Contiene oltre 55 milioni di articoli in più di 300 lingue parlate in tutto il mondo. In soli 21 anni Wikipedia è diventata un fenomeno globale, un punto di riferimento su tutto lo scibile umano che ogni mese totalizza 18 miliardi di visite e si colloca al quarto posto tra i siti più visitati del pianeta.
Non stupisce quindi che nella guerra dell’informazione in corso nel mondo, già da ben prima l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ci sia chi tenta di intervenire sulle voci della più grande enciclopedia online per influenzare l’opinione pubblica mondiale.
Un esempio? Nella notte del 13 aprile 2022, quando l’incrociatore Moskva, la nave ammiraglia russa nel Mar Nero fu colpita dai missili antinave ucraini Neptun, la voce di Wikipedia relativa alla nave è stata più volte modificata nel giro di pochi minuti da chi ne segnalava l’affondamento e chi, invece lo negava.
Pressioni e multe dalla Russia. L’ente che controlla i media in Russia, il Roskomnadzor, ha più volte sostenuto che Wikipedia è diventata la fonte di “una nuova linea di costanti attacchi contro i russi”, e che i suoi articoli promuovono “un’interpretazione degli eventi esclusivamente anti-russa”.
Un tribunale di Mosca, come ha riportato l’agenzia di stampa Reuters il 13 giugno, ha comminato a Wikimedia Foundation, l’organizzazione che sovrintende alla realizzazione e al mantenimento di Wikipedia, una multa di 5 milioni di rubli (circa 85.000 euro) per essersi rifiutata di rimuovere una serie di voci relative all’invasione russa dell’Ucraina, al massacro di Bucha e ai crimini di guerra russi compiuti durante la guerra.
L’organizzazione si è opposta, dichiarando che Wikipedia è una fonte letta in tutto il mondo, non solo in Russia, e obiettando che il pubblico ha il diritto di conoscere i fatti relativi alla guerra (che il Cremlino definisce invece “operazione militare speciale”).
Stephen LaPorte, consigliere generale associato di Wikimedia sui temi delle politiche pubbliche, ha sostenuto che la decisione della corte moscovita «implica che le informazioni ben documentate e verificate di Wikipedia sono considerate disinformazione dal governo russo quando non si allineano con la sua narrazione».
Infiltrazioni in Cina. Ma la Russia non è l’unico paese a esercitare in qualche modo una pressione sul sistema di Wikipedia, che si basa sull’apporto di oltre 200 mila redattori impegnati a scrivere, modificare e aggiornare le voci sulla base di un rigoroso metodo, fondato su un dettagliato manuale e su controlli incrociati.
Nel settembre 2021, per esempio, Wikimedia Foundation ha segnalato un tentativo in Cina di infiltrare la comunità dei redattori o di condizionarla con minacce per diffondere una descrizione dei fatti e della storia più in linea con quanto propugnato dal governo e dal partito comunista cinese.
Attenti alle fonti dubbie. Un recente studio pilota condotto da Eu vs Disinfo, iniziativa e portale promosso dall’East StratCom Task Force, servizio di contrasto alla disinformazione del servizio diplomatico dell’Unione Europea, ha rilevato come quattro fonti al servizio del Cremlino, sanzionate dalla Commissione Europea e dagli Stati Uniti e considerate inattendibili, vengano citate in alcune centinaia di articoli pubblicati da Wikipedia.
Eu vs Disinfo ha realizzato lo studio per segnalare il modo subdolo con cui operano alcuni strumenti utilizzati dal governo russo nella guerra dell’informazione, mascherati da media generalisti che riportano fatti avvenuti in tutto il mondo, ma introducendo fake news o interpretazioni tendenziose e distorte dei fatti solo quando è di interesse per riproporre una certa narrazione dei fatti. Il fatto che queste fonti compaiano ancora tra quelle citate in alcuni articoli di Wikipedia costituisce, secondo Eu vs Disinfo, un rischio stesso per la rispettabilità Wikipedia, che potrebbe offuscarne l’attendibilità