Tra i tanti modi con cui l’uomo ha influito sulla vita degli animali c’è anche la costruzione di grandi fabbricati vetrati realizzati senza troppe precauzioni. L’American Bird Conservancy, infatti, stima che circa un miliardo di volatili l’anno (su una popolazione stimata, con larga imprecisione, in qualche decina) perda la vita infrangendosi contro gli edifici che incontrano lungo il percorso nei periodi di migrazione.
Vetrate killer. A portare alla ribalta il problema è stato il Chicago Bird Collision Monitors, un gruppo di volontari della Windy City che dal 2003 registra le morti di volatili in città per incidenti di questo tipo e che ha rilevato un record di oltre mille decessi in un singolo giorno dovuti all’impatto di vari stormi con una costruzione in particolare: il McCormick Place Lakeside Center, il più grande centro congressi del Nord America. La sua altezza, tuttavia, non c’entra, visto che la struttura in questione si sviluppa prevalentemente in ampiezza. Le complicazioni maggiori derivano invece dalla sua posizione sulle coste del Lago Michigan, crocevia per milioni di uccelli che due volte l’anno migrano in cerca di lidi più temperati, e soprattutto dalla sua accecante illuminazione notturna, che disorienta gli animali e li porta a impattare contro le ampie vetrate del complesso. In generale, il principale problema risiede nel fatto che la maggior parte degli edifici in vetro sono caratterizzati da spigoli vivi, venendo inoltre illuminati uniformemente durante la notte.
Edifici bird-friendly. Per cercare soluzioni non serve andare lontano da Chicago. Nella stessa città, infatti, esistono esempi virtuosi come l’Aqua Tower dell’architetto Jeanne Gang, le cui ombre sulla facciata (generate dai balconi ondulati), insieme alle vetrate opache, rendono più visibile la costruzione, impedendo agli uccelli di volarvi contro. Un’altra soluzione è stata offerta dall’architetto Joyce Hwang, che nel 2015 ha applicato dei motivi grafici sulle finestre del Sullivan Center di Chicago al fine di renderle maggiormente percettibili, dimostrando in tal modo come sia possibile ridurre gli impatti.
Stormi abbagliati. Soluzioni architettoniche a parte, per gli uccelli resta il problema dell’illuminazione notturna, che inganna gli stormi abituati a orientarsi al buio grazie al bagliore della luna e delle stelle. Nel 2019 si è scoperto come l’installazione Tribute in Light (consistente in due fasci di luce verticali, alti sette chilometri, che ogni anno vengono accesi a New York la notte dell’11 settembre in memoria delle vittime delle Torri Gemelle) disorienti gli uccelli migratori che deviano dalle loro rotte e rimangono confusi dallo spettacolo.
Per questo motivo, nel 2020 si è deciso di rendere discontinue tali luci, in modo che i volatili abbiano il tempo di riprendersi e continuare sulla loro strada. Ed è proprio questa la via da seguire: uno studio del 2021 condotto sempre a Chicago ha dimostrato come l’applicazione dello stesso principio su scala più ampia riduca le collisioni dalle sei alle 11 volte. Tornando nella Grande Mela, è al vaglio una proposta di legge per limitare, durante le stagioni migratorie, le luci di notte negli edifici non occupati: un provvedimento di buon senso che può salvare milioni di volatili, riducendo i costi di gestione degli edifici.