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Non c’è ancora un annuncio ufficiale ma le voci si fanno sempre più insistenti: Iliad, che negli ultimi anni ha provato due volte a fondersi con Vodafone (la quale ha però poi scelto Fastweb), ora a quanto pare sarebbe interessata a TIM.
Né Iliad né TIM, la quale dovrebbe presentare il nuovo piano industriale mercoledì, hanno commentato le indiscrezioni secondo le quali, se l’affare andasse in porto, sarebbe TIM a fagocitare l’operatore francese.
Nel settore delle TLC non sono pochi a ritenere che, per rendere nuovamente il settore profittevole per le aziende, sia necessario ridurre il numero degli operatori che possiedono infrastrutture, scendendo a tre dagli attuali quattro: Wind Tre, Fastweb Vodafone, e TIM Iliad.
Nei confronti di questa possibilità si sono già levate le critiche dell’associazione consumatori ADUC, la quale teme che la realizzazione di una fusione tra TIM e Iliad regali un ruolo eccessivamente interventista al governo tramite la quota di TIM posseduta da Cassa Depositi e Prestiti (il 9,81%).
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Cassa Depositi e Prestiti – scrive l’ADUC – «è una delle maggiori istituzioni finanziarie dello Stato (popolarmente viene chiamato il bancomat dello Stato) e non sarebbe peregrino pensare ad altrettanta “voglia di ingresso” dello Stato nel settore TLC».
«In questo contesto è bene ricordare che il nostro governo ha l’abitudine – e lo dice anche spesso – di credere che le sue funzioni siano quelle di comando assoluto. Tra banche e TLC, se il maggiore azionista si comporta da padrone piuttosto che governatore, tutto può succedere. Non è il caso di darsi a fantasie, ma sta di fatto che in un’economia di mercato come dovrebbe essere la nostra, una sorta di controllo dello Stato su settori chiave della nostra economia, non è proprio quello che dovrebbe servire. Vedremo come andrà avanti» commenta ancora l’associazione.
Un’altra preoccupazione espressa dall’ADUC è probabilmente più vicina a quella che potrebbero nutrire gli utenti di Iliad nel caso in cui questa venisse assorbita da TIM.
Proposte di lettura:
«Intanto, come utenti dei servizi di telefonia, siamo preoccupati che un gestore come Iliad, noto sul mercato per qualità ed economicità, possa finire nelle mani di Tim, nota sì per qualità ma proprio il contrario della economicità, sfruttando anche le sue posizioni di rendita».