In arrivo in Italia uno dei supercomputer più potenti del mondo. L’installazione è prevista a Genova, nel primo dei laboratori della rete dei Leonardo Labs, promossa dal colosso dell’industria tecnologica italiana e presentata oggi a Genova nella giornata dedicata all’Innovation Award 2019, l’iniziativa che la Leonardo dedica ai giovani ricercatori e destinata a mettere il nostro Paese al passo con un’innovazione dalla crescita esponenziale.
“Stiamo investendo in Liguria risorse, tecnologie e idee, perché, come grande imprese, sentiamo forte la responsabilità di crescere insieme ai territori in cui operiamo”, ha detto il presidente di Leonardo Gianni De Gennaro, aprendo i lavori dell’Innovation Award 2019, in corso oggi a Genova. “Il migliore contributo che, come impresa ad alto contenuto tecnologico, sentiamo di offrire ai territori e alle comunità è proprio l’innovazione. Innovazione che vogliamo cogliere, riconoscere e stimolare ovunque si produca. Per questo oggi a Genova – ha detto De Gennaro – premiamo la creatività, l’impegno e l’entusiasmo di persone che hanno raccolto la sfida, proponendo soluzioni innovative nei nostri settori di business”.
“Il progresso avanza a ritmo imbarazzante” in un “mercato ipercompetitivo” e l’obiettivo dei Leonardo Labs è “diventare driver dell’innovazione nell’arco di 5-10 anni”, ha detto Roberto Cingolani nella sua prima uscita pubblica come Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo, ruolo che riveste da pochi mesi. Big data, supercalcolo, intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche sono le sfide che si preparano a raccogliere i laboratori che nei prossimi cinque anni sono previsti in tutta Italia, in prossimità con le sedi produttive della Leonardo, da Genova fino a Napoli. Grazie a essi giovani ricercatori di tutto il mondo potranno arrivare in Italia per lavorare con gli esperti delle divisioni produttive di Leonardo.
Il supercomputer operativo entro la fine del 2020
Il supercomputer di Leonardo sarà situato nell’ex torre di sedici piani del gruppo a Genova che fino a pochi anni fa ospitava la sede Selex, in via Pieragostini, nella zona della Fiumara. Sarà completato in una decina di mesi e operativo entro fine 2020, ha spiegato Roberto Cingolani, chief technology and innovation officer del gruppo.
“Abbiamo un range sia da un punto di vista della potenza di calcolo, che dal punto di vista dello ‘storage’, che della architettura”, ha raccontato. “La macchina deve avere 10-20 peta byte per iniziare”, nell’ordine di grandezza cioè dei biliardi di byte. “Sono numeri per addetti ai lavori – ha chiarito Cingolani -, il punto è che è una macchina molto molto ‘grossa’”.
“Dal punto di vista del calcolo normalmente si usano i flop”, le operazioni al secondo: “deve essere una macchina che fa tanti ‘peta flop’. Ormai il trend a livello mondiale è fare macchine exaflop (da trilioni di operazioni al secondo, ndr), che non sono ancora raggiunte. Se uno fa decine di peta flop comincia ad entrare nel novero dei grandi”. “In soldoni avrà una grandissima potenza di calcolo e un grandissimo storage che si può analizzare”.
Poi c’è un problema di architettura, ha segnalato anche Cingolani, spiegando che si sta elaborando esattamente l’obiettivo anche in funzione delle necessità delle singole divisioni. L’Italia, ha però evidenziato Cingolani, “deve entrare nel club del supercalcolo mondiale, avendo almeno l’1% della potenza di calcolo mondiale. In Italia in questi anni c’è stata una crescita, mi farebbe piacere che questo ulteriore investimento contribuisca a portare in alto la nostra potenza di calcolo. Sono incrementi importanti”, ha sottolineato. “Vedo comunque di buon occhio che l’Italia si potenzi, ha segnalato Cingolani.