Oggi il mondo della casa smart è pronto e maturo a sufficienza per diventare alla portata di tutti, complici anche i progressi fatti con lo standard Matter (qui la nostra guida).
Ma non si tratta affatto di qualcosa di nuovo. Già più di dieci anni fa esistevano prodotti in grado di imitare le funzioni della più costosa domotica che richiede integrazioni invasive a livello strutturale ed esige comunque una progettazione più ragionata, fatta a priori e preferibilmente in fase di costruzione/ristrutturazione.
In questa serie di pillole, che seguiranno praticamente i miei acquisti ed esperimenti, voglio raccontarvi cosa sto facendo e cosa ho fatto per rendere più comode alcune funzioni della casa. Qui si parte da zero, con un racconto esperienziale e di prima mano che vuole essere d’ispirazione per voi, se alle prime armi, e per me, raccogliendo eventuali suggerimenti fra i lettori di HDblog.
C’era una volta Philips Hue… e c’è ancora: 10 anni senza rompersi
Questa è l’immagine di una prova del 2013 dedicata alle Philips Hue, le lampade connesse che mi hanno accompagnato negli ultimi 10 anni nel mio vecchio appartamento. Basta guardare lo smartphone usato per l’app (lo riconoscete?) per rendersi conto di quanto antichi fossero i tempi.
Eppure, già nel decennio scorso, Philips si era inventata una soluzione facile, plug & play e installabile da chiunque senza specifiche conoscenze tecniche, quando le alternative erano solamente soluzioni più integrate che richiedevano appunto un tecnico specializzato nella domotica. Da quella prima prova, il marchio Hue è entrato nel mio cuore e, in maniera più invasiva di quanto voglia ammettere, nel mio portafoglio.
Nel tempo ho acquistato le Hue che mi mancavano per cambiare tutte le lampadine di casa. Quando il primo Bridge è stato mandando in pensione perché la tecnologia si è evoluta, ho acquistato il nuovo Bridge che mi sarebbe stato poi utile per gestire altri dispositivi smart visto che, nel frattempo, l’azienda ha ampliato il supporto.
In teoria l’evoluzione delle Hue è stata più profonda: innanzitutto l’azienda è diventata Signify perché Philips ha scorporato e venduto le attività mantenendo il marchio, e in secondo luogo le lampadine hanno reso possibile la gestione tramite altri sistemi di controllo, così da non richiedere necessariamente l’acquisto del Bridge, utile però per controllare da remoto le luci.
10 anni di Hue, un trasloco e una vittima
Sono passati più di 10 anni dalla prima Philips Hue che ho iniziato ad utilizzare e dopo il trasloco ho portato tutto con me nella nuova casa.
Visto che solitamente le prove vengono fatte nell’arco di qualche settimana, ai recensori viene difficile esprimersi sulla durata nel tempo dei prodotti. Avendo acquistato diverse lampadine, però, posso raccontarvi di come due delle tre lampade connesse originali siano sopravvissute a più di 10 anni di utilizzo quotidiano, un cambio di Bridge e un trasloco.
Il Bridge Hue 2.0 (o Bridge Hue v2) lavora un po’ con tutti i sistemi: Amazon Alexa, Google Assistant, SmartThings, Apple Homekit, ma supporta anche nest, i dispositivi di Logitech e Razer, è compatibile IFTTT e grazie a Zigbee può funzionare anche in assenza di WiFi, con le luci stesse che creano una rete mesh espandendo il raggio d’azione all’intera casa. Costa 49.90€ ma si può trovare anche in bundle nello starter kit.
La “vittima” è durata comunque 10 anni, ma non ha retto lo stress di scatole e scatoloni sballottati a destra e manca, mostrandomi il segnale lampeggiante che, da manuale, indica che la lampadina smart ha smesso di funzionare. Considerata la vita media dei dispositivi tecnologici, posso quindi confermare l’ottima qualità di questi prodotti: una lampadina “defunta” dopo 10 anni di servizio (mentre le altre 5 funzionano ancora) è un segnale molto positivo, così come estremamente positivo è il fatto che le Hue abbiano goduto di aggiornamenti continui e di un supporto costante.
Oggi possono ancora essere utilizzate con il 100% delle funzionalità hardware originali oltre a qualche funzione software aggiuntiva, e non è poco! Il Galaxy S che avete visto nella foto di sopra, pur costando molto di più, ha smesso da tantissimo tempo di ricevere aggiornamenti…
Trasferitomi nella casa nuova e convinto della bontà dei prodotti da un decennio di utilizzo, che ha ampiamente ripagato l’investimento rispetto a prodotti più economici, ho quindi acquistato altre lampadine smart della gamma Hue.
Nel frattempo la gamma si è evoluta, e questo mi ha permesso di prendere delle luci che hanno le funzioni che cercavo, ma allo stesso tempo diventano complemento di arredo, tanto che i lampadari della zona giorno sono stati scelti appositamente per enfatizzare l’estetica luminosa delle Ho acquistato quattro Edison E27 (in versione normale, ma le trovate anche large) che costano 45€ di listino, ma che con le promozioni ho pagato circa 35€ a testa.
Potevo risparmiare prendendo prodotti a basso costo? Probabilmente, ma se queste reggono dieci anni come le precedenti, si tratta di una spesa di 4€/anno a lampadina, senza contare il risparmio di corrente (pur piccolo ma ripetuto nel tempo) consentitomi dal fatto di poterle spegnere da remoto quando sono fuori casa o di poter automatizzare accensione e spegnimento quando sono in casa.
Come le ho utilizzate (e piani per il futuro)
Finora le ho utilizzate in maniera abbastanza “stupida” e manuale: ho sempre utilizzato Alexa per accendere le luci in casa e l’app per smartphone per le (tante) volte in cui mi sono dimenticato di spegnerle.
Forse voi che leggete siete meno distratti di me, ma vi assicuro che sono state innumerevoli le circostanze in cui mi alzavo la mattina presto, accendevo le luci (o si accendevano automaticamente con la programmazione aiutandomi a svegliarmi) e poi mi mettevo in macchina dimenticandomene una o più accesa. Un controllo successivo mi permetteva di spegnerle da remoto ed evitare di lasciarle accese per la giornata, o peggio ancora per più giorni se si trattava di una trasferta all’estero o delle vacanze.
L’altra funzione utile è quella della sicurezza che permette di simulare la presenza in casa. La routine era manuale, ma oggi con l’integrazione in sistemi come Home Assistant può anche essere automatizzata.
Trasferitomi nella casa nuova, ancora work in progress, le Hue diventano comode perché non ho ancora installato tutti i punti luce, e posso ad esempio accendere con la voce quelle del salotto visto che mancano le luci della scala che collega il primo piano al piano terra e il tasto nel corridoio del piano superiore è inutile. Capisco che questa possa essere un’esigenza solo mia, ma il risultato è che ho una comodità in più e posso far passare un po’ della luce del salotto nella scala così da non doverla fare al buio…
Ci sono anche utilizzi un po’ più intelligenti che ho iniziato ad implementare pian piano: al momento le Hue rispondono ad un’automazione lampeggiando quando le videocamere di sicurezza rilevano un movimento. Oppure abbassano automaticamente la luminosità al 10% quando accendo la TV.
L’unico limite è la fantasia: impostato un sistema smart centralizzato, come Home Assistant, potete sfruttare davvero le funzionalità più evolute e con un’utilità pratica reale.
Il mio prossimo obiettivo è quello di automatizzare completamente le luci di casa, eliminando quindi l’interazione con la voce. Vi condividerò più avanti le scelte, ma l’idea è quella di installare dei sensori nelle varie stanze così da creare routine automatiche che le accendono quando qualcuno è presente e le spengono quando gli esseri umani escono dalla stanza in questione. Niccolò ha di recente provato la gamma di Aqara e sto valutando uno dei loro sensori, ma se avete consigli e volete darmi qualche suggerimento, leggerò con attenzione i vostri commenti.
Successivamente, il piano è di passare a sostituire le luci esterne con delle Hue, collegandole sempre con le videocamere e attivando automaticamente la luce non appena viene rilevato un movimento. L’ultimo passo sarà quello dell’installazione dei lampioncini nel giardino.
C’è anche una parte della casa che non ho menzionato e dove riutilizzerò un vecchio acquisto a marchio Hue, il mio ufficio/postazione di lavoro… ma quella è un’altra storia!