Inventato a Berkeley, può anche comandare le protesi con estrema precisione.
Diciotto anni fa, tra le tecnologie futuristiche presentate dal film Minority Report c’era il particolare modo con cui il protagonista interagiva con il computer.
Anziché tastiera e mouse, indossava uno speciale guanto tramite il quale i suoi movimenti erano interpretati e tradotti in comandi.
Qualcosa di simile hanno creato ora alcuni ricercatori dell’Università della California Berkeley utilizzando sensori indossabili e un software di intelligenza artificiale.
I sensori rilevano il movimento dell’utente e inviano dei segnali a un apposito chip, programmato con un algoritmo di IA che li traduce in comandi specifici.
I test hanno permesso di operare il riconoscimento di 21 gesti, tra cui l’apertura completa della mano, la sua chiusura a pugno e il pollice alzato.
Per arrivare a questo risultato sono state necessarie diverse sessioni di “addestramento“, durante il quale un ricercatore ripeteva più volte il medesimo gesto; così facendo l’algoritmo imparava a riconoscerlo, inserendo le nuove informazioni all’interno del proprio modello fino a identificarlo anche qualora occorressero delle variazioni, come per esempio una diversa posizione del braccio rispetto al modello iniziale.
«Quando si vogliono contrarre i muscoli» – spiega Ali Moin, uno dei ricercatori – «il cervello invia dei segnali fino alle fibre muscolari nelle mani e nelle braccia. In sostanza, ciò che i sensori rilevano è questo campo elettrico. Non è un sistema precisissimo, nel senso che non siamo in grado di rilevare quali fibre vengano attivate, ma con un’alta densità di elettrodi possiamo riconoscere certi schemi».
«Nel riconoscimento dei gesti» – aggiunge ancora Moin – «i segnali cambiano nel corso del tempo, e ciò può influire sulle prestazioni del modello. Siamo stati in grado di aumentare di molto la precisione della classificazione aggiornando il modello sul dispositivo».
L’intero procedimento avviene nel chip: non è necessario collegarsi a un computer esterno per l’elaborazione dei dati e la loro interpretazione. Ciò consente di sviluppare degli apparecchi indossabili portatili, ampliando in maniera significativa il campo d’applicazione.
Non si tratta infatti soltanto di trovare un modo futuristico per impartire comandi a un computer: i ricercatori vedono la loro invenzione come un modo per controllare con precisione le protesi e per sostituire certi sistemi di controllo che oggi diamo per indispensabili.
Per esempio si spingono a ipotizzare uno scenario in cui nelle auto non è più necessario un volante, poiché la direzione viene impostata tramite il movimento delle braccia.
Qui sotto, un video dimostrativo.
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