Con il 2022 fresco d’esordio, è giunta l’ora di lasciarsi alle spalle l’anno appena concluso (e i grandi riepiloghi tech fatti finora) e guardare avanti. Visto che la tecnologia, oltre a essere il Demiurgo del mondo contemporaneo, è anche il cuore e la mente di HDblog, ci siamo interrogati su quali saranno i trend e le innovazioni tecnologiche che potrebbero caratterizzare il 2022.
Una precisazione è d’obbligo: elencandoli tutti, il rischio è di dilungarci fino al 2023, motivo per cui abbiamo deciso di selezionare i cinque fenomeni a nostro avviso più significativi.
E, anche se le previsioni si riservano sempre un margine di inesattezza o di eccessivo ottimismo, una certezza non manca: il 2022 sarà un anno davvero tecnologico. Buona lettura.
1. LE CONSEGNE CON I ROBOT
Che i robot domineranno il mondo è una credenza comune mormorata da tempo che è tuttavia ancora lontana dall’assumere i contorni della realtà. Negli ultimi tempi, complice l’accelerata subìta dalle tecnologie di automazione (e la loro crescente imprescindibilità in un numero sempre più elevato di settori), i robot stanno però guadagnando sempre più centralità. Ragion per cui il 2022 potrebbe rappresentare un anno di svolta per la robotica.
Al netto dei sensazionalismi, e senza considerare la fitta schiera di robot umanoidi lanciati negli anni o in procinto di essere presentati (una delle prossime, imminenti rampe di lancio di questa categoria sarà il CES di Las Vegas), nei prossimi 365 giorni potremmo assistere al vero decollo della robotica applicata alle consegne. Dopo le prime sperimentazioni, che non sempre hanno ottenuto i risultati sperati (tanto che qualcuno ha addirittura parlato di “flop” del fenomeno), alcuni colossi del food delivery e del tech stanno affilando le armi per conquistare questo segmento di mercato. Qualche esempio? UberEats lancerà nei prossimi mesi il suo primo servizio di consegna con automatizzazione negli Stati Uniti, sulla scia di Domino’s Pizza, che ha avviato i primi test di un servizio analogo lo scorso anno.
Per farlo, la piattaforma di Uber dedicata al food delivery ha stretto un accordo con Motional, una realtà già all’avanguardia nella mobilità autonoma, che metterà a disposizione un robotaxi completamente elettrico basato su Hyundai Ioniq 5 (opportunamente modificato per la nuova funzione cui è destinato). Si tratta del primo sbarco di un mezzo senza conducente di livello 4 della società nel mondo delle consegne. Anche il gigante dei monopattini Segway lancerà prossimamente 1000 robot da marciapiede parzialmente automatizzati e pilotati a distanza per le consegne, che saranno inizialmente utilizzati a Los Angeles e in altre due città americane. Non si tratta, certamente, degli unici player che quest’anno stileranno le linee guida del progresso nella direzione del. Non è tuttavia così difficile ipotizzare che il 2022 possa far ingranare una marcia in più al settore delle consegne automatizzate.
Quanto ai droni per le consegne, nel cielo – soprattutto in quello cinese – ne vola già un cospicuo numero, ma il progetto non è ancora decollato a livello globale e massiccio a causa dei molteplici ostacoli normativi.
2. SEMPRE PIÙ MISSIONI SPAZIALI
Un altro dei protagonisti del 2022 sarà lo Spazio. Lo promette la NASA, che ha già depositato una fitta lista di missioni spaziali che irroreranno l’anno di innovazione. In particolare, l’agenzia spaziale effettuerà quattro missioni nello Spazio per studiare la Terra, con l’intento di ottenere informazioni riguardo ai sistemi climatici e fenomeni naturali come uragani, tempeste, acqua superficiale e pulviscolo atmosferico. Sotto osservazione anche la Luna, grazie al programma Artemis e alla missione senza equipaggio prevista a inizio anno (slittata di qualche mese a causa di un problemi tecnici), che punta proprio a riportare l’uomo sulla superficie lunare entro il 2025, questa volta per restarci. Tra gli obiettivi della missione figura infatti la costruzione di basi permanenti e autoportanti in cui gli astronauti possano trascorrere fino a due mesi.
Con la missione DART, avviata lo scorso anno e in fase conclusiva il prossimo autunno, una navicella spaziale delle dimensioni di una golf car verrà invece fatta entrare in collisione con un piccolo asteroide chiamato Dimorphos a una velocità di circa 24.000 km/h. Si tratta di una prima sperimentazione di tecnologie che in futuro potrebbero scongiurare l’impatto delle asteroidi con il nostro Pianeta, frammenti celesti potenzialmente minacciosi che l’uomo ha la fortuna di poter prevedere con largo anticipo.
Tra gli altri appuntamenti spaziali in programma quest’anno, il completamento della prima stazione spaziale cinese e l’avvio delle riprese del film di Tom Cruise ed Elon Musk, che avrà come set (insolito) proprio lo Spazio. Il 2022 potrebbe dare inoltre un ulteriore impulso al turismo spaziale, grazie ai progetti di alcune compagnie aerospaziali private che stanno assumendo contorni sempre più definiti. Non solo Space X del patron di Tesla, che tra i molteplici progetti tenterà il primo volo orbitale del mega-razzo Starship, ma anche Blue Origin, artefice del primo lancio di turisti nello Spazio la scorsa estate, e Virgin Galactic, che ha rinviato l’inizio dei voli spaziali commerciali proprio a fine anno.
L’approdo del primo uomo su Marte, invece, sembra ancora lontano: c’è chi assicura avverrà entro gli anni Trenta del nuovo Millennio, c’è chi invece pensa sia ancora troppo presto. E proprio l’onnipresente Musk l’avrebbe annoverato tra i traguardi più importanti (e ambiziosi) della vita.
3. AEREI SUPERSONICI SILENZIOSI: IL PRIMO TEST
Restiamo in cielo, prima di tornare sulla Terra, con un’altra innovazione che potrebbe segnare nel 2022 il ritorno dei voli supersonici sulla scia nostalgica dei vecchi Concorde. Questa categoria di velivoli commerciali, infatti, aspetta da quasi vent’anni di far ritorno sfruttando nuove tecnologie capaci di renderli silenziosi e più efficienti anche oltre la velocità del suono (ovvero 1238 km/h). Addio quindi ai boati sonici sui prossimi super aerei in sviluppo, fenomeno che in passato ha creato non poche discussioni sul tema.
Pensate che il Concorde, tornando ai fasti del gruppo anglofrancese, raggiunse i 105 decibel, che equivalgono al rumore di un tuono potentissimo. Qualcosa che oggi non sarebbe più accettabile, per questo motivo sono in tanti a studiare come attutire il suono delle onde che i velivoli supersonici si lasciano in scia quando sfrecciano a quelle velocità. Tra questi anche la NASA che, appunto, vuole sfidare le leggi della scienza e ha in cantiere un aereo supersonico chiamato X-59 che promette di produrre (al massimo) il suono di una portiera sbattuta a circa dieci metri di distanza.
I primi test di volo dovrebbero partire entro la fine di quest’anno e, se il progetto dovesse andare in porto e la loro Quiet Supersonic Technology si rivelasse fondata, potremmo assistere a una vera rivoluzione dei viaggi commerciali. Chissà, magari nei prossimi anni riusciremo a volare dall’altra parte del mondo in un paio di ore, sebbene le difficoltà di ridurre così tanto i tempi non siano legate alla sola attenuazione del boom sonico. Elon Musk, ad esempio, aveva teorizzato la costruzione di una rete di spazioporti dove far decollare e atterrare in verticale dei razzi Falcon di prossima generazione e raggiungere qualsiasi punto della Terra in meno di un’ora. Lui, come altri, deve tuttavia sottostare alle leggi di gravità, ricordandoci che non tutti hanno il fisico e la preparazione fisica degli astronauti per affrontare simili accelerazioni.
4. MONETE DIGITALI DI STATO
Nonostante i periodi di forte oscillazione dei mercati finanziari, nel 2021 si è assistito alla consacrazione, o meglio ancora al consolidamento, delle criptovalute, dopo l’esplosione avvenuta qualche anno prima. Le monete virtuali sono infatti oggi riconosciute come asset finanziari dal forte potere speculativo (e attrattivo) e non più come mere, aleatorie monete del futuro. Parallelamente alla crescita di Bitcoin ed Ethereum, che lo scorso anno hanno aggiornato i loro massimi storici (non senza qualche tentennamento dovuto alla forte volatilità), nel macro-cosmo delle monete virtuali ha iniziato a profilarsi sempre più insistentemente l’esigenza, da parte di alcune banche centrali, di introdurre valute digitali di Stato.
Si tratta di monete digitali che alcuni Paesi sarebbero intenzionati ad adottare come alternativa virtuale alle tradizionali banconote fisiche, utilizzabili unicamente per via telematica. Quelle, cioè, che vengono più precisamente denominate “stablecoin” (note anche come CBDC, acronimo di Central Bank Digital Currency), criptovalute che ancorano il proprio valore intrinseco ad asset tradizionali stabili come l’oro o una moneta fiat (ad esempio il dollaro statunitense) e che sono per tale motivo meno soggette a subìre la volatilità del mercato.
Mentre la Cina, in testa nella grande corsa alle valute digitali, ha già avviato la sperimentazione dello e-yuan digitale a Shanghai e Shenzhen, è notizia di qualche settimana fa che anche il Giappone avrebbe iniziato a compiere le prime fasi della realizzazione dello yen virtuale, con data di lancio in programma proprio per il 2022. Discorso analogo per la Russia, con il rublo digitale pronto ad essere emesso dalla Banca Centrale di Mosca, e per la Nigeria, pioniera in Africa delle criptovalute di Stato con l’e-naira, che ha anticipato il vicino e-cedi ghanese, ancora in fase di sviluppo. Anche l’Unione Europea, seppur fanalino di coda rispetto ad altri Paesi, ha in cantiere un progetto per l’emissione dell’euro digitale (di cui vi abbiamo parlato con uno speciale dedicato).
Insomma, il fenomeno è già avviato e potrebbe vedere nel 2022 l’anno della partenza definitiva. Se da un lato le monete digitali di Stato garantiranno maggiore tracciabilità e sicurezza dei pagamenti, dall’altro costituiscono lo strumento con cui i Governi puntano a mantenere la sovranità monetaria, in particolare di fronte all’impennata delle criptovalute; queste, essendo decentralizzate, scansano infatti i piani regolatori statali.
5. DISPOSITIVI INDOSSABILI PER LA SALUTE
L’universo dei dispositivi indossabili è oggi una realtà ricca e variegata. A prendere piede nell’ultimo biennio, con la complicità della pandemia, sono stati in particolare i wearable che inglobano nel loro ventaglio di funzionalità principali quelle deputate al monitoraggio della salute. I numeri parlano chiaro: il segmento dei dispositivi intelligenti per il monitoraggio della salute è in espansione, con un aumento del 47% su base annua (fonte: Strategy Analytics), con 18.1 milioni di device acquistati nel solo secondo trimestre del 2021.
La sensazione è che questa tipologia di dispositivi intelligenti sia destinata a subire un’ulteriore accelerata nel 2022, con un arricchimento ancor maggiore delle possibilità di controllare i parametri vitali di chi li indossa, come la saturazione e la pressione sanguigna. E i big del tech si stanno preparando a sfoderare le ultime novità che imboccano proprio questa direzione: lo scorso 25 dicembre, la Cina ha visto l’arrivo di Huawei Watch D, il nuovo smartwatch di fascia alta del colosso cinese con HarmonyOS capace, tra le altre cose, di misurare la pressione sanguigna, monitorare la temperatura corporea, intercettare le apnee notturne e rilevare possibili rischi di arteriosclerosi e aritmia, tanto da essersi aggiudicato la certificazione di dispositivo medico di Classe 2 (al pari di una piccola clinica mobile da polso).
Anche la prossima generazione di Apple Watch, di cui non si ha ancora ufficialità ma su cui circolano non poche indiscrezioni, dovrebbe avere un sensore per il rilevamento della temperatura corporea ed essere in grado di monitorare la pressione sanguigna, il tasso alcolemico nel sangue e la glicemia. Secondo i rumor, Fitbit avrebbe invece depositato un brevetto per sviluppare uno smartwatch o una smart band che riuscirebbe a monitorare lo stato mentale e l’umore di chi lo indossa.
Insomma, il mercato è consolidato da tempo ma a quanto pare diversificherà sempre più massivamente il ventaglio di funzionalità dei suoi protagonisti, con enormi vantaggi per il benessere degli utenti.
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