É passato un anno e mezzo dal nostro precedente incontro con un portatile Honor: al tempo chiudemmo la recensione dell’Honor MagicBook Pro rilevando il rapporto qualità prezzo vantaggioso e le peculiarità di un prodotto versatile, capace di accompagnare nelle giornate di lavoro, studio e svago un ampio ventaglio di possibili utenti.
Per l’Honor MagicBook 16 che ho provato in questi giorni vale un discorso simile, la filosofia non è insomma cambiata: scegliere un pacchetto di caratteristiche che permettano di offrire un buon range di utilizzi all’interno di un form factor tutto sommato compatto e con un design sobrio. La scheda tecnica è stata migliorata in diversi aspetti e alcuni difetti sono stati sistemati, ma questa nuova versione del portatile Honor si porta dietro anche un prezzo più alto, salito fino a 999 euro al netto della promozione attualmente attiva, che lo vede disponibile a 899 euro. Ne vale ancora la pena? Lo abbiamo utilizzato per un po’ di giorni per provare a rispondere a questa domanda.
SOMMARIO
PRIMO IMPATTO
Tolto dalla scatola, Honor MagicBook 16 si presenta molto simile (ma non identico) al suo predecessore. Il peso è cresciuto a 1,84Kg rispetto a 1,7Kg del passato mentre lo spessore passa da 16,9mm a 18,2mm. Non si tratta di differenze che cambiano la sostanza di un 16 pollici che mantiene comunque buone doti di maneggevolezza e trasportabilità. Ad eccezione di quanto appena scritto e del logo, riposizionato al centro, non ci sono altre differenze sostanziali.
Resta quindi la scocca in alluminio che restituisce un’ottima sensazione di solidità, ha un aspetto decisamente premium e il non trascurabile pregio di non trattenere le impronte digitali. Una volta aperto, la disposizione della tastiera a isola con i due speaker ai lati non è stata modificata e nella stessa posizione resta anche il lettore di impronte digitali, piuttosto reattivo quando si tratta di utilizzarlo per accedere a Windows. Identica la posizione e le dimensioni del trackpad mentre la webcam si è spostata – ed è una buona notizia – dal tasto dedicato all’interno della tastiera al bordo superiore della cornice. Potrete così farvi osservare con un’inquadratura frontale, anziché dal basso con un angolo un po’ strano. Bisogna però anche dire che il sensore a 720p della webcam non si pone certo ai vertici della categoria e le immagini che otterrete, pur adatte per videoconferenze e chiamate con gli amici, risultano un po’ poco definite e con colori slavati.
Positiva anche la dotazione di porte: manca il lettore di schede SD, è vero, ed è un peccato, però se si passa sopra questa assenza ci si ritrova 4 ingressi USB 3.2 Gen 1, due Type A e due Type C, un ingresso HDMI 2.0 che torna sempre utile e l’entrata per il jack 3,5mm. Rispetto al portatile che abbiamo recensito nel 2020, questo modello ha una Type A in meno e una Type C in più: scelta azzeccata considerando che quest’ultima vi servirà anche per ricaricare e risulta quindi spesso impegnata. Completano il pacchetto connettività il modulo per il Wi-Fi 6 e quello per il Bluetooth 5.1.
TASTIERA, TRACKPAD E SPEAKER
La tastiera a isola ci ha regalato buone ore di utilizzo. L’assenza del tastierino numerico per me non è un problema e ho apprezzato la corsa dei pulsanti, ben bilanciata e capace di non affaticare anche dopo lunghe ore di scrittura. Non è forse ideale per giocare ma, in fondo, l’Honor MagicBook 16 è tutto fuorché un portatile da gaming. Pratica anche la retroilluminazione, un di più che ancora oggi non è sempre possibile dare per scontato su tutti i modelli. L’unico difetto sta forse nella stabilità dei tasti che non è eccezionale, specialmente digitando velocemente ci si accorge di questo leggero gioco che provoca anche un rumore leggermente metallico che non sarà apprezzato dai feticisti del click secco.
Positivo il pad che risponde molto bene al tocco sia che si decida di sfiorarlo, sia che ci si spinga fino al click. Avrei gradito qualche millimetri in più in larghezza e altezza: la sensazione qui è che si sia voluto risparmiare riutilizzando la soluzione che troviamo sui modelli da 14 pollici. Non può ovviamente sostituire un mouse e ci sono soluzioni più evolute, che ad esempio utilizzano il vetro al posto della plastica per coprirne la superficie, ma le volte che mi è capitato di utilizzarlo sono riuscito sia a muovere il cursore con precisione sia a sfruttare le gesture di Windows senza mai rilevare problemi o imprecisioni.
Gli altoparlanti non sono cambiati né per posizione, né per qualità del suono. Fanno un lavoro più che buono per pulizia e volume massimo, sempre tenendo conto delle dimensioni, e risultano un valido strumento per godersi un film o un video, oppure qualora si scegliesse di giocare a qualche videogame. I bassi non sono incredibili ed esteticamente non faranno la felicità di tutti, però sono speaker che in generale si comportano meglio di quelli testati su molti altri prodotti, anche più costosi.
DISPLAY
Il pannello IPS da 16,1” scelto per questo Honor MagicBook 16 si porta dietro una serie di scelte particolari, che non sempre hanno incontrato i miei gusti. La luminosità massima di 300nit non è incredibile ma sufficiente nella gran parte delle situazioni, il trattamento anti riflesso molto apprezzato e in generale la resa dei colori valida, il che lo rende un buon prodotto anche per guardare qualche film o serie TV in streaming.
Si porta dietro la stessa risoluzione (1920×1080) del passato, un limite, come evidenziato al tempo, che riduce la possibilità di sfruttare in maniera più produttiva lo spazio a disposizione. Non è un problema per tante altre situazioni, ad esempio con media e videogiochi che tanto non si avvantaggerebbero di risoluzioni maggiori con questa configurazione, ma considerando che si tratta di un portatile che guarda molto alla produttività, resta un po’ di amaro in bocca. La soluzione migliore sarebbe probabilmente stata un pannello 2K, magari in formato 3:2.
In compenso lo schermo del modello 2022 aggiunge un refresh rate a 144Hz che sarebbe anche una buona notizia, ma che nella pratica potrebbe essere sfruttato principalmente nel gaming. Considerando l’hardware montato dall’Honor MagicBook 16, pensare di trarre benefici reali da una caratteristica simile è poco credibile per qualsiasi titolo, se non magari qualche gioco davvero molto poco esoso in termini di risorse di sistema richieste.
PRESTAZIONI E CONSUMI
La piattaforma scelta è stata ancora una volta quella AMD, con un Ryzen 5 5600H che rappresenta un salto in avanti rispetto al 4600H del modello precedente. Si tratta di un processore con TDP di 45W (qui spinto in alcune occasioni fino a 55), quindi non la versione castrata per contenere i consumi, e i 6 core a disposizione possono raggiungere un Maximum Boost Clock di 4,2GHz. Una CPU che in tandem con la GPU RX Vega 7 installata all’interno del SoC, anche considerando la risoluzione massima dello schermo, si può comunque pensare di sfruttare per giocare qualche videogame, scendendo un po’ a compromessi in termini di impostazioni grafiche, frame rate e risoluzione.
Per quello che riguarda le memorie parliamo di una soluzione che prevede 16GB di RAM e un SSD NVMe PCI-E da 512 GB con velocità di lettura e scrittura di 3500 MB/s circa. Aperto il notebook si può poi facilmente notare come le RAM siano saldate e quindi non sostituibili o aggiornabili, mentre l’SSD e il modulo WiFi sono accessibili e quindi disponibili per un eventuale operazione di upgrade.
SCHEDA TECNICA HUAWEI MAGICBOOK 16 (2022):
- Display: IPS 16 pollici FullHD (1920×1080 pixel), 72-144Hz
- CPU: AMD Ryzen 5 5600 H, esa-core a 4,2 GHz (Maximum Boost Clock)
- GPU: AMD Radeon RX Vega 7
- RAM: 16 GB DDR4 Dual-Channel
- Storage: SSD NVMe PCIe 512 GB
- Connettività: WiFi 802.11ax dual band, Bluetooth 5.1
- Porte: 1 HDMI, 2 USB 3.2 Type-A,, 2 USB 3.2 Type-C, 1 jack 3.5 mm
- Batteria: 56 Wh
- Dimensioni: 369 x 234 x 18,2 mm
- Peso: 1,84 Kg
Date le specifiche è lecito quindi aspettarsi ottime prestazioni in termini di CPU ed effettivamente così è. Lo stress test che spinge al massimo carico la CPU per oltre 10 min consecutivi mostra infatti un andamento assolutamente incoraggiante. I core girano con una frequenza media di 3,5 GHz per tutta la durata del test, con la temperatura che non va mai oltre gli 89 gradi e offre una media di 85 gradi circa. Allo stesso tempo il sistema di dissipazione che prevede una doppia ventola non è mai eccessivamente rumoroso e ci permette di lavorare sempre con un fruscio di fondo tutto sommato accettabile. Anche nei momenti di pieno carico poi, il sistema resta comunque reattivo; un ottimo segnale quindi, che lascia intendere come comunque ci sia sempre un pochino di margine per garantire stabilità al sistema.
Aggiungendo la GPU allo stress test ovviamente abbiamo delle temperature leggermente più alte e frequenze che si abbassano un pochino per non incappare in un throttling eccessivo. Nulla di preoccupante comunque, il sistema resta anche in questo caso reattivo e le temperature su CPU e GPU sono in media di 77 e 58 gradi con frequenze comunque abbastanza elevate che si attestano a 3,1 GHz di media su tutti i core e 1,5 GHz sulla GPU.
Diciamo che per quello che riguarda la CPU parliamo davvero di prestazioni che ci consentono di affrontare il 99% delle operazioni in maniera adeguata. Con questo hardware la grande maggioranza degli utenti difficilmente si troverà in difficoltà. Al contrario non possiamo certo considerare il MagicBook un notebook da gaming, ma non è nemmeno quello che vuole essere.
Come detto sopra possiamo comunque far girare alcuni titoli abbastanza semplici in 1080P con dettaglio medio-basso e ottenere una frequenza dei frame sufficiente ma non pensate di andare oltre questo livello di complessità. Anche operazioni come fotoritocco e montaggio video sono affrontabili finché non si inseriscono troppi elementi grafici importanti, in quel caso la presenza di una GPU integrata è troppo penalizzante.
Ancora una volta ad alimentare il portatile troviamo una batteria da 56Wh, che non sono tantissimi e che bloccano l’orologio dell’autonomia a poco meno di 8 ore in riproduzione video e circa 7 ore di lavoro e internet connessi al WiFi. Un peccato perché sono performance che si traducono nell’impossibilità di completare una giornata intera di lavoro senza connettersi alla corrente. In questo caso ci viene comunque in soccorso l’alimentatore in confezione che permette di caricare il 50% della batteria in 30 minuti. Alimentatore che è per altro molto piccolo, paragonabile a quello di uno smartphone per dimensioni, e quindi molto facile da trasportare.
CONSIDERAZIONI
Partiamo come sempre dal prezzo: MagicBook 16 sarà disponibile da oggi, 7 marzo, ad un prezzo di listino di 999 euro e 90 centesimi che diventano 899 e 90 per via della promo di lancio valida sia su Amazon che sul sito Honor fino al 27 marzo. Acquistando poi il notebook sul sito Hihonor riceverete in regalo uno zaino porta PC del valore di 40 euro. Come potete quindi facilmente intuire il prezzo è aumentato di circa 150 euro rispetto al modello dello scorso anno che aveva un listino di 849 euro (749 al lancio a seguito della classica promo).
A questo prezzo, sinceramente, non lo si può definire come un best buy assoluto. Ci sono altre soluzioni nella stessa fascia di prezzo paragonabili a questo MagicBook 16 per specifiche e caratteristiche fisiche. Rispetto al modello precedente, come anticipato, ci sono comunque diverse migliorie. Dal display a 144Hz alla piattaforma aggiornata, passando per quantitativi raddoppiati di RAM e storage. Diciamo che ad un centinaio di euro in meno avrebbe fatto faville, così com’è resta un ottimo notebook per la fascia di prezzo e sicuramente non rimarrete delusi.
PRO E CONTRO
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