Sono di riso le prime piante che si riproducono con i semi come fossero dei cloni. Si tratta della prima riproduzione asessuata in una delle piante più utilizzate nel mondo, ed è stata ottenuta con la tecnica del taglia-incolla il Dna, la Crispr, mantenendone inalterate le caratteristiche volute. Descritto sulla rivista Nature, il risultato si deve ai ricercatori dell’università della California di Davis.
E’ dagli anni ’20 che si cerca di avere piante di miglior qualità e più resistenti agli insetti incrociando semi di varietà diverse. Quella di poter produrre un clone di una pianta dai suoi semi, potrebbe segnare una svolta per l’agricoltura. Invece di acquistare ogni anni costose sementi ibride, i coltivatori potrebbero ripiantare i semi delle loro stesse piante ibride.
Circa 400 specie di piante selvatiche possono produrre semi vitali senza fecondazione, attraverso un processo detto apomissia, che si è evoluto in molte piante, ma è assente dalle varietà di semi in commercio. Con la riproduzione asessuata nelle piante si potrebbero avere le caratteristiche genetiche volute e aumentare il cosiddetto ‘vigore ibrido’ (che si ha nella prima generazione di semi incrociati), dando vita a sementi di maggiore qualità.
Il gruppo guidato da Imtiyaz Khanday e Venkatesan Sundaresan è arrivato a questo risultato identificando il gene Baby Boom1 (BBM1), presente nelle cellule dello sperma, e scoprendo che è il fattore chiave per la produzione di embrioni, anche in assenza di fecondazione. Dopo di che hanno usato la Crispr per eliminare la meiosi, cioè il processo di divisione cellulare che dà vita alle cellule riproduttive (spermatozoi e cellule uovo) nei ceppi di riso che avevano questo gene negli ovociti. Queste varietà hanno mostrato di potersi riprodurre in modo asessuato, dando vita a dei cloni, che hanno mantenuto le caratteristiche genetiche volute per altre due generazioni.