BypassESU consente di ricevere patch e correzioni fino al 2023. Ma la sua legalità è molto dubbia.
Il prossimo 14 gennaio il supporto a Windows 7 avrà fine: non ci saranno più aggiornamenti di nessun genere, nemmeno per chiudere eventuali, gravi falle di sicurezza, e pertanto continuare a usarlo è un rischio.
Tuttavia, ci sono realtà che non possono ancora affrontare serenamente la transizione che Microsoft consiglia, ossia il passaggio a Windows 10. Per costoro esiste il programma Extended Security Updates, che permette di ricevere patch e correzioni ancora per tre anni.
Chiaramente, per godere di una tale eccezione si paga. Il piano, che è rivolto unicamente alle aziende, prevede costi che vanno dai 25 ai 200 dollari per singola macchina, a seconda della versione di Windows 7 adottata.
Da questo costoso panorama restano esclusi gli utenti privati, che non vi possono accedere a meno di affidarsi a strumenti di dubbia liceità, come il recentemente rilasciato BypassESU.
Ideato dagli utenti di My Digital Life, BypassESU è uno strumento che permette di continuare a ricevere gli aggiornamenti di Windows 7 anche a chi non è iscritto al programma ESU (e dunque non sta pagando Microsoft, e quindi sta facendo qualcosa di illecito).
L’iscrizione a ESU è verificata da Microsoft tramite un apposito codice di licenza, che viene verificato alla prima installazione della funzionalità. Con BypassESU questa verifica viene aggirata, sulla falsariga di come fanno certi programmi in grado di “attivare” Windows aggirando il controllo operato dai server di Microsoft.
Al momento in cui scriviamo, chi l’ha testato giura che il sistema funziona, ma è anche probabile che presto Microsoft metterà mano alla distribuzione degli aggiornamenti di Windows 7 per impedire questa possibilità.
D’altra parte, viene spontaneo paragonare BypassESU al sistema utilizzato dopo la fine del supporto a Windows XP per continuare a ricevere gli aggiornamenti: un piccolo trucco – una modifica al registro – permetteva di far credere a Windows Update che la versione di Windows XP in esecuzione fosse quella denominata embedded POSReady usata per esempio nei bancomat, che era ancora supportata per anni dopo la fine del supporto alla versione desktop, e lo è stato fino alla scorsa primavera.
Microsoft, pur condannando ufficialmente tale pratica, non intervenne davvero per impedirne l’uso, e molti PC con Windows XP hanno continuato a funzionare, godendo del supporto destinato alla versione POSReady, fino a quest’anno. È quindi anche possibile che per BypassESU Microsoft decida di adottare una politica tollerante.
Zeus News sconsiglia decisamente l’uso di metodi la cui legalità non sembra per niente solida, ma ne riporta l’esistenza soltanto a titolo di cronaca. Agli utenti che a oggi ancora usano Windows 7 possiamo solo consigliare di passare a Windows 10 con l’arrivo del nuovo anno, oppure dare una chance a Linux.