Le cuffie over-ear sono tornate di moda, e Huawei ha deciso di cavalcare questo ritorno lanciando le FreeBuds Studio. Non è una sorpresa d’altronde che la casa di Shenzhen punti sempre più decisa su nuovi comparti, a partire da quello audio, in attesa di capire se e quando terminerà l’impasse in cui si trova la sezione mobile fuori dalla Cina.
Dopo aver portato sul mercato le ottime FreeBuds Pro in-ear, ecco dunque arrivare le prime over-ear della casa cinese, che evidentemente ha fatto tesoro delle competenze sviluppate negli ultimi anni; sono state presentate giusto qualche giorno fa durante l’evento dedicato alla nuova serie Mate 40, e dopo averle provate sul posto per una breve anteprima ci sono arrivate sottomano per vederle meglio.
DESIGN SEMPLICE, COMFORT ASSICURATO
Il design è semplice, pulito, essenziale: io l’ho trovato gradevole, specialmente nella versione Gold che ho provato in queste ultime settimane, mentre l’alternativa nera è forse un po’ troppo anonima. La qualità costruttiva è buona, i materiali sono piacevoli al tatto e la similpelle che ricopre i cuscinetti è di buona qualità; sembrano robuste, o almeno hanno finora resistito bene al mio stile d’uso, che è spesso un po’ traumatico per gli oggetti che mi accompagnano ogni giorno.
Le ho indossate per molte ore di seguito, sia al lavoro che a casa, e devo dire che sono davvero comode: le cuffie circumaurali (che misurano internamente 65mmx42mm) racchiudono integralmente le orecchie grazie ai cuscinetti di forma ellissoidale, simili come dimensioni a quelli delle Sony WH-1000XM4 – che avevo sottomano e ho sfruttato per un piccolo confronto – e non mi hanno dato per niente fastidio; cosa che invece non posso dire per le cuffie sovraurali (on-ear), che dopo un paio d’ore sono generalmente costretta a togliere.
La comodità è dovuta anche al fatto che sono abbastanza leggere: pesano 260 grammi, anche perché i padiglioni, pur avendo un effetto satinato e metallico, in realtà sono in plastica. In metallo invece l’archetto, anch’esso ricoperto in comoda similpelle, e le parti allungabili (prive però di “scatti fissi”) che si innestano sui padiglioni per adattarsi a teste di varie dimensioni.
Una volta indossate restano dove sono, qualsiasi posizione assumiate; certo, non sono adatte ad attività ad alta intensità come il jogging. Le dimensioni sono abbastanza generose (altezza 194 mm, larghezza 152 mm, spessore 81,5 mm), non sono cuffie pieghevoli: l’unica parte mobile sono i padiglioni che possono ruotare su sé stessi, e infatti arrivano dentro una bella custodia rigida, contraddistinta dal logo lucido Huawei ma un po’ ingombrante; dentro, una tasca interna con chiusura magnetica dove riporre il cavo di ricarica USB-A/USB-C.
Uno dei pro è sicuramente la presenza di comandi touch molto efficienti, che si trovano solo sul padiglione destro e rispondono in maniera efficace alle gesture, anche quando i gesti non sono del tutto centrati o vengono fatti per distanze molto brevi. I comandi sono sempre andati a segno grazie anche all’area touch molto ampia, che funziona bene anche se tagliata a metà dall’asta di regolazione dell’archetto che si innesta proprio al centro della scocca.
Con i comandi touch è possibile controllare la musica, le chiamate e l’assistente vocale (doppio tocco=rispondere/terminare chiamata o interrompere/riprendere riproduzione musicale; tenere premuto=rifiutare la chiamata o attivare l’assistente vocale; scorrimento verso alto/basso=regolazione volume; scorrimento avanti/indietro=brano successivo/precedente). Sui padiglioni sono presenti anche dei pulsanti fisici: a sinistra uno per scegliere la modalità di cancellazione del rumore; a destra uno per il pairing Bluetooth e uno per l’accensione e lo spegnimento.
ANC E TRASPARENZA
Proprio come le FreeBuds Pro, anche le Studio hanno la cosiddetta “intelligent dynamic noise reduction”, che percepisce lo scenario acustico circostante grazie a 8 microfoni con una frequenza di 200 volte al secondo e sceglie di volta in volta la modalità di cancellazione del rumore (ANC) più adatta. Ce ne sono tre e, se non l’avrete fatto manualmente dall’app per smartphone AI Life di Huawei, vengono selezionate automaticamente dall’AI in modalità “dinamica”:
- una “ultra” per tagliare fuori quanti più rumori possibili negli ambienti molto rumorosi;
- una “standard” per condizioni normali;
- una “comfort” per i rumori leggeri ma fastidiosi tipici degli ambienti relativamente tranquilli, come ad esempio quello dell’aria condizionata.
Devo dire che, cambiandole manualmente da smartphone, non ho rilevato particolari differenze tra le tre: la qualità dell’ANC mi è parsa sostanzialmente invariata.
Una volta impostata la modalità di cancellazione del rumore preferita tramite app (o lasciata la scelta all’AI), potrete poi attivarla o disattivarla tramite il pulsante fisico presente sulle cuffie. Premendolo, avrete tre possibilità: ANC on, ANC off e Awareness, ovvero quella modalità “trasparenza” che vi consente di ascoltare, insieme alla musica, anche i rumori attorno a voi; tramite l’app potrete anche scegliere di affinarla per sentire solo le voci (tagliando quindi i rumori di fondo; utile ad esempio nelle stazioni o negli aeroporti, dove bisogna stare attenti agli annunci).
Messe in chiaro le modalità, quanto è efficace l’ANC? Le cuffie di per sé (anche con ANC spenta) garantiscono già un discreto livello di isolamento passivo e, una volta attivata, la cancellazione del rumore dinamica è efficace, soprattutto sui medi e sugli acuti. Ma se muovete velocemente la testa in un ambiente con un livello di rumore variabile potrete “sentire” l’ANC adattarsi dinamicamente a ciò che accade intorno, con un effetto a volte destabilizzante.
Direi che funziona bene, ma non dà quella sensazione di “vuoto pneumatico”, quasi una pressione costante, che si percepisce ad esempio con le Sony WH-1000Xm3/m4; da segnalare però che rispetto a queste ultime le FreeBuds Studio vantano una funzione trasparenza migliore attivabile tramite il pulsante dedicato (cuffia sinistra).
QUALITÀ AUDIO E CONNETTIVITÀ
Per quanto riguarda l’ascolto musicale, le FreeBuds Studio hanno un suono molto bilanciato: e con questo intendo dire che offrono un ascolto di qualità buona ma non sbilanciato sui bassi come si usa spesso oggi; in questo si differenziano dalle Sony menzionate poco sopra.
Le nuove cuffie Huawei hanno diaframmi a 4 strati da 40mm che supportano frequenze comprese tra i 4 Hz e i 48 kHz. Il risultato sono prestazioni notevoli nelle frequenze medie e alte e una risoluzione tale da garantire che i dettagli del suono siano preservati, ma niente bassi evidenziati tipici di una certa acustica “moderna”. I bassi vengono riprodotti, ma non sono viscerali o avvolgenti; in conclusione, un paio di cuffie versatili, che non si schierano con alcun genere musicale in particolare, e però a mio parere non riescono ancora a eguagliare il suono più ricco e completo delle Sony.
Molto bene invece per quanto riguarda le chiamate: la connessione con lo smartphone è molto stabile, la cancellazione del rumore funziona in questo frangente molto bene e l’interlocutore vi sentirà forte e chiaro (se non volete assordare chi avete vicino però, ricordatevi di attivare la modalità Awareness, o finirete per urlare perché non sentirete la vostra voce dall’esterno).
Huawei sta anche introducendo un nuovo codec, l’L2HC, disponibile sugli smartphone della casa con EMUI 11 e superiori. La connessione è molto stabile e sono presenti sensori che interrompono la riproduzione musicale nel momento in cui si levano le cuffie: funzionano bene, e ho apprezzato anche la presenza di un feedback sonoro che si sente quando le si indossa di nuovo.
Un’altra cosa che ho apprezzato moltissimo è il fatto che le FreeBuds Studio possano connettersi a due dispositivi contemporaneamente grazie al Bluetooth 5.2. Io le ho associate allo smartphone e al pc portatile, e ho potuto passare agilmente dalle chiamate telefoniche alla visione e all’ascolto di meeting virtuali sul portatile senza colpo ferire; inoltre, l’associazione è davvero immediata.
Unico neo, l’esperienza sonora è limitata al solo Bluetooth: manca il jack audio da 3,5 mm e la porta USB-C serve solo per la ricarica, neanche con l’aiuto si un adattatore jack/type-c. Questa è a mio avviso una lacuna notevole perché la semplice presenza di un jack audio avrebbe reso possibile utilizzare le cuffie anche quando la batteria è scarica (o quando, dopo anni d’utilizzo, non funziona più come prima) e sfruttarle, per esempio, collegandole alle uscite AUX disponibili sugli aerei per vedere i film proposti a bordo.
AUTONOMIA
Un altro pro è senz’altro l’autonomia, in linea con alcune delle migliori soluzioni presenti sul mercato. Se la cancellazione del rumore non è attivata, una singola ricarica può offrire fino a 24 ore di ascolto, che scendono a 20 ore con ANC attivo: davvero un ottimo risultato, considerato che ho dovuto ricaricarle solo un paio di volte in una settimana d’utilizzo.
La batteria da 410 mAh si ricarica completamente in circa 70 minuti tramite USB-C, ma se le cuffie vi servono subito ne bastano 10 per avere a disposizione circa 5 ore di utilizzo con ANC e 8 ore senza cancellazione del rumore.
APP, CONFEZIONE, PREZZI
L’applicazione è la solita AI Life che si usa anche per tutti gli altri dispositivi indossabili e non di casa Huawei, ed è piuttosto basica: mostra il livello di carica della batteria, illustra le gesture (che non si possono personalizzare) e permette di scegliere il tipo di cancellazione del rumore, di attivare o disattivare il sensore di rilevamento cuffie e di aggiornare il firmware.
La confezione è essenziale: oltre alle cuffie e alla custodia si trovano il cavo di ricarica, la guida rapida e la scheda di garanzia. Le FreeBuds Studio sono disponibili in due colorazioni: quella dorata utilizzata per questo test e una nera; vengono vendute a 299 euro su Huawei Store, con 6 mesi di servizio music proprietario in omaggio, e prossimamente saranno rese disponibili anche presso altri canali di vendita.
Come da politiche Huawei però, potrete trovarle già da subito in qualche bundle conveniente: ad esempio, nel momento in cui sto scrivendo l’articolo sono in offerta a 269 euro in un pacchetto che comprende, oltre al Music Voucher, anche il WatchFit nella colorazione verde menta (che avevo recensito qui).
CONCLUSIONI
Guardando alle loro specifiche, con driver dinamici di dimensioni generose, tecnologie di ultima generazione e una cancellazione attiva del rumore abbastanza buona, si parla di un prodotto che aspira alla fascia alta. Rispetto alle Sony WH-1000XM4, che rappresentano un riferimento per il settore, rimangono leggermente indietro per i bassi, l’efficienza della cancellazione del rumore e l’assenza del jack audio da 3,5 mm.
È anche vero però che queste ultime sono alla loro quarta generazione, mentre le Huawei sono alla prima, con tutto ciò che questo comporta. In questi casi, a fare la differenza è il prezzo: e se le Sony WH-1000XM4 si posizionano in una fascia di prezzo più alta, le precedenti Sony WH-1000XM3 sono decisamente un competitor ingombrante per le FreeBuds Studio, di cui vi consiglio l’acquisto se vi interessano gli altri prodotti presenti nei bundle o se dovessero scendere ulteriormente di prezzo.
In conclusione: buona la prima per Huawei, con margini di miglioramento.
PRO E CONTRO
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