a 120Hz, HDR10+, 1120nit
- sensore delle impronte digitali: di nuova generazione, integrato nello schermo
- OS: Android 10 con MIUI 12
- raffreddamento a liquido, 8 sensori della temperatura
- piattaforma mobile: Qualcomm Snapdragon 865
- memoria:
- fino a 16GB di RAM LPDDR5
- fino a 512GB interna UFS 3.1
- fotocamera anteriore: 20MP, EIS, video fino a 1080p @30fps
- fotocamere posteriori:
- 48MP con sensore Quad-Bayer 1/1,32″, 25mm equivalente, pixel da 2,4um, f/1,85, PDAF, OIS, EIS, tecnologia ISO Fusion
- 12MP tele, sensore 1/2,56″, 50mm eq. (2x ottico), pixel da 1,4um, f/2.0, Dual Pixel AF
- 48MP tele periscopica, sensore Quad-Bayer 1/2″, 120mm eq. (10x ottico), f/4,1, PDAF, OIS, EIS, ultra-zoom 120x
- 20MP grandangolare 128°, sensore 1/2,8″, 12mm eq., f/2,2, PDAF
- foto macro fino a 2,5cm
- flash sual LED
- sensore multispettrale per la temperatura del colore
- video fino a 8K @30fps
- batteria: 4.500mAh con ricarica rapida a 120W (ricarica completa in 23 minuti), ricarica wireless 50W (ricarica in 40 minuti), ricarica inversa 10W.
- dimensioni e peso:
- 162,38×75,04×9,45mm
- 221,8 grammi
- connettività: 5G SA/NSA, dual SIM, WiFi 6, Bluetooth. 5.1, NFC, USB-C, GPS, BeiDou, GPS L1+L5, Galileo, Glonass, QZSS
4 FOTOCAMERE: 3 CHE MI PIACCIONO, 2 TELE, 1 PER L’8K
Non sono un amante dei sistemi molto complessi ma ammetto che Xiaomi lo ha coniugato bene su questo smartphone, puntando anche su un’app divenuta ormai particolarmente fluida nelle transizioni tra una e l’altra, cosa fondamentale quando si propone una scelta così composita.
DI seguito troverete una piccola carrellata di foto realizzata in uno dei pochi giorni di tenue sole autunnale, visto che la nebbia fa da padrone in Val Padana di questi tempi. La fotocamere principale (equivalente ad un 25mm) è di certo la più pregiata con il suo gigantesco sensore d’immagine da 48MP e 1/1,32″, tra i più grandi presenti su uno smartphone; stabilizzato con OIS ed EIS, è rapidissimo negli scatti e anche in quelli ravvicinati dà molte soddisfazioni. Nelle macro è tra i migliori che abbia mai provato, precisissimo e capace di un bokeh morbido, delicato e soprattutto naturale.
C’è una tele intermedia da 12MP con ottica 2x equivalente ad un 50mm, serve più che altro per aiutare nel passaggio dalla posizione principale allo zoom ottico più estremo della fotocamere periscopica, ovvero 10x equivalente a 120mm. Curioso notare che quest’ultima – oltre ad un complesso sistema di lenti disposte anche orizzontalmente per avere la giusta lunghezza focale – si appoggia sul noto sensore d’immagine Sony IMX586 da 48MP.
Mi ha colpito la precisione della messa a fuoco e la stabilizzazione, cosa non certo semplice data la sua natura, di certo ama le condizioni di buona luminosità e già al tramonto evidenzia i limiti di un’apertura f/4.1
Completamente inutilizzabile lo zoom 120X digitale, esattamente come visto anche per Samsung con il loro Space Zoom 100X, in entrambi i casi si tratta di puro e semplice marketing. Giudicate voi il ritratto di Elena a circa 50-60m di distanza.
Abbastanza estrema la grandangolare che inquadra un campo di 128° e distorce gli elementi ai bordi come spesso (non sempre) accade in questi casi. Si parla qui di una 20MP con apertura f/2.2 e ottica equivalente ad un 12mm.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’omogeneità di colori e temperatura che Mi 10 Ultra mantiene utilizzando queste quattro fotocamere, non è una cosa affatto scontata vista l’enorme differenza di qualità offerta tra il sensore d’immagine principale è il più piccolino. Cambia un qualcosa quando scattiamo a 12 o 48 megapixel, ma come al solito bisogna selezionare appositamente la modalità per avere degli scatti con risoluzione 8000 x 6000 pixel e si finisce sempre per usare l’auto a 12MP.
BELLO E IMPOSSIBILE
Per il resto non è altro che uno dei migliori smartphone su piazza, potentissimo anche in questa variante meno spinta che prevede 8GB di RAM e 128GB di memoria interna, tanto da raggiungere quasi i 675.000 punti su Antutu e aggiudicarsi così la corona del web.
A fare la differenza è adesso anche la MIUI 12, seppur qui sia in versione internazionale senza Play Store e con qualche variazione sul tema rispetto alla personalizzazione italiana che siamo abituati a conoscere. La verità è che gira tutto che è una meraviglia, con una fluidità da far invidia e un luminosissimo display AMOLED con refresh a 120Hz come ciliegina sulla torta.
Xiaomi ha messo qui dentro più o meno tutte le novità che è già pronta ad implementare sul mercato, un perfetto showcase di tecnologia e design che suona come un avvertimento per tutta la diretta concorrenza. Se sia una mera dimostrazione di forza poco importa, dalle nostre parti non metterà infatti mai piede e forse è anche meglio così, il 2020 è stato già abbastanza ricco e le soluzioni valide di certo non mancano, anche in casa loro. Adesso le aspettative sono alte per il prossimo anno, di certo sarà difficile tornare su smartphone più blasonati che ricaricano a velocità tartaruga…
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