La culla dei vertebrati si trovava nelle acque poco profonde delle lagune o vicino alle coste. Lo dimostra la ricerca basata sull’analisi di circa 3.000 resti fossili condotta dal gruppo dell’università britannica di Birmingham guidato da Lauren Sallan e pubblicata sulla rivista Science. Finora l’origine dei vertebrati era stata poco chiara a causa delle rare tracce fossili relative alla comparsa di questi primi organismi, seguita dai numerosi fossili di pesci completi, tutti datati intorno a 420 milioni di anni fa.
“Dove si erano nascosti prima questi animali, qual è l’ambiente naturale in cui si sono originati?”, si sono chiesti i ricercatori. La risposta è arrivata dall’analisi delle rocce e dall’elaborazione di modelli al computer. “Il primo habitat non furono le barriere coralline, oggi associate a una grande biodiversità marina”, ha spiegato Sallan. “Decenni di studi – ha aggiunto – hanno cercato le tracce dell’origine dei primi vertebrati in habitat come le barriere coralline, ma finora senza risultati. Il nostro studio ipotizza invece che tutto ebbe inizio vicino le coste”.
Rappresentazione artistica di un esemplare dei primi vertebrati, i placodermi, pesci con una spessa corazza che vivevano in prossimità delle coste, in fondali bassi (fonte: Nobumichi Tamura)
Questa ipotesi spiegherebbe come mai le prime tracce fossili siano resti frammentati: sarebbe stata l’azione incessante delle onde a cancellare molte tracce. Dalle coste questi primi pesci si sarebbero poi diffusi nei mari e negli oceani, colonizzando altri ambienti come le barriere coralline, o nelle acque dolci per dare origine ai primi vertebrati con 4 arti, i tetrapodi, sia acquatici che terrestri. La prossima tappa dello studio, ha concluso Sallan, “sarà capire se le acque poco profonde sono anche oggi culla di nuove specie, una sorta di pompa biologica che permette di rimpiazzare la biodiversità delle barriere coralline, oggi a rischio”.