Dopo una ventina d’anni di stagnazione assoluta, sono state aggiornate le specifiche del formato PNG, che presto potrà supportare tecnologie e soluzioni moderne come i colori HDR, l’animazione e i metadati EXIF. La terza revisione del formato è stata pubblicata recentemente dal W3C, o World Wide Web Consortium, l’associazione che si occupa di stabilire gli standard e i protocolli su cui si sviluppa l’ormai ultra-trentacinquenne Web. L’adozione della nuova specifica dovrebbe essere relativamente rapida, ma naturalmente per quanto riguarda la diffusione/interesse da parte del pubblico è un rebus ancora tutto da risolvere.
PNG sta per Portable Network Graphics, ed è nato a metà Anni ‘90 (era effettivamente proprio il 1995) come alternativa gratuita (o meglio, non soggetta royalty) al famoso GIF (Graphics Interchange Format). Pochi mesi prima, a fine dicembre 1994, la titolare del brevetto per i GIF, Unisys, annunciò che avrebbe cominciato a richiedere royalty per gli sviluppatori interessati a rendere i loro software in grado di leggere il formato. Il PNG si può definire un GIF sotto steroidi: supporta più colori, ha compressione lossless e la trasparenza. Rimane ancora oggi un formato molto apprezzato, soprattutto in ambiti più professionali.
Tecnicamente il supporto all’animazione è presente nei PNG già da tantissimi anni, ma non in forma ufficiale. Rispetto ai GIF, come dicevamo, la palette di colori è più ampia, ma questo inevitabilmente comporta un incremento delle dimensioni del file. Per quanto riguarda le informazioni HDR, il W3C ha detto di aver usato lo standard CICP, noto per usare pochissimi dati (appena 4 byte) per la classificazione delle immagini, in modo tale da non gonfiare troppo le dimensioni delle immagini HDR. La maggior parte dei software che visualizzano i PNG e supportano i contenuti HDR, come i principali browser Web, dovrebbero visualizzare i PNG HDR senza alcun problema.
I metadati EXIF, infine, sono molto apprezzati e importanti per tutti gli appassionati di fotografia. Permettono di includere in un’immagine le specifiche tecniche della macchina che le ha catturate, sia il modello (può anche essere uno smartphone, naturalmente) sia parametri di esposizione, delle ottiche e molto altro. Si possono salvare anche dati sulla posizione GPS, informazioni di copyright e molto altro ancora. È insomma tutto un sistema molto articolato e organizzato – anche qui, che occupa poco spazio causando quindi un impatto minimo sulle dimensioni complessive dell’immagine.
Il W3C ha collaborato con molte grosse aziende protagoniste del settore per realizzare le specifiche 3.0 dei PNG, tra cui Google, la BBC, Apple, Adobe, NBCUniversal e MovieLabs. Probabilmente in tempi relativamente brevi uscirà anche una versione 4.0: dovrebbe migliorare la compatibilità tra immagini HDR e SDR. È pianificata anche una quinta versione, che renderà più efficiente la compressione.