Un ulteriore richiamo del vaccino di Moderna potrebbe essere efficace contro le varianti sudafricana e brasiliana, stando a quanto riferito dall’azienda. Mentre due studi mostrano che il vaccino di Pfizer-BioNTech risulta efficace contro la variante inglese e quella sudafricana
Un’ulteriore dose di richiamo del vaccino anti Covid a Rna messaggero (mRna) prodotto dalla casa farmaceutica Moderna è stata efficace, stando ai risultati preliminari, anche contro alcune varianti del Sars-Cov-2, in particolare quelle note come sudafricana e brasiliana. Per ora non abbiamo la pubblicazione e ad affermarlo è l’azienda stessa, in una nota in cui comunica i primi dati di uno studio in corso su persone già vaccinate. Un richiamo – dunque una terza dose – in questi volontari, che avevano preso parte anche alle sperimentazioni cliniche del vaccino, è stato associato alla produzione di anticorpi specifici diretti contro le varianti citate. Ma anche l’altro vaccino a mRna, quello prodotto da Pfizer-BioNTech ha mostrato risultati favorevoli contro alcune varianti: due pubblicazioni, di cui una (qui) sul New England Journal of Medicine e l’altra su The Lancet, infatti, hanno appena mostrato che risulta avere una buona efficacie contro le varianti inglese e sudafricana e la protezione diventa massima contro le forme più gravi associate a queste.
Moderna, un richiamo in più
L’azienda Moderna sta svolgendo un trial clinico in cui testa una dose in più di 50 microgrammi del suo vaccino, in persone già vaccinate che hanno partecipato ai precedenti studi. Due sono i vaccini testati: quello originario, già approvato e attualmente in uso, mRNA-1273, e una sua versione aggiornata – in sigla mRNA-1273.351 – più specifica per combattere la variante sudafricana B.1.351. I primi risultati mostrano che entrambi i vaccini, con una dose aggiuntiva nei vaccinati, hanno aumentato i livelli di anticorpi specifici contro il coronavirus e le due varianti sudafricana e brasiliana.
Come prevedibile, inoltre, la versione aggiornata del vaccino e mirata sulla variante sudafricana è stata associata a una maggiore quantità di anticorpi specifici contro questa forma del virus. La nuova dose (di tutti e due i tipi di vaccini) è stata generalmente ben tollerata, come si legge nella nota. C’è poi anche una terza versione del vaccino di Moderna, il multivalente mRNA-1273.211 che combina in un unico prodotto i due vaccini (quello in uso e la versione più specifica per la variante sudafricana) e che potrebbe fornire un’immunità più ampia: su questo vaccino gli studi sono in corso e Moderna annuncia che i primi risultati potrebbero arrivare a breve.
Pfizer-BioNTech, efficace contro le varianti inglese e sudafricana
Anche l’altro vaccino a Rna messaggero, quello di Pfizer-BioNTech, si difende bene nella lotta alle varianti. Uno studio svolto in Qatar ha fornito la prova dell’efficacia del vaccino anche contro le varianti inglese e sudafricana. In questo paese, a partire da gennaio 2021 c’è stata una seconda ondata di Covid-19 molto rilevante, dominata prima dalla forma virale inglese e successivamente da quella sudafricana. Come scrivono sul Nejm i ricercatori, fra cui Laith J. Abu-Raddad della Weill Cornell Medicine, l’efficacia contro qualsiasi infezione documentata e associata alla variante sudafricana è stata del 75% e la protezione contro le forme più gravi di questa forma virale è stata prossima al 100%.
Nel lavoro su Lancet, poi, i ricercatori coordinati dal ministero della Salute israeliano hanno analizzato più di 230mila infezioni Covid-19 accertate in Israele dalla seconda metà di gennaio 2021 all’inizio di aprile 2021, periodo in cui, come da noi, la variante inglese è stata prevalente e qui ha rappresentato la quasi totalità dei casi. La combinazione che ha reso lo studio più semplice è il fatto che la campagna vaccinale in Israele ha proceduto molto rapidamente, tanto che il paese è stato citato dai media come paese leader delle vaccinazioni. I ricercatori riportano che il vaccino è stato efficace nel 95% dei casi nel proteggere le persone con più di 16 anni vaccinate da sintomi, dal ricovero e dal decesso associati a Covid-19. E ha funzionato bene anche nei più anziani, con più di 85 anni, prevenendo malattia e decessi nel 94% dei casi.
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