Gli effetti del ban statunitense colpiscono sempre più duro il portafogli di Huawei man mano che passa il tempo: nella prima metà dell’anno il colosso cinese ha fatturato sempre cifre altissime – si parla di un totale di circa 49,56 miliardi di dollari, ma rappresenta un declino di circa il 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E se si guarda il solo secondo trimestre, quindi da aprile a giugno, la contrazione su base annua sale al 38%.
Non è una sorpresa constatare che la divisione consumer è quella più in difficoltà. I dati ufficiali dicono che qui il calo su base annua è stato del 47%. Nella prima metà dell’anno anche la divisione che si occupa dello sviluppo delle apparecchiature di rete ha riscontrato una contrattura del 14%, principalmente a causa di un rallentamento della diffusione della rete 5G in Cina.
Non ci sono solo cattive notizie, tuttavia: i margini di profitto sono incrementati dallo 0,6% al 9,8%, soprattutto grazie a un incremento nell’efficienza dell’organizzazione dell’azienda. Il presidente a rotazione Eric Xu dice che sono tempi impegnativi per la società, ma che si confida nella continua crescita delle divisioni enterprise (che in questo semestre hanno registrato un bel +18% di fatturato) e dei servizi cloud (che ormai hanno il 20% delle quote del mercato cinese.
Huawei sta operando una serie di cambi strategici di rotta per “sopravvivere in modo sostenibile“, per usare le parole di Xu. Si concentra più sui servizi software e aree in generale non interessate dalle sanzioni statunitensi. La società dice di aver già delineato una roadmap per i prossimi cinque anni.
Nel mondo consumer Huawei è particolarmente in affanno soprattutto per quanto riguarda gli smartphone, una categoria di prodotto che fino ad appena un paio di anni fa sembrava destinata a dominare a breve. Senza Google e senza accesso alle fonderie di chip la società ha dovuto ricorrere a soluzioni che per il momento non hanno ancora fruttato. Al posto di Android e dei Play Service sta distribuendo HarmonyOS e gli Huawei Mobile Service, e per quanto riguarda i chip, ora che ha finito le scorte che aveva accumulato nei mesi scorsi, sta facendo ricorso a varianti speciali di modelli di aziende concorrenti prive di connettività 5G.
È vero che al giorno d’oggi le connessioni 5G sono una minoranza, ma la tendenza dei consumatori è di tenere i telefoni sempre più a lungo, e non è impossibile preventivare di farli durare anche tre o quattro anni. Questo per dire che è rischioso comprare oggi uno smartphone nuovo con connettività limitata.