Le illusioni sensoriali, come quelle che portano a credere di aver visto qualcosa che in realtà non c’è, nascono dallo stesso meccanismo che potenzia la percezione e che, per esempio, ci permette di riconoscere un viso nella folla. Descritto sul Journal of Neuroscience, il meccanismo consiste nella capacità della vista di sintonizzarsi con udito e tatto ed è stato scoperto dalla ricerca coordinata da Vincenzo Romei, dell’Università di Bologna, e condotta con le università di Chieti e Pescara, quella britannica dell’Essex e quella spagnola di Nebrija.
I ricercatori hanno verificato che, nel cervello, la percezione visiva si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda del sistema uditivo e di quello tattile, ottimizzando la percezione e rendendola più efficace. “È come se la corteccia visiva fosse in grado di parlare più di una lingua”, osserva Romei. “Comunicando con popolazioni neurali che parlano un linguaggio uditivo o tattile, il sistema visivo – prosegue – diventa più flessibile, generando un’esperienza sensoriale integrata e quindi più efficace”.
Affidarsi a stimoli sensoriali diversi è importante perché nella vita quotidiana siamo continuamente stimolati da un gran numero di informazioni da selezionare e organizzare per dare senso all’esperienza cosciente. Per esempio, cercare un volto familiare in una folla è difficile usando solo la vista, ma se la persona che cerchiamo grida “sono qui!” o allunga una mano e ci tocca una spalla diventa più semplice trovarla.
L’esperimento che ha dimostrato la sincronizzazione è stato condotto su 51 persone la cui attività elettrica cerebrale è stata misurata in modo non invasivo mentre svolgevano un test basata sulla combinazione di uno stimolo uditivo e uno tattile, entrambi in grado di indurre un’illusione visiva. “Quando gli stimoli vengono presentati all’interno di una breve finestra temporale, questi vengono il più delle volte integrati come se appartenessero ad uno stesso evento”, spiega Romei. “In questo caso – dice ancora – quantità contraddittorie tra stimoli diversi – due uditivi o tattili e uno visivo – inducono la percezione illusoria di un secondo flash durante il processo di integrazione dell’informazione”.